Il caso

Prima Comunione negata a bambina disabile, la mamma: "Anche lei ha diritto a riceverla"

Succede a Villa Cortese, dove la piccola risiede con la famiglia.

Prima Comunione negata a bambina disabile, la mamma: "Anche lei ha diritto a riceverla"
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Prima Comunione negata a bambina disabile, la mamma non ci sta e solleva il caso.

Prima Comunione: "Anche mia figlia disabile ha diritto a riceverla"

"Mia figlia vorrebbe fare la Prima Comunione quest'anno, con i suoi compagni di scuola". È questo l'appello di una donna villacortesina, mamma di una bambina di 9 anni affetta da una malattia genetica cromosomica. "Il prete di Villa Cortese si rifiuta di far fare la Comunione alla mia meravigliosa creatura solo perché non ha fatto il percorso del catechismo" prosegue la mamma, appellandosi ai suoi concittadini, in cerca di solidarietà e di una soluzione.

"Non ha potuto seguire il catechismo per ragioni di salute"

"Non ho potuto portare mia figlia a catechismo perché non cammina, non parla, non è autosufficiente e può essere colpita anche da crisi epilettiche. Adesso fortunatamente sta un po' meglio, ma negli ultimi anni ha sofferto molto e siamo dovuti ricorrere diverse volte alle cure dell'ospedale. Per questo non ha potuto seguire il catechismo, nonostante un paio di anni fa avessi già parlato con le suore. Ora però non posso lasciarla sola, con il rischio che possa avere una crisi. In più per noi questo legato alla pandemia è stato un periodo molto particolare, lei ha le difese basse".

"Facendola quest'anno sarebbe accompagnata dai compagni di classe"

La famiglia è credente e non a caso i due fratelli più grandi, di 18 e 17 anni, hanno svolto regolarmente tutto il percorso religioso, quando il nucleo abitava a Dairago; poi c'è anche un fratellino di 5 anni. Poter prendere questo sacramento già quest'anno permetterebbe alla bimba di essere accompagnata dai suoi compagni di classe: "Vorrei la facesse con loro, bambini con cui sta crescendo e di cui conosce volti e voci, per lei sarebbe un momento di normalità. Non stiamo chiedendo la luna, solo che venga utilizzato del buon senso. Noi crediamo in Gesù, non è un caso se mi ha mandato questa bambina".

Il parroco pronto a un nuovo confronto, "ma l'ascolto non può essere a senso unico"

Don Maurizio Toia si dichiara disponibile per un nuovo colloquio: "Mi chiedo quanto la 'battaglia' cui la mamma incita la piazza miri davvero al bene e al pieno rispetto della piccola Sara, e quanto invece la disabilità della bambina sia pretesto per non mettersi in discussione e non ammettere altre ragioni che le proprie - commenta don Maurizio sulla vicenda - Io non scendo in battaglia ma invito ancora i genitori al confronto, dove non si può pretendere che l'ascolto sia a senso unico". L'augurio è che, con un nuovo confronto sano e pacifico, si possa arrivare a una soluzione in cui il bene della bambina sia centrale.

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