Mondo Charge: "No al taglio del 50% in caso di frequenza di Cdd"
Luigi Di Lello, presidente dell'associazione con sede a Rescaldina, fa un appello ai sindaci dell'ex ambito del Legnanese affinché venga rivisto il bando del Piano di Zona che eroga i fondi a favore della misura B2.

Mondo Charge: "No al taglio del 50% in caso di frequenza di Cdd". Luigi Di Lello, presidente dell'associazione con sede a Rescaldina, fa un appello ai sindaci dell'ex ambito del Legnanese affinché venga rivisto il bando del Piano di Zona che eroga i fondi a favore della misura B2.
Mondo Charge: "No al taglio del 50% in caso di frequenza di Cdd"
Il 4 maggio 2020 il Piano di Zona dell’Alto Milanese ha pubblicato il bando che eroga i fondi a favore della misura B2, rivolta a persone con disabilità grave.
"Dalla lettura del bando abbiamo notato una particolare discrepanza in merito ai contributi riconosciuti ai disabili dell’ambito ex Legnanese, rispetto a quanto riconosciuto ai disabili dell’ambito ex Castanese, come se l’accordo di programma che istituisce il Piano di Zona dell’Alto Milanese, per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e sociosanitari, non esistesse" afferma Luigi Di Lello. "In qualità di presidente dell’associazione Mondo Charge, associazione con sede a Rescaldina e che si occupa di disabilità, in qualità di genitore di un ragazzo disabile grave e in rappresentanza del Comitato Famiglie Disabili Lombardia che, da dicembre dello scorso anno, sta combattendo per la modifica del DGR XI/2720 in oggetto, che ha portato poi all’approvazione del successivo DGR XI/2862, con questa mia, sono a esprimere il nostro disappunto per la discriminazione che di fatto si è instaurata con l’uscita del bando in oggetto".
Le osservazioni del presidente di Mondo Charge
Di Lello sottolinea i seguenti punti:
- Un disabile residente nel suo comune, che volesse intraprendere un progetto di vita indipendente, si vedrebbe riconosciuto un importo variabile tra 350 e 150 euro in meno rispetto allo stesso disabile residente in uno dei comuni dell’ex ambito Castanese.
- Un disabile, che usufruisce di un assistente personale regolarmente impiegato, residente nel suo comune, si vedrebbe riconosciuto un rimborso, in funzione delle ore di assistenza, di 100 euro in meno rispetto allo stesso disabile residente in uno dei comuni dell’ex ambito Castanese.
- Una famiglia con un ragazzo disabile adulto, residente nel suo comune, per l’assistenza del caregiver familiare, per un periodo maggiore di 14 ore al giorno, si vedrebbe riconosciuto 100 euro in meno rispetto alla stessa famiglia residente in uno dei comuni dell’ex ambito Castanese.
- Una famiglia con un ragazzo disabile adulto, residente nel suo comune, per l’assistenza del caregiver familiare per un periodo minore di 14 ore al giorno, si vedrebbe riconosciuto 50 euro in meno rispetto alla stessa famiglia residente in uno dei comuni dell’ex ambito Castanese.
La questione dei CDD
Il presidente si sofferma in particolare su questo punto: "Una famiglia con un ragazzo disabile adulto, residente nel suo comune, per l'assistenza del caregiver familiare, per un periodo maggiore di 14 ore al giorno, ma che frequenta un centro diurno, si vedrebbe riconosciuto 250 euro in meno, rispetto alla stessa famiglia, residente in uno dei comuni dell’ex ambito Castanese.
A gennaio 2020, la mia associazione, insieme al Comitato Famiglie Disabili Lombardia, mise in atto una forma di protesta, ferma ma civile, per chiedere a Regione Lombardia di riscrivere la delibera XI/2720. A seguito di quella protesta e di due distinte mozioni, la stessa venne, da prima ritirata e poi modificata, con l’approvazione del DGR 2862. Uno dei punti su cui la mia associazione, unica in tutta la Lombardia, chiese di intervenire fu la cancellazione della direttiva che escludeva i disabili iscritti a un centro diurno dai benefici concessi dalla misura B2 e con piacere Regione Lombardia fece sue le motivazioni modificando il punto in questione.
Le motivazioni che portarono a questa decisione furono che: 'Un disabile adulto, per quanto in stato di gravità, che frequenta un centro diurno è già, da delibera, escluso dalla misura B1, quella più corposa, più importante e più specifica in merito a disabilità gravissima. Già questo, di per sé, sarebbe da rivedere e stante la situazione, le famiglie in tali condizioni, hanno sempre dovuto ripiegare sulla misura B2, meno performante e specifica. Occorre inoltre sottolineare che un disabile adulto, proprio per natura anagrafica, è facente parte di un nucleo familiare che vede genitori spesso anziani se non addirittura soli, cosa che va a sommare fragilità a fragilità. Inoltre, è da considerare che lo status di adulto di un disabile, spesso lo è solo ed esclusivamente per uno status puramente anagrafico ma non lo è da un punto di vista educativo, comportamentale, comunicativo e di capacità o competenze. Inoltre, un adulto, proprio per conformazione fisica e struttura ossea è di gran lunga più difficoltoso da gestire, alimentare, lavare, cambiare ecc…'.
L'appello del presidente
"Considerato che i caregiver di persone con disabilità grave o gravissima vivono in una condizione di abnegazione quasi totale, che compromette i loro diritti umani fondamentali: quelli alla salute, al riposo, alla vita sociale e alla realizzazione personale e che l'impegno costante del caregiver familiare prolungato nel tempo, ancor di più nel periodo storico che stiamo vivendo, può mettere a dura prova l'equilibrio psicofisico del prestatore di cure ma anche dell'intero nucleo familiare in cui è inserito.
Pertanto con la presente siamo a chiedere che possiate agire, nei confronti del Piano di Zona, affinché almeno la condizione di abbattimento del 50% del contributo assegnato per l’assistenza del caregiver venga eliminato dal calcolo del contributo finale.
Nella particolarità, pur se il DGR XI/2862 del 18 febbraio 2020 lascia all'ambito territoriale la discrezionalità nella riduzione dei contributi in caso di frequenza di un CDD, tale discrezionalità è già stata esercitata nel differenziare il disabile in carico alla famiglia per più o meno di 14 ore, per questa ragione, l'ulteriore taglio del 50%, in caso di frequenza di CDD, appare una misura più discriminatoria che utile alle esigenze di bilancio della gestione del fondo.
Certi che capiate il senso di questa nostra comunicazione, nell’ottica di migliorare le condizioni di vita delle famiglie che vivono in silenzio, con coraggio e dignità la loro situazione, consci della ristrettezza delle risorse e senza voler scatenare una 'guerra tra poveri' che sarebbe un'aberrazione, riteniamo che questa nostra unica richiesta possa essere ritenuta approvabile e condivisibile anche a salvaguardia delle famiglie che, in quanto residenti nel suo comune, stanno a cuore a un sindaco, come gli stanno a cuore i propri figli".