Bollate

In Sport: "Ecco perchè abbiamo lasciato il centro sportivo"

Alla base del divorzio, una gestione insostenibile e scarsi aiuti per fronteggiare la crisi pandemica.

In Sport: "Ecco perchè abbiamo lasciato il centro sportivo"
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In Sport: "Ecco perchè abbiamo alsciato il centro sportivo". Dopo la spiegazione del sindaco Francesco Vassallo, dell’assessore allo Sport Salvatore Conca e del Presidente della Commissione Sport Franco Gravina sulle ragioni del divorzio,  la Società In Sport – gestore del centro sportivo Comunale di Via Dante, precisa sulla ricostruzione fatta relativamente al confronto effettuato.

L'avvio del confronto

In Sport dice di aver chiesto l’avvio di un confronto con l’Amministrazione comunale con comunicazione formale protocollata il 16 marzo scorso. Il primo incontro è avvenuto solamente in data 15 giugno, "nonostante vari solleciti, quando l’impianto e le attività sportive erano già state avviate da due settimane senza alcun sostegno da parte del Comune e dopo un periodo di totale interruzione delle attività durato oltre 3 mesi che aveva già messo a dura prova la sostenibilità della gestione".

In Sport: "Ecco perchè abbiamo lasciato"

"La ricostruzione del Comune definisce la fase 1 (fino al 31 maggio) e la fase 2 (gestione dall'1 giugno, condizionata dalle pesanti limitazioni, da una contrazione importante dei ricavi e dall’aumento inevitabile dei costi che hanno incrementato il disequilibrio), ma dimentica di citare la seconda chiusura che dal 25 ottobre0 si protrarrà come minimo sino al 5 marzo 2021 e tutte le conseguenze negative che aggravano la situazione generale - è la precisazione -  Posto che la situazione potrebbe ancora peggiorare, è evidente che si tratta di due stagioni sportive totalmente compromesse e che, al di là di qualsiasi banalizzazione, i numeri della crisi sono enormi e non possono essere sostenuti dal solo gestore che, occorre ricordarlo sempre in ragione delle sottolineature che ha voluto fare il sindaco, deve assumere – ed ha sempre assunto – il rischio di impresa, ma non deve assumere l’onere di fatti del tutto straordinari ed imprevedibili quale una crisi epidemiologica sviluppata su scala mondiale, come le stesse norme speciali che si intendeva applicare hanno stabilito".

La fase del confronto

Dopo la difficoltà nell’avviare un primo dialogo (oltre tre mesi ed oltre centomila euro di deficit già subito), la proposta inizialmente avanzata dal Comune" ha unicamente riguardato la possibilità di valutare il prolungamento del contratto. Uno strumento certamente utile ma non funzionale all’emergenza attuale, poiché manifesterebbe i propri eventuali benefici non prima di almeno 13 anni mentre l’interruzione dei flussi necessari e sufficienti per coprire le spese era già attuale e metteva in grossa difficoltà la possibilità di proseguire il servizio fin da subito", fa notare In Sport. Solo in un secondo momento (18 settembre 2020), "è giunta la proposta di riconoscimento della Fase 1, inizialmente proposto attraverso il rimborso dei costi relativi al consumo dell’acqua (non meno di 4 anni per recuperare il disequilibrio della sola Fase 1) e solo successivamente, a fronte di nostre insistenze, con il rimborso di tutte le utenze (non meno di un anno per recuperare, fermo restando il secondo lockdown che lo avrebbe rallentato oltremodo)". A tutto ciò si aggiungono vincoli sui riconoscimenti: una lunga istruttoria con richiesta di documenti difficili da recuperare. Intanto il disavanzo cresceva.

La fine del rapporto

In Sport, insomma, chiedeva di essere sostenuta da subito, "ma questa disponibilità è stata negata". Da qui la richiesta di recedere dall'accordo. "Le proposte sono sempre state unilaterali e non si sia capito come In Sport non fosse alla ricerca di rimborsi bensì di un riequilibrio economico finanziario che richiedeva da Marzo 2020, anche attraverso il supporto di un Advisor a garanzia di tutti e soprattutto del corretto impiego delle risorse pubbliche, la quale nomina è stata più volte ipotizzata dal Comune ma mai avvenuta. In Sport aveva proposto che questa delicatissima situazione fosse gestita con responsabilità e collaborazione, soprattutto a beneficio dell’utenza a cui si voleva garantire il servizio anche nella fase di chiusura del rapporto. Il Comune, invece, con una lettera trasmessa il 31 Dicembre scorso, ha imposto l’immediata restituzione dell’impianto minacciando pesanti azioni legali".

 Il commento dell'amministratore delegato

“Lasciare dopo vent’anni la Città di Bollate – afferma Paolo Mele Amministratore Delegato di In Sport – mi rattrista molto, sia per il rapporto di fiducia che si era instaurato con i tesserati e con la cittadinanza sia per lo straordinario operato di tutti i collaboratori dell’impianto che non ringrazierò mai abbastanza per l’impegno profuso in questi anni. L’emergenza Covid-19 e tutte le restrizioni che ne sono conseguite e che tuttora persistono, rendono purtroppo insostenibile la gestione di questo Centro Sportivo nel quale abbiamo investito circa 2,5 milioni di euro; ultimamente avevamo persino rinnovato il campo da calcio a 5 coperto. Tengo a puntualizzare l’inesattezza di quanto il Sindaco richiama nelle sue comunicazioni circa le nostre richieste economiche. I circa 70 mila euro annui citati rappresentano il disequilibrio generato dall’evento Covid 19: In Sport non hai mai chiesto un contributo per quell’importo ma di trovare adeguate forme di sostegno, peraltro, con un accordo (profit sharing) che prevedesse anche il suo azzeramento qualora l’andamento futuro della concessione tornasse ad esprimere i valori originari. Cerco di precisare: una concessione si basa sulla sua sostenibilità, ma venendo a mancare tale condizione occorre cercare di ristabilirla oppure le norme prevedono la possibilità che le parti recedano dai rispettivi impegni senza rivolgersi al tribunale, come invece costantemente il Sindaco non manca di far sapere! "

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