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Sviene sul pullman e viene soccorsa da due sconosciuti: «Aiutatemi a trovarli»

Camilla Vitaloni, di Lainate, cerca gli angeli custodi per ringraziarli dell’aiuto

Sviene sul pullman e viene soccorsa  da due sconosciuti: «Aiutatemi a trovarli»
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Sviene sul pullman e, nonostante l’emergenza Coronavirus in atto che ha reso le persone più diffidenti nell’aiutare il prossimo per paura di un possibile contagio, viene soccorsa da due sconosciuti: «Aiutatemi a trovarli».

Sviene sul pullman e viene soccorsa da due sconosciuti: «Aiutatemi a trovarli»

E’ svenuta sul pullman e, nonostante l’emergenza Coronavirus in atto che ha reso le persone più diffidenti nell’aiutare il prossimo per paura di un possibile contagio, è stata prontamente soccorsa dall’autista del mezzo di trasporto e da una passeggera.
E’ la storia di Camilla Vitaloni, 52enne lainatese da pochi mesi, che sabato scorso si è trovata in difficoltà dopo un malessere.
La donna era insieme alla figlia di 13 anni quando, salite sull’autobus Z617 della Movibus alle 13.50 diretto a Lampugnano, è svenuta.
Vitaloni ha problemi di salute e come riporta lei stessa «capita di perdere i sensi ma non mi è mai capito, neanche in periodo Covid free, di essere soccorsa e aiutata in questo modo».
La donna, dopo aver perso i sensi ha battuto violentemente la testa contro il manicotto del pullman.
In quel momento la figlia minorenne non sapeva come comportarsi ed era spaventata ma fortunatamente c’erano «due angeli custodi» che hanno aiutato la donna e la figlia.
«L’autista dell’autobus si è precipitato a prestarmi soccorso - spiega Vitaloni - Appena ho ripreso i sensi mi ha portato del ghiaccio che aveva vicino al posto guida e ha insistito per chiamare l’ambulanza. Un’altra signora, un’infermiera, si è avvicinata e mi ha spiegato come dovevo tenere il ghiaccio e si è preoccupata di mia figlia che era palesemente agitata».
Camilla VitalonI vorrebbe tanto ringraziare i due buoni samaritani che l’hanno aiutata ma al momento per lei sono ancora due persone sconosciute.
Per questo chiede l’aiuto di tutti, lainatesi e non: «In un periodo del genere dove chiunque è un probabile contagio, i due non ci hanno pensato un attimo pur di salvarti la vita - racconta la donna - Loro di me non sapevano nulla ma non si sono tirati indietro. In quel momento ero solo una persona che andava aiutata, non una probabile malata di Covid. Mi hanno toccata senza guanti e senza perdere tempo. Vorrei poterli ringraziare di persone per il gesto di umanità fatto nei miei confronti e in quelli di mia figlia ma non so come rintracciarli. Ricordo poco di ciò che è successo sul pullman, so solo che l’autista portata degli occhiali da sole scuri mentre la donna, sulla sessantina, è straniera e lavora come infermiera nella casa di cura Pio Alberto Trivulzio di Milano. Vi prego aiutatemi a trovarli!».

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