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Alluce valgo: cosa sapere sull’intervento

Alluce valgo: cosa sapere sull’intervento
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L’alluce valgo è una problematica molto diffusa. A livello clinico, viene descritta come una patologia, che si contraddistingue per lo spostamento verso l’interno della base del dito alluce. La punta, invece, risulta deviata verso le altre quattro dita.

Come si può leggere sul sito Camillamaccario.it, lo spazio web ufficiale di una delle più celebri chirurghe del piede di Milano, la diagnosi è semplice.

Si basa sulla clinica e, nella maggior parte dei casi, è il paziente stesso a rivolgersi all’ortopedico già pienamente consapevole del tipo di problema da risolvere.

Quando si parla di radiografia all’alluce valgo, è bene ricordare che si parla di un esame effettuato soprattutto con lo scopo di raccogliere materiale per il planning del successivo intervento chirurgico.

Intervento per l’alluce valgo: ecco cosa sapere

L’alluce valgo è legato in primis ad una familiarità. L’alluce valgo è condizione che può anche essere causata da fattori molto diversi tra loro, tra i quali è possibile includere l’artrite reumatoide, problematiche neurologiche e lassità legamentose, si può risolvere con la chirurgia.

Nel momento in cui le terapie conservative, che di base possono arrivare fino a un certo punto e comprendono, giusto per citare alcune alternative, plantari e scarpe con suola basculante, non sono in grado di assicurare al paziente una quotidianità priva di dolore, si interviene chirurgicamente.

Quando si parla di operazione all’alluce valgo, le tecniche a cui fare riferimento sono diverse.

Chirurgia percutanea mini invasiva

La chirurgia mini invasiva rappresenta, nel momento in cui le indicazioni di partenza lo consentono, una strada percorsa sempre più spesso in ortopedia. Tra i suoi vantaggi c’è la riduzione del dolore post operatorio.

Il chirurgo, che in questo caso non ricorre al laccio ischemico, effettua l’anestesia a livello locale o periferica, coinvolgendo, di fatto, l’intera caviglia o la gamba. Utilizzando una lama di dimensioni estremamente ridotte, si procede all’esecuzione dell’incisione. Tramite quest’ultima, si ha modo di inserire tutti gli strumenti utili durante l’intervento chirurgico.

Con l’aiuto di uno specifico strumentario mini-invasivo, il chirurgo procede ad eseguire le osteotomie di cui ha bisogno e la dislocazione della testa metatarsale per poi stabilizzare la correzione ottenuta con una piccola vite in titanio.

A questo punto, con l’ausilio di una fresa abrasiva, il chirurgo ortopedico agisce sull’escrescenza di tessuto osseo, altrimenti nota come esostosi, a livello della “cipolla”, ossia il principale sintomo dell’alluce valgo.

Il risultato dell’abrasione, tramite una procedura di spremitura, viene eliminato attraverso le piccole incisioni eseguite. Ci penserà, in una fase successiva, il ricorso a una piccola raspa a contribuire all’eliminazione di eventuali residui ossei ancora presenti.

Tecnica a cielo aperto

La tradizionale tecnica a cielo aperto prevede un’incisione chirurgica che provoca l’esposizione di tutta l’area da trattare. Il chirurgo ha tutto lo spazio a disposizione per procedere all’osteotomia, ossia la resezione dell’osso sporgente.

Quest’ultimo, in fase successiva, viene fissato nuovamente, aiutandosi con mezzi come le viti.

Nonostante sia oggettivamente efficace, la tecnica a cielo aperto per l’intervento all’alluce valgo è stata soppiantata, nella quasi totalità dei casi, da quella mini invasiva.

Come avviene il recupero

Tra i vantaggi della chirurgia mini invasiva quando si parla di operazione all’alluce valgo troviamo senza dubbio il recupero rapido. Il paziente, una volta dimesso, abbandona la clinica camminando senza stampelle e a pieno carico.

Si tratta di un aspetto di massima importanza e, di fatto, di uno step essenziale per il recupero.

La medicazione applicata subito dopo la conclusione dell’atto chirurgico viene mantenuta per circa un paio di settimane. In questo lasso di tempo, insieme con il bendaggio, svolge un’azione sovrapponibile a quella di un tutore.

Trascorsi 15 giorni, si eliminano i punti di sutura e viene rinnovato il bendaggio, più leggero e meno ingombrante. Nell’arco di un mese, si potrà tornare a camminare con una scarpa normale, a patto che sia comoda.

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