"Un tavolo tra Comuni per la medicina di territorio"
Mengoni: "L’azione coordinata tra Comuni e gli altri livelli istituzionali può fare la differenza per trovare soluzioni oggi, prima che sia troppo tardi".

Una mozione in aula per portare sotto i riflettori la medicina territoriale. Medici di base, certo, ma anche ospedale, quello di Magenta, che sta perdendo la sua centralità.
"Sempre meno medici"
Il Pd richiama anche l’assise locale ad un impegno sul fronte sanitario: «Un ruolo di prossimità fondamentale nelle nostre comunità, soprattutto per le persone più fragili. E la pandemia ha messo drammaticamente in evidenza il valore strategico di una medicina vicina, capace di garantire assistenza e prevenzione in particolare agli anziani (a Magenta circa un cittadino su tre ha più di 65 anni), ai contagiati dal virus e alle loro famiglie – sottolinea la consigliera e medico oculista Elisabetta Mengoni - Per questo la progressiva carenza di medici di medicina generale (in Lombardia si stima il pensionamento di 1.802 professionisti nei prossimi 5 anni) è un problema allarmante che riguarda anche Magenta, dove l’azione coordinata tra Comuni e gli altri livelli istituzionali può fare la differenza per trovare soluzioni oggi, prima che sia troppo tardi».
"Un tavolo tra Comuni per la medicina di territorio"
La mozione depositata impegna l'Amministrazione ad aprire un tavolo con gli altri Comuni del territorio per fare fronte unito su questo tema e avanzare delle proposte: prevedere incentivi economici per i medici che siano disposti a operare negli ambiti più svantaggiati quali quartieri popolari, frazioni, comuni più periferici scoperti da più tempo, prevedendo anche sostegni economici per le spese organizzative e i servizi di segretariato; realizzare accordi tra Comuni e Regione per la messa a disposizione di spazi pubblici a titolo gratuito o con affitti moderati al fine di favorire la scelta dell’ambito da parte del medico fornendo le informazioni già nel bando; elevare il numero di borse di studio ed il relativo importo per la formazione dei medici di medicina generale; strutturare per i giovani medici incarichi che possano prospettare la stabilizzazione e quindi un investimento personale in un determinato ambito; semplificare ai cittadini la procedura di scelta e revoca del medico attivando convenzioni con farmacie, uffici postali e comuni; promuovere la costituzione delle Case della Comunità nelle zone più carenti di medici, stanziando i fondi necessari per l’assunzione del personale sanitario multidisciplinare e garantendo il rapporto di una struttura ogni 50.000 abitanti. «Dal territorio deve alzarsi una voce compatta per garantire una salute pubblica di qualità, vicina e sociale», conclude la consigliera dem.