L’ex primario Sarro si è dimesso: «Vuole concentrarsi sulla propria difesa»
l dottor Giuliano Sarro, 61 anni, ex primario di Chirurgia Generale dell’ospedale Fornaroli di Magenta, era finito ai domiciliari a inizio marzo con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
Il dottor Giuliano Sarro, 61 anni, ex primario di Chirurgia Generale dell’ospedale Fornaroli di Magenta finito ai domiciliari a inizio marzo con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, si è dimesso dai suoi incarichi. La conferma alla notizia, che circolava ormai da alcuni giorni negli ambienti ospedalieri, arriva direttamente dal legale difensore dell’ex primario, l’avvocato Angela Maria Odescalchi: «La motivazione delle sue dimissioni risiede nella necessità di Sarro di raccogliere tutte le energie e le forze disponibili per organizzare la propria difesa», in vista soprattutto dell’imminente processo.
L'indagine
Il pm Giovanni Polizzi, che con l’aggiunto Maurizio Romanelli ha coordinato l’indagine della Guardia di Finanza, ha infatti chiesto e ottenuto il giudizio immediato per il medico magentino.
La prima udienza è fissata per martedì 11 maggio davanti ai giudici della decima sezione del Tribunale. «Il mio assistito è estraneo alle accuse che gli vengono contestate e la decisione di dimettersi è soprattutto un segno di rispetto per l’Azienda ospedaliera. Il decreto di giudizio immediato è stato notificato solo a noi e questo è un fatto che toglie la lucidità e la serenità. Per questo Sarro ha deciso di lasciare i suoi incarichi e di concentrarsi unicamente sulla sua difesa». Il repentino sviluppo dell’inchiesta della Procura di Milano – che ha portato dall’arresto e al giudizio immediato nell’arco di poche settimane – ha creato non poche difficoltà alla legale milanese: «Non abbiamo ancora completato le nostre indagini difensive e ora siamo costretti ad accelerare con una serie di acquisizioni di Sit (sommarie informazioni testimoniali, ndr) che dovremo fare alla velocità della luce».
Le dimissioni di Sarro sono inoltre funzionali all’istanza di revoca della custodia cautelare che l’avvocato Odescalchi presenterà nei prossimi giorni, dato che non ricoprendo più alcun ruolo all’interno del nosocomio magentino non sussistono i pericoli di reiterazione del reato né d’inquinamento probatorio.
L’ex primario Sarro si è dimesso: «Vuole concentrarsi sulla propria difesa»
Il legale sta infine valutando se chiedere o meno il rito abbreviato, che da un lato consente uno sconto automatico di un terzo della pena in caso di condanna e un processo «allo stato degli atti», ma dall’altro rischia di accorciare ulteriormente i tempi. Lo scorso 10 marzo, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Livio Cristofano, Sarro si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il venerdì successivo si era però sottoposto a un interrogatorio con il pm, nel corso del quale «si è reso conto di non aver valutato adeguatamente la pericolosità della situazione», spiega Odescalchi parlando del presunto conflitto d’interessi relativo all’assunzione del figlio Alessandro Sarro nella multinazionale olandese di prodotti chirurgici Applied Medical Distribution Europe BV. A fine marzo il gip aveva infine rigettato la richiesta della Procura della misura interdittiva del divieto di trattare con la pubblica amministrazione per l’azienda, indagata ai sensi della legge 231 sulla responsabilità delle persone giuridiche, avendo quest’ultima sospeso sia il figlio dell’ex primario sia il suo dirigente, Davide Bonacina, entrambi indagati assieme al dottor Umberto Rivolta, dirigente medico del Fornaroli e «braccio destro» di Sarro. Contattata, l’Asst Ovest Milanese ha preferito non commentare le dimissioni di Sarro poiché «volontarie».