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"Serve uno spazio al cimitero da destinare ai fedeli mussulmani"

"Serve uno spazio al cimitero da destinare ai fedeli mussulmani"
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«Oggi più che mai serve uno spazio per la sepoltura dei mussulmani».
La richiesta arriva, ancora una volta dall’associazione Moschea Abu Bakar, che ha già portato le sue richieste al Tar. La richiesta torna con forza, dopo la morte, sabato, di un cittadino pachistano, Mohammad Aslam Khan, trovato senza vita nella sua casa dopo essere risultato positivo al Covid. Oggi, venerdì, sarà effettuata l’autopsia per stabilire le cause della morte, ma nel frattempo è stata inoltrata una richiesta al Comune per la sepoltura, «ancora senza risposta», precisa il portavoce Munib Ashfaq.

Il caso di Mohammad Aslam Khan

L’uomo era solo in Italia e la difficile situazione pandemica rende difficile il rimpatrio della salma. «Sapevamo che saremmo arrivati a questo punto – incalza – Nel febbraio 2020 chiedemmo un’area cimiteriale destinata alla sepoltura dei nostri morti, in base all’articolo 100 del regolamento di Polizia mortuaria. Fu rigettata: mancava lo spazio, facemmo ricorso. Lo spazio c’è, ma manca la volontà politica. Al Tar, emerse la volontà del Comune di rielaborare la richiesta che fu ripresentata, spiegando come avviene la sepoltura, ossia a terra, con il volto rivolto alla Mecca. Ma ancora ci hanno detto no, perché manca Piano regolatore cimiteriale e noi abbiamo fatto ancora ricorso. Hanno avuto tutto il tempo per redigere il documento». Oggi, spiega Ashfaq, molti Comuni con aree ad hoc, che prima accoglievano le salme di persone residenti altrove, accettano solo
Mohamed Khairi, socio dell’associazione, ha raccontato le peripezie di una donna egiziana mancata un anno fa, la cui famiglia è stata costretta a mandare la salma in patria. Riaz Haroon, socio fondatore di Moschea Abu Bakar, ha spiegato che Mohammad stava per diventare cittadino italiano, rivendicando il diritto di sepoltura. «Una persona che ha lavorato qui, ha pagato tasse, ha diritto di essere seppellito qui - ha ribadito il presidente Ayub Akhter – Non togliamo nulla a nessuno, è una forma di rispetto per i morti di fede diversa».

"Serve uno spazio al cimitero da destinare ai fedeli mussulmani"

La comunità islamica torna a chiedere una piccola area per ospitare i propri morti, «spazio che esiste», ribadiscono, ricordando come molti Comuni stanno optando per questa scelta. Insomma clima ancora teso tra Comunità e Comune: «Un morto non può aspettare Pgt cimiteriale – sottolinea Ashfaq – Si riservi subito spazio e si risponda subito alla richiesta inoltrata per dare giusta sepoltura al nostro fratello, che ora è in obitorio».
Fino ad oggi i musulmani defunti sono stati quasi tutti rimpatriati, con costi spesso elevati, ma oggi le criticità sono aumentate, complice la pandemia.

La precisazione del sindaco

Il sindaco Chiara Calati non vuole scendere nella polemica. In attesa della decisione del Tar la prima cittadina precisa chiaramente «che nessun diritto è negato ai cittadini di fede islamica».
«Al momento, non c’è un’area dedicata alla sepoltura di persone di altre religioni – precisa la prima cittadina – Ma questo non vuol dire che sia negata la possibilità, nel caso una persona di altra fede venga a mancare, di concedere uno spazio di quelli al momento disponibili, rispettando il rito islamico». Ma perché l’istanza della Comunità islamica per la sepoltura del pachistano deceduto non ha ancora avuto risposto? «Si tratta di una procedura che richiede qualche giorno di tempo, è al vaglio degli uffici, ma a nessuno verrà negato un diritto - conclude Calati - Diverso è chiedere un’area ad hoc per la sepoltura islamica, questo richiede tempi lunghi e un iter specifico».

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