Multata, ma non se ne accorge: ora il Comune le chiede quasi 1000 euro
Il legale della dottoressa annuncia ricorso e prepara un esposto.
Preme troppo l'acceleratore mentre va in ospedale a lavorare, prende la multa, ma lo scopre solo mesi dopo quando, nella cassetta delle lettere, trova un sollecito a pagare 954 euro. Ma lei, Alessandra Picone, gastroenterologa-endoscopista digestiva dell'Asst Ovest Milanese che vive a Milano, non ci sta e si prepara a fare ricorso contro il Comune di Corbetta.
I fatti
Sono le 8.08 del 19 giugno quando la dottoressa supera il limite di velocità in via Milano, mentre dal capoluogo si reca all'ospedale di Magenta per prendere servizio. La sua vettura, secondo l'autovelox, marcia a 16 km/h in più di quelli consentiti, ossia 50 km/h. Ma lei, in ritardo, non se n’era accorta.
Fino a quando, il 3 novembre, un sollecito la catapulta in un brutto sogno: una multa da 360 euro, cui se ne aggiunge, e lo scopre solo dopo un colloquio telefonico col Comando di Polizia Locale, una seconda da 595, per un totale di 954 euro.
I due verbali erano stati notificati solo tramite posta elettronica certificata il 30 giugno e il 21 settembre. «La dottoressa ha per legge, in quanto professionista, la casella pec, ma non la consulta – spiega il suo avvocato, Giorgio Maria Zamperetti – Quindi ha scoperto dei verbali solo al ricevimento cartaceo del sollecito. Nel frattempo, da 121 euro iniziali, la cifra è lievitata a quasi mille euro, complice la mora e la mancata comunicazione per la decurtazione dei punti, che ha fatto scattare un secondo verbale. Le è caduto il mondo addosso, anche perché professionalmente sta vivendo un momento complesso, in prima linea come tanti suoi colleghi. Lei avrebbe pagato subito se la sanzione fosse stata notificata via posta, riconoscendo di aver superato il limite di velocità, anche se per una buona causa».
Picone, dopo essere stata in prima linea nel lockdown, si stava infatti impegnando per recuperare l’arretrato delle centinaia di prestazioni mediche che erano state annullate nella prima emergenza sanitaria.
L'avvocato: «Condotta illegittima dell’ente»
«Non è libera professionista e non è titolare di partita Iva, la sua iscrizione nel registro Ini-pec è conseguente a quella all’Ordine dei medici, e come potrete comprendere in questo periodo, ha cose ben più importanti da fare per l’interesse pubblico che consultare una casella per creata per altri fini – fa notare l'avvocato - La notifica, tra l'altro, effettuata dal Comune con questa modalità è illegittima, perché viola la circolare del Ministero dell’Interno dell'8 giugno 2020 che stabilisce che ”in nessun caso potranno essere effettuate ricerche massive e indiscriminate di indirizzi pec partendo dal codice fiscale di una persona fisica, svincolate dalla valutazione del singolo caso e dalle concrete modalità di utilizzo del veicolo oggetto di accertamento della violazione”».
«Pronti a una battaglia legale»
L'avvocato ha chiesto formalmente (via pec) che l'Amministrazione Ballarini, in via di autotutela, annulli i verbali, provvedendo alla notifica in forma ordinaria del primo verbale che la dottoressa è pronta a pagare. «Mi sembra un giochetto volto a fare cassa – continua l'avvocato – E so che ci sono tanti casi simili. Si invita gli automobilisti a far ricorso, sapendo che spesso finiscono con il lasciar perdere. Ma non è questo il caso. Sono pronto non solo con un ricorso, ma anche a procedere con un esposto in Procura, Prefettura e Corte dei conti, perché la condotta illegittima può costituire un danno erariale a seguito delle spese legali cui sarà certamente condannato il Comune».
Alla prima pec, ne è seguita una seconda che chiede di «chiarire perché si effettuano notifiche delle contravvenzioni via pec quando lo possono fare solo allorché ci sia una contestazione immediata dell’infrazione». Nessuna risposta.
La replica del sindaco
«Non spetta a noi decidere se è legittimo o meno, noi abbiamo seguito ci che dice la legge, cioè che la posta certificata ha la valenza della raccomandata - ha commentato il sindaco Marco Ballarini - Deciderà a questo punto il giudice e se ci dirà i notificare via posta, lo faremo, poi non ci si lamenti dei costi di spedizione (circa 11 euro. L'anno scorso un cittadino si è lamentato proprio di questo: pur avendo una pec, fu notificato il verbale via posta con tanto di spese». Il sindaco entra poi nel merito della vicenda: «Ringrazio medici e infermieri per il grande sacrificio di questi mesi, ma quanto stanno facendo non deve essere un alibi. Le regole ci sono e son si rispettano se ne pagano le conseguenze, anche se si sta andando in ospedale o si rientra da turni massacranti».