Niente Italia per i bimbi di Chernobyl: "Vacciniamoci e torneremo ad abbracciarci"
L'emergenza Covid non permette la "vacanza terapeutica" per i piccoli ucraini; l'appello del presidente del Comitato accoglienza per tornare alla normalità
Niente ospitalità, per il secondo anno consecutivo a causa dell'emergenza Covid, per le famiglie del Comitato accoglienza bambini di Chernobyl. L'appello del presidente.
Niente Italia per i bimbi ucraini causa emergenza Covid
Per il secondo anno consecutivo niente arrivo in Italia per i bimbi ucraini che ogni anno, dal 1996, era ospiti delle famiglie del Comitato accoglienza bambini di Chernobyl (che raggruppa nuclei familiari di San Vittore, Cerro, Cantalupo, Canegrate, Castellanza, Rescaldina e Legnano): l’emergenza sanitaria causata dal Covid ha bloccato infatti anche la "vacanza terapeutica" dei piccoli dell’Ucraina. Durante il loro soggiorno in Italia, infatti, i piccoli (che abitano nelle zone ancora contaminate dai veleni del disastro nucleare del 1986) riescono a decontaminarsi grazie all’aria e al cibo che trovano qui da noi. Ma il Covid sta rovinando i piani.
"Il consiglio direttivo del comitato ha deciso, con grande dispiacere, di sospendere anche per quest'anno i programmi solidaristici di risanamento sanitario per bambini e ragazzi ucraini ritenendo che le attuali situazioni sanitarie e sociali siano ancora troppo instabili, insicure e pericolose - spiega il presidente Marita Maggioni - Non si è ritenuto opportuno assumerci la responsabilità di fare accoglienza in sicurezza, almeno fino a quando non ci sarà una copertura vaccinale certificata per tutti. Abbiamo grandi perplessità anche sull'ospitalità nelle nostre famiglie (alcune di 'anziani') e sulla gestione pratica e in sicurezza del trasporto, del viaggiare tra stati, dell'organizzazione quotidiana dell'accoglienza".
Covid che si sta facendo sentire durante anche in Ucraina: «Siamo in contatto con il Detskji fond, nostro referente in Ucraina, e anche con le famiglie dei nostri ragazzi ospitati e la situazione è tutt'altro che rassicurante - prosegue Maggioni - In primis per la sanità pubblica molto carente ma anche perchè non vengono rispettate le regole indispensabili anti-Covid in fatto di mascherine, distanziamento, assembramenti: è un susseguirsi di zone rosse, di università e scuole che chiudono a ripetizione. A questo si aggiunge la 'paura' di vaccinarsi, per il timore degli effetti negativi che potrebbero manifestarsi".
L'appello alla vaccinazione
In realtà il vaccino, e Maggioni lancia il suo appello, è l’arma contro il virus per poter tornare alla normalità: "Da parte mia, mi sono vaccinata la scorsa settimana - annuncia il presidente (nella foto, a lato dei bambini, dopo aver ricevuto il vaccino) - Tutto bene, nessuna complicanza. E il mio invito è che tutti, e ribadisco tutti, colgano l'opportunità che ci viene offerta con il vaccino di guardare con fiducia al futuro. Sono convinta che questa sia la strada per poter pensare di ricominciare ad accogliere tra noi i 'Bambini di Chernobyl".
Solidarietà su altri fronti
In attesa di poter riabbracciare i loro bimbi ucraini, il Comitato si è mostrato solidale anche su altri fronti: "Nell'ottica della condivisione e dell'aiuto sociale in situazioni di necessità che contraddistinguono la nostra associazione, abbiamo deciso di destinare parte delle risorse economiche che sarebbero servite all'accoglienza dei bimbi ucraini a sostenere, sul territorio locale, emergenze alimentari e familiari - afferma Maggioni - Abbiamo così donato contributi a sostegno delle Caritas di San Vittore, Cerro, Cantalupo e del Santissimo Redentore di Legnano oltre all'Acbs, Associazione contro il bullismo scolastico di Cerro; inoltre, abbiamo effettuato anche interventi di solidarietà internazionale con un contributo economico al Detskji fond oltre alla spedizione di aiuti umanitari per famiglie con bambini in difficoltà, tramite le Acli di Cerro abbiamo sostenuto la missione di Rongo in Kenia nel progetto di costruzione di una nuova scuola elementare e, tramite Padre Davide Sciocco di Canegrate, sostegno al Centro bambini denutriti a Contuboel, in Guinea Bissau, intitolato a Federica Banfi; infine, tramite l'associazione Я + TИ + MИ =aiuti umanitari dall'Italia abbiamo inviato aiuti umanitari in Ucraina e sostenuto il Monastero di Santa Elisabetta a Minsk, in Bielorussia, a favore di emarginati, orfani e portatori di deficit fisici e mentali".