flash-mob contro la dad

Protesta degli studenti sotto Palazzo Lombardia

Contestata la decisione di proseguire con la didattica a distanza alle Superiori sino al 24 gennaio.

Protesta degli studenti sotto Palazzo Lombardia
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Protesta degli studenti sotto Palazzo Lombardia. Contestata la decisione di proseguire con la didattica a distanza alle Superiori sino al 24 gennaio.

Protesta degli studenti sotto Palazzo Lombardia

Oggi, lunedì 11 gennaio, oltre  400 persone erano sotto al palazzo di Regione Lombardia per manifestare contro la chiusura delle scuole e per richiedere un rientro veramente in sicurezza.

Durante il presidio c’è stato un flash-mob dell’Unione degli Studenti Milano: “Se non l’avete ricostruita voi, lo faremo noi” recitava lo striscione. L’obiettivo degli studenti è quello di ottenere una riforma della scuola dal basso.

“L’emergenza coronavirus  – afferma Ludovico Ottolina, coordinatore dell’UdS Milano – ha dimostrato che la nostra scuola va ricostruita da zero. Le istituzioni sono complici dell’emergenza scolastica che stiamo vivendo da ormai più di 200 giorni: la nostra scuola va ricostruita, non chiusa”.

Spazi, tamponi e sicurezza

“Rivendichiamo – denuncia Ludovico Di Muzio dell’UDS Lombardia – gruppi classe più ristretti e più spazi, per garantire assunzioni contro il precariato, qualità didattica e sicurezza sanitaria. Tornare a scuola deve significare garantire la salute di tutta la cittadinanza: ci servono tamponi regolari, tracciamento, sistemi di areazione e purificazione dell’aria, presidi medici e termoscanner. Regione Lombardia deve smetterla di ignorare il diritto allo studio, basti pensare ai 3,5 milioni di tagli di quest’anno”.

“Disinteresse e caos programmato da Regione e Governo”

C’è tanta rabbia dopo l’ultimo stop imposto dal Governo e prorogato dalla Regione fino al 24 gennaio, nella speranza che nel frattempo la Lombardia non finisca in zona rossa. In quel caso, il ritorno in classe slitterebbe ancora.

“La Didattica a Distanza – attacca Giovanni Colombo dell’UdS Milano – ha dimostrato che i metodi didattici frontali non funzionano. Basta pensare agli oltre 34mila studenti a rischio abbandono scolastico, alle migliaia di casi di stress, ansie, problemi psicologici. Siamo da troppo vittime del disinteresse e del caos programmato di Regione e Governo”.

Serve un vero e proprio investimento nella scuola e a ciò che le sta attorno: dal diritto allo studio fino ai trasporti. “Anche la scuola prima della pandemia non ci andava bene: bisogna anche ripensare la didattica e la valutazione – conclude Giovanni – che si sono dimostrate fallimentari”.

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