Valentina Battistini: «Non riuscirete a fermarmi...»

Valentina Battistini: «Non riuscirete a fermarmi...»
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Intervista a cuore aperto della donna che è stata la più votata alle recenti elezioni del Comitato Regionale Lombardo della FIGC ma che ancora una volta è oggetto di attacchi che vogliono mettere la sua gradevole presenza davanti alle sue indubbie capacità

Valentina Battistini: «Non riuscirete a fermarmi...»

Valentina Battistini è indubbiamente la donna del momento, nell’intricato mondo del calcio. Il clamoroso successo personale avuto alle recenti elezioni del nuovo consiglio direttivo della Lombardia (è stata la più votata in senso assoluto) è apparso a tutti come il premio ad una persona che nel corso degli anni si è costruita una chiara credibilità, con i fatti più che con le parole. E’ comprensibile il suo scoramento, quando il suo nome viene affiancato a potenziali situazioni legate a quel potere che, visto dall’esterno, regala immagini viscide del mondo del pallone. E’ facile capire la sua delusione quando legge che la sua gradevolissima presenza “soffoca” le sue riconosciute capacità organizzative e manageriali. Magari da quegli stessi giornalisti che griderebbero allo scandalo, raccontando di una donna vittima di sessismo o, peggio, violenza ma che, in questa circostanza, faticano ad ammettere che nel calcio, contano le capacità, bella o brutta che sia l’interlocutrice. Poco propensa a scendere nel personale, evitando di dare cassa di risonanza a certe situazioni, stavolta Valentina Battistini rompe gli indugi, consapevole che certi illazioni vanno oltre ogni limite umanamente sopportabile.

«Non parlo quasi mai, ma oggi lo ritengo giusto» sottolinea la Battistini. Prima di entrare nel merito, è giusto conoscerla un po’ di più: «Lavoravo e vivevo in provincia di Varese. Con la nascita di mia figlia decisi di trasferirmi a Milano, vicino alla mia famiglia. Trovai lavoro in uno studio legale in centro per poi essere chiamata in un’azienda nel settore dei preziosi come responsabile. La televisione è sempre stato un hobby divertente, tra i mille, ed il calcio una passione. Era il 2006 quando tentai di fare il corso da arbitro ma ero l’unica donna e non mi sentivo a mio agio. Ho sempre alternato lavori di responsabilità a momenti di leggerezza come la partecipazione ad alcune trasmissioni. Questa sono io: seria ed estroversa. Non ho mai subito il giudizio delle persone. Chi non ha peccato scagli la prima pietra. Sono emiliana per cultura: socievole, lavoratrice, trasparente e molto diretta. O mi ami o mi odi, non ho mai lasciato spazio alle vie di mezzo».

Quarta Categoria: il sogno che si avvera

«Circa 6 anni fa – continua Valentina Battistini - decisi di aprire un’associazione sportiva per persone con disabilità , talmente gratuita per le famiglie. Avevo fatto il corso da allenatore per commentare tecnicamente le partite in tv e mi sentivo di ridare la fortuna che stavo ricevendo. Mi resi conto che i ragazzi non avevano un campionato federale e insieme ad un gruppo di amici ci inventammo la “quarta categoria”, un piccolo girone sostenuto dal CSI e dal Cr Lombardia. Non pensavamo potesse essere l’inizio di un sogno che si avvera. Abbiamo costruito una divisione in pochi anni: 140 squadre in tutta Italia, i campionati CIP e le Nazionali ufficiali. La Lega Serie A ha stanziato i primi fondi per i club affinché si avvicinino sempre di più al movimento e, al posto di donare la propria identità, facciano entrare a pieno titolo i ragazzi nelle loro realtà, come è successo per calcio femminile. La Figc ha istituito una vera divisione. Io ho lasciato il mio posto di lavoro per dedicarmi a questo. Abbiamo scritto una pagina del calcio italiano. E’ stata una lotta vera. Siamo orgogliosi. Questa realtà di cui amo ogni singolo centimetro come se fosse la mia pelle, ha ridato a me l’orgoglio di essere italiana perché è il progetto fatto dalle persone migliori che io abbia conosciuto in tutta la mia vita. Abbiamo compiuto un miracolo. Solo io e le squadre che partecipano oggi sappiamo quanto ci è costato. Nessuno mi toglie il valore di questa impresa, tantomeno Pasquali o Sibilia. In prima linea c’eravamo io ed il mio avvocato ed a sostenermi quelli che nel tempo sono diventati amici».

