E' di Arese il manager che ha assoldato un killer per sfigurare la ex
In manette un manager di Arese di 38 anni, da poco residente a Bollate.
E' di Arese, anche se ora risiede a Bollate, il manager arrestato dalla Polizia nei giorni scorsi con l'accusa di aver assoldato un killer per sfigurare la ex: «Tirale l’acido in faccia e colpiscila, voglio che resti paralizzata dalla schiena in giù».
Assolda un killer per sfigurare la ex
Perseguitava una collega, con cui aveva avuto negli anni scorsi una relazione, con messaggi di ogni genere. Poi, dopo l’ultimo rifiuto da parte della ragazza, ha pagato un killer assoldato su un sito specializzato per «punirla».
Ma è stato scoperto dalla Polizia e fino al momento del suo arresto la ragazza è stata costretta a vivere sotto protezione delle Forze dell’ordine.
Sta facendo il giro di tutta Italia la storia del manager di Arese (ma ora risiede a Bollate), 38 anni, fermato e arrestato nel pomeriggio di mercoledì dagli uomini della Questura di Roma. Manager di una importante società che si occupa di servizi elettrici, l’aresino, con residenza nel Comune di Bollate, ha reclutato sul dark web un killer offrendo 10mila euro per «spaccare la schiena alla ex fidanzata, in modo che lei fosse costretta a vivere su una sedia a rotelle».
L’arresto è arrivato dopo una serie di indagini portate a termine dagli agenti della Questura romana insieme agli agenti della Polizia postale che hanno intercettato sul sito «Internet Assassins» le conversazioni del manager aresino con il killer che aveva ingaggiato per far del male alla sua ex ragazza. Intercettazioni che a leggerle lasciano senza parole: «Deve sembrare una rapina, dovete rubarle la borsa ma poi colpite, voglio che resti paralizzata dalla schiena in giù». Sempre secondo l’accusa, l'uomo avrebbe chiesto al killer che aveva ingaggiato di sfregiarle il volto della ragazza con l’acido, senza però accecarla.
Prima la "storia d'amore", poi assolda un killer
Una storia quella tra il manager aresino e la ragazza di origine romane iniziata nel 2018 quando i due si erano conosciuti sul posto di lavoro, nella azienda che si occupa di elettricità. Una storia d’amore finita nel mese di luglio del 2020. A mettere la parola fine alla relazione sarebbe stata la ragazza, dopo una proposta di matrimonio fatta dal giovane aresino che avrebbe poi ritrattato la cosa.
Mail, messaggi, richieste di incontri lavorativi che si trasformavano poi in discussioni su quella che era stata la loro relazione: il manager di Arese ha cercato in più di una occasione di ricostruire il rapporto con l’ex fidanzata venendo però sempre respinto dalla donna di 11 anni più giovane. Messaggi sempre più insistenti a tal punto che la ragazza ha deciso di bloccare sui social l’ex fidanzato. Probabilmente è stato a questo punto che il manager aresino ha messo a punto il suo piano per cercare di rovinare la vita all’ex fidanzata. Il 38enne aveva fornito al killer l’indirizzo della 27enne e il profilo facebook. Killer con il quale aveva già concordato anche le modalità di pagamento, offrendogli 10 mila euro in bitcoin diluiti in quattro pagamenti. «Domani caricherò Bitcoin sul portafogli».
L'arresto
Al momento dell’arresto il manager aresino non ha opposto nessuna resistenza pronunciando davanti al giudice per le indagini preliminari Daniela Caramica D’Auria la seguente frase: «Nutrivo una profonda rabbia nei confronti della mia ex fidanzata e per questo avevo pensato di lasciare un segno indelebile sul suo corpo, come lei lo aveva lasciato nella mia persona».
Durante la perquisizione a casa dell’aresino gli uomini della squadra Mobile della Questura hanno trovato libri come «Capire il cervello delle donne», e «Capire la mente femminile attraverso la scienza», mentre dalla cronologia dei siti visitati dall’uomo sono spuntate le parole-chiave «adrenalina» e «adrenalina suicida». Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto con le accuse di stalking e tentate lesioni gravi affermando che l’uomo ha una «spiccata pericolosità sociale e una particolare inclinazione a delinquere».
Indagini che non sono però ancora chiuse. Gli uomini della Squadra mobile, infatti, stanno cercando il killer e anche un intermediario che avrebbe fatto da tramite tra il manager aresino e il killer che avrebbe dovuto sfregiare con l’acido il volto della ragazza.