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Tutto il Consiglio (o quasi) con mascherina rossa per dire "no" alla violenza contro le donne

Il consigliere Zaffaroni che non ha ritenuto di indossare la mascherina rossa e fare la foto, insieme a tutti gli altri consiglieri e assessori per la giornata contro la violenza sulle donne

Tutto il Consiglio (o quasi) con mascherina rossa per dire "no" alla violenza contro le donne
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Tutto il Consiglio comunale di Arese (o quasi) con mascherina rossa per dire "no" alla violenza contro le donne

Tutto il Consiglio (o quasi) con mascherina rossa per dire "no" alla violenza contro le donne

Ieri, martedì 30 novembre, si è tenuto il Consiglio comunale di Arese. A inizio seduta il mondo della politica aresina si è alzato e ha posato, con le mascherine rosse, contro la violenza sulle donne. Tutti si sono prestati con grande partecipazione tranne il consigliere Zaffaroni che non ha ritenuto di indossare la mascherina rossa e fare la foto, insieme a tutti gli altri consiglieri e assessori per la giornata contro la violenza sulle donne. Eleonora Gonnella, presidente del Consiglio comunale, ha commentato così la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Le parole di Eleonora Gonnella

"Il 25 novembre, come ogni anno, si è celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Ringrazio l'Amministrazione comunale e in particolare l’Assessora Denise Scupola per l’interessante programma di incontri, eventi, una mostra organizzato dal 20 al 27 novembre in collaborazione con altri enti e associazioni finalizzato a porre la giusta attenzione su questa emergenza sociale e ad educare i più giovani, ma non solo, alla cultura del consenso, del rispetto e della parità di genere. Un particolare plauso sta nell’aver coinvolto tutti gli istituti scolastici del territorio: Liceo artistico "Lucio Fontana", Liceo scientifico e linguistico "Falcone e Borsellino" e CNOS - FAP Salesiani Don Bosco e nell’aver dato voce ai ragazzi e alle ragazze su questi temi, partendo dai loro vissuti, dal loro percepito. Anche dalla lettura dei loro pensieri, dalla visione delle loro opere si capisce bene che il femminicidio è solo la punta di un iceberg molto grande, dove ciò che si trova sotto la superficie dell’acqua è parte di una cultura che alimenta quella violenza partendo dal non rispetto delle donne. La violenza si sviluppa in molte forme che ledono e violano i diritti delle donne quotidianamente, come la violenza verbale che contribuisce a divulgare stereotipi negativi sulle donne; violenza fisica, violenza domestica, violenza psicologica, violenza economica e violenza per disparità sociali. È necessario modificare il comportamento socioculturale partendo dalle scuole per l’infanzia, dai giovani, dalla famiglia e dal mondo del lavoro. È necessario diffondere e far comprendere l’importanza dell’educazione di genere. È ora di abbattere queste logiche culturali che portano troppo spesso a forme di degenerazione verbale, minacce, attacchi fisici. Ogni battuta sessista, ogni atteggiamento possessivo, aggressivo limita la libertà e i diritti della donna. Formazione, sensibilizzazione, maggiore consapevolezza: oggi con il nostro gesto simbolico di indossare la mascherina rossa stiamo facendo sensibilizzazione, qui nel luogo della rappresentanza democratica delle cittadine e dei cittadini di Arese. Quest’anno credo che un pensiero sia da rivolgere alle donne afghane. In Afghanistan dopo la sconfitta dell’Occidente e il ritorno dei talebani, si è tornati indietro di almeno vent’anni. Le donne non possono più lavorare, studiare, uscire di casa. Sui loro corpi, contro la loro libertà si sta scaricando la violenza fondamentalista dei talebani. Sono drammatiche le testimonianze delle donne che sono riuscite a fuggire. Riporto alcune parole di Laila, una delle responsabili del progetto del microcredito di Pangea, organizzazione no profit che si occupa in particolare di aiutare e sostenere le donne in Afghanistan. Volevo inoltre ricordare l’attività che svolge il centro antiviolenza HARA; Hara opera a favore delle donne per 17 comuni, con una sede a Rho e una a Bollate. Ogni giorno Hara, grazie a un’équipe specializzata composta da operatrici, psicologhe e avvocatesse, garantisce alle donne in difficoltà diversi servizi a titolo completamente gratuito: ascolto e sostegno psicologico, consulenza e assistenza legale, orientamento e supporto nella ricerca di lavoro, accompagnamento all’autonomia abitativa. Nei casi più critici è prevista anche l’accoglienza nelle case rifugio. Nel primo semestre 2021 sono 3 le donne aresine in difficoltà che si sono rivolte al centro. Diffondiamo anche noi come amministratori la conoscenza su questi strumenti di sostegno e aiuto e facciamoci portatrici e portatori di una cultura del rispetto e della parità in ogni contesto in cui ci muoviamo. Grazie"

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