«Non sono una donna con la testa sotto la sabbia»

«Mi sono sempre stati riservati attacchi personali – precisa Valentina Battistini - in quanto donna, ma ogni volta ho deciso di tirare fuori la testa dalla sabbia e battermi per una o l’altra questione. Il prossimo marzo ho la prima udienza del processo contro un uomo che rappresenta istituzioni non calcistiche. Ricevetti degli audio testuali: “Verrà da me senza mutande a cercare lavoro...” si è permesso di dire. Non vado oltre… Il resto è ancora più pesante. Giustizia sarà fatta anche qui: volevano impedire che il mondo del calcio si aprisse alla disabilità».

C’è amarezza nelle sue parole…

«Ogni volta che una donna è in grado di fare una battaglia, l’argomento diventa questo: sei una raccomandata, sei mantenuta o ben altro. Quando ho letto l’articolo pubblicato dal quotidiano “La verità”, spuntano ancora questi argomenti e vengono ingiustamente collegati alla mia candidatura al CR Lombardia. Parole che feriscono: lavoro nella Divisione che ho creato buttando giù muri e ostacoli per meriti miei non di legami. Non esiste nessuna incompatibilità: i miei legali hanno analizzato tutto prima che accettassi di presentare la mia candidatura. Posso lavorare in Divisione come responsabile, e rivestire il ruolo di consigliere regionale del calcio dilettantistico. E’ l’Articolo 29 del regolamento FIGC: “!non possono essere eletti coloro che abbiano come fonte primaria o prevalente di reddito un’attività commerciale e/o imprenditoriale svolta in nome proprio e/o altrui”. Incompatibile è il ruolo di procuratore, cioè colui che trae profitti o il forniture. Non permetto la manipolazione dell’informazione ad uso politico».

«Nessun padrone, esistono donne con testa e carattere»

Aver creato la Divisione l’ha portata a stretto contatto con il “gotha” del calcio italiano. La sua vita, in pratica, è diventata di “dominio pubblico”...

«Sulla questione dei legami personali sorvolo. Ormai ci convivo, sembra il tormentone delle canzoni estive. Quando serve torna in auge. Mi permetta di chiarire che io percorro la mia strada, sempre e comunque, con la mia testa. Sono stata eletta come Consigliere più votato ed intendo gestire questa esperienza nello stesso modo. In passato ho detto “no” alla governance di Tavecchio quando non ero in accordo con lui. Non condivido la politica del Presidente Sibilia e lo sostengo da tanti anni. Non sono mai stata in accordo con le modalità adottate dal reggente Cattelan. Il mio quadriennio da consigliere sarà all’insegna delle mie idee. Nulla di nessun altro. Non ho padri e padroni. E’ la mia forza. Sono coraggiosa e voglio solo che tutto, ovunque, sia fatto con trasparenza anche in ambito finanziario. Non ho mariti che sponsorizzano, famigliari o mandanti. Fatevene una ragione. Esistono donne con carattere e testa. Oggi ci metto la faccia, perché Valentina è Valentina a prescindere da tutto quello che ruota attorno. Non permetto né alle istituzioni né ai politici viandanti di togliermi meriti che derivano dalla mia carriera e dalla mia testa».

Lavorare a contatto con alcuni personaggi “discussi” può essere un ostacolo?

«Non deve esserlo – dice con voce forte e chiara Valentina Battistini – anzi: al contrario sono tutte persone dalle quali imparare. Navigo in questo mondo da circa 10 anni. A Gabriele Gravina devo la fiducia. Auguro a tutti di lavorare con un rivoluzionario. Impari in silenzio a guardare il domani. Franco Carraro è Presidente della mia Divisione, il capo più diretto. Tosto, senza mezze parole, ti insegna a stare al mondo. Gli dovrò per sempre un pezzo di quello che sto imparando e di quello che abbiamo fatto. Tavecchio lo conosco da 5 anni, con lui ho un rapporto di stima enorme. Siamo capaci di discutere e fare pace in 3 minuti per la differenza di generazione. Carlo ha un pregio: ti insegna il coraggio di dire la tua, sempre e ovunque. Ho una grande fortuna, quella di sentire la stima e l’affetto di nomi enormi del calcio italiano che, sorvolando sulle mie questioni famigliari, mi hanno dato la possibilità di dimostrare cosa valgo come donna. Lo percepisco ogni giorno. Mi stanno facendo crescere e mi stanno insegnando. Sono privilegiata ed eternamente riconoscente. I più grandi presidenti mi hanno sempre detto “Vai avanti siamo con te”. Il chiacchiericcio lo lascio agli edicolanti di stampa scandalistica, io ho una fortuna immensa. Quasi tutti i dirigenti che mi hanno conosciuta, hanno apprezzato me: con pregi e difetti, con affetto vero, dandomi la possibilità di imparare da loro».

