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Poesie in piedi sulla cattedra: ecco il nostro professor Keating

Come il protagonista del film "L'Attimo fuggente", il docente bollatese sale sulla cattedra e decanta poesie

Poesie in piedi sulla cattedra: ecco il nostro professor Keating
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Una fotografia diventata simbolo e che ricorda tanto il film "L'attimo fuggente". Protagonista è Mirko Tamburello, docente della scuola media Montale di Bollate, catturato mentre declama una poesia in piedi sulla cattedra.

Il professor Keating di Bollate

Una scena già vista, ma solo nel film "L’attimo fuggente". Il professor John Keating, infatti, mostra ai suoi alunni il potere della poesia recitando la frase che poi diventerà simbolo del film: "O capitano! Mio capitano!".
Invece, anche fuori dalle pellicole cinematografiche esistono i professori che superano l’ostacolo della cattedra e la rendono, invece, un ponte per raggiungere più agilmente i propri alunni. E’ proprio il caso di Mirko Tamburello, 37 anni, siciliano d’origine e bollatese d’adozione, docente della scuola media Eugenio Montale dell’Istituto comprensivo Montessori.

Un insegnante rivoluzionario

Un insegnante rivoluzionario, che si è impegnato nel mondo della scuola per far guerra allo stereotipo di ambiente noioso e bacchettone.
Ce lo ha spiegato proprio lui:

"Io ho deciso di fare l’insegnante perché non tolleravo il metodo d’insegnamento dei miei insegnanti - ci ha confessato - Volevo dare una rinfrescata, la mia è stata una forma di rifiuto. Col tempo, infatti, e continuo a modificarlo e migliorarlo, ho creato il mio modo di insegnare che prova ad essere in contro tendenza col metodo tradizionale".

Attirare l'attenzione dei giovani alunni

La sfida più difficile dei professori, oggi, è attirare l’attenzione dei giovani alunni:

"Prima di iniziare la lezione provo sempre a calamitare la loro attenzione in qualche modo - ha continuato il prof - Rendo, dunque, le lezioni più teatrali e attive grazie al coinvolgimento degli alunni stessi. Se sto spiegando storia e tratto dello scisma religioso che ha dato il via alla Chiesa anglicana avrò bisogno di un alunno che interpreta Enrico VIII e di una che fa Anna Bolena. Una scenetta del tutto improvvisata, che non mi toglie via il tempo a nient’altro. Ma ho notato che coinvolgere i ragazzi fa sì che il concetto venga ricordato con maggiore facilità".

Lui, in piedi sulla cattedra

E così, arriviamo alla fotografia simbolo che lo stesso professore ha condiviso sui suoi canali social.

"In quel momento stavo facendo l’attività che più si presta a tutto questo: la poesia. Poesia che va interpretata, narrata - ha continuato Tamburello - Salgo sulla cattedra, indosso gli occhiali da sole e accendo un sottofondo musicale. Posiziono un leggio davanti a me e in quel momento la cattedra diventa un palco".

E così, ha declamato una poesia. "L’infinito"? "A Silvia"? Decisamente no.

"Dopo aver letto ho chiesto ai ragazzi di dirmi cosa ne pensassero. Solo dopo i loro commenti ho detto loro che quelle poesie che avevano appena sentito le avevo scritte io - ci ha spiegato il prof - Questo perché voglio dimostrare che tutti possono scrivere poesie. Se lo faccio io, possono riuscirci anche loro. E dopo aver capito l’emozione che può esserci dietro la poesia, tratteremo anche Leopardi, ma con un’altra consapevolezza".

"Hanno una perspicacia fortissima"

Una scena, quella de "L’attimo fuggente", alla quale gli alunni del prof Keating bollatese sono piuttosto abituati:

"Credo che quel film abbia ispirato tutti e soprattutto tutti i professori di lettere - ci dice - Ho approcciato così con la poesia perché temevo che iniziare con “L’infinito” li avrebbe un po’ allontanati dall’ambito. Poi, invece, se trattiamo di attualità posso anche evitare di “fare il pagliaccio” e posso parlare con la massima serietà per ore con loro, perchè sono interessatissimi. Hanno una perspicacia fortissima, che noi non avevamo. Oggi loro cercano di capire il mondo attraverso i social, ma ottengono spesso risposte provvisorie, sbagliate, superficiali. Io cerco essere comprensivo, mostrarmi dalla loro parte e discutere".

Risultati eccellenti

Un metodo che sembrerebbe dare risultati eccellenti:

"Loro mi sembrano contenti. Io ricordo che quando mancava il professore di italiano a scuola era una festa: con loro, invece, riesco pure a trattenermi di più del dovuto. Anche i genitori apprezzano questo modo di insegnare, gli alunni non hanno più timore delle tre ore di lettere il lunedì".

Un professore che, come si definisce lui, è "senza cattedra". Ma non perché è stato spodestato dal suo ruolo. Tutt’altro.

"Ho trovato le chiavi per il mondo dei giovani... E le uso".

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