Prigioniero a Rodi per due anni, medaglia d'onore a Pasquale Riva
Il sindaco Laura Bonfadini ha consegnato l'onorificenza ai familiari.
Catturato dai tedeschi, rimase prigioniero per quasi due anni sull’isola di Rodi. Mercoledì 27 gennaio in sala consiliare, in occasione della Giornata della memoria, il sindaco di Vittuone Laura Bonfadini, alla presenza di tutta la Giunta comunale, ha consegnato ai familiari di Pasquale Riva, la «medaglia d’onore» concessa con decreto del Presidente della Repubblica.
Medaglia d'onore a Pasquale Riva
A ritirare il riconoscimento, i figli Franco, Mauro ed Enzo, i nipoti Federico, Andrea, Gianluca e Stefano e il pronipote Paolo, al quale è stata consegnata simbolicamente la medaglia. Pasquale Riva, classe 1920, scomparso nel 1999, era un volto noto a Vittuone e nei paesi limitrofi in quanto era il responsabile dell’ufficio di collocamento del territorio. Del periodo della prigionia, anche i suoi familiari sanno poco o niente: «A noi non ha mai raccontato nulla, guai a parlare della guerra», ha detto il figlio Mauro durante la cerimonia di consegna dell’onorificenza.
La prigionia
La documentazione necessaria a ottenere il riconoscimento è stata prodotta da Augusto Amanti che, grazie a un meticoloso lavoro di ricerca, ha ricostruito e raccolto in un libro la storia degli oltre 400 deportati valsassinesi.
Pasquale Riva, nato a Pasturo il 7 dicembre 1920, fu inizialmente esentato dalla prestazione del servizio militare quale studente religioso vincolato ai Voti. Nel settembre del 1942 fu sciolto dai Voti e venne chiamato alle armi, nel 7° Reggimento Fanteria, matricola numero 12373. Nel novembre dello stesso anno venne trasferito al 331° Reggimento Fanteria, Divisione Brennero, e da Mestre (Venezia) partì via terra per la Grecia, dove partecipò alle operazioni di guerra nel Pireo e, dal febbraio del 1943, sull’isola di Rodi, dove nel mese di luglio fu ricoverato all’ospedale militare per malaria. Venne catturato dai tedeschi il 15 settembre 1943 e internato nell’isola stessa. Fu liberato il 10 aprile 1945 e rimpatriato il 3 giugno con il piroscafo «Francese» al centro Tuker di Taranto. Quindi, il rientro a casa. Per tutti i mesi di prigionia gli furono poi riconosciute 6.000 lire.
Le parole del sindaco
«Con grande piacere consegno a voi eredi la medaglia d’onore assegnata al vostro congiunto - ha dichiarato il sindaco Bonfadini - E’ un piccolo risarcimento per il sacrificio dei cittadini italiani deportati e internati nell’ultimo conflitto mondiale».