«Organizzazione e nuove idee per il Comitato»

Cosa porterà di tutto questo nel quadriennio lombardo?

«In Comitato porterò la mia filosofia. Da indipendente, come siamo tutti. Le gestioni precedenti hanno trascurato modelli di procedure che servono a rendere tutto funzionale. Ho mantenuto l’interim della delegazione di Milano, semplicemente per riorganizzare il più possibile, apportando aree funzionali come il centro studi, che potrà servire alla formazione, o l’area comunicazione. Vorrei unire l’esperienza e la novità per iniziare a crescere la nuova leva. Se uno dei componenti della delegazione di oggi si dovesse ritirare non avremmo sostituti. Sta arrivando il processo telematico della giustizia sportiva: dobbiamo adeguare al passo tutto il sistema. Come non essere grati al lavoro delle persone di questa delegazione?. C’è chi viene 5 giorni a settimana ricevendo l’abbonamento del tram annuale. Vanno premiati tutti. Ho la sensazione che il CR non sia in linea con il 2.0. E' come vivere in un Ministero. Le squadre hanno ragione a lamentarsi di questo. Tanto dipende dall’organizzazione centrale. Tavecchio è un guerriero sono certa che farà bene. Continuando a scegliere persone che non avevano esperienza di “management”, il calcio dilettantistico inteso come apparato, non è cresciuto. E’ anche il bello di questa sfida. C’è molto margine di crescita. Una nota positiva sono i dipendenti, tutte persone che se stimolate possono veramente fare la differenza. Bisogna valorizzarli».

Il ricorso degli sconfitti è un freno alle vostre intenzioni?

«Delle elezioni dico che non ho mai visto tanta pochezza. Conosco, più o meno, tutti i consiglieri vecchi, sia della mia lista che quella di Pasquali e non entro in merito delle questioni tra loro ma solo delle mie. Sempre lo stesso carillon. Durante l’elezione mandavano ai giornalisti foto delle mie gambe scaricate da internet. Oggi cercano lo scandalo famigliare. In questi anni però non è mai mancato l'sms di richiesta del biglietto della partita del club del cuore o cose ben più importanti. Quanto era adorabile Valentina. Ho sempre fatto tutto con estrema generosità, fa parte del mio essere emiliana. Quindi mi fa tutto ridere. Se pensano che questa pochezza basti a farsi una carriera politica federale… Capisco meglio perché qui è tutto fermo all’età della pietra dove la donna potevi portartela a casa con la clava. Peccato che io la clava gliela tiro in testa alla prima occasione. Preferisco il ricordo delle elezioni della Serie A dove ti “innamoravi” dei grandi presidenti. Seguivo incantata il loro modo di fare politica. Sono sicura che le candidate donne d’opposizione, che invece non conosco, ci avrebbero regalato grandi soddisfazioni in più. Peccato. Per loro le porte saranno sempre aperte in qualsiasi momento».

Dovrà voltare le spalle anche a questo ultimo attacco gratuito alla sua persona…

«Sto scrivendo un libro: esperienza nuova. E’ la mia storia, lo faccio per non lasciare più spazio a queste bassezze o racconti di fantasia estrema e becera. La mia vita la racconto io, con i suoi alti e bassi come quella di tutti. La vita di una donna dal cuore che batte, che passa attraverso mille esperienze. Taglio le catene che mi legano ad uno stereotipo inesistente. Voglio fare il mio percorso, mettendocela tutta, qualunque cosa decida di fare. A tutti dico che tanto arriverà il sole, le nuvole le spazza via il vento. Basta saper aspettare. Abbiate fiducia di voi stessi e delle vostre capacità, noi donne siamo noi. Con uomini, o caporali, accanto».

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