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Senago, una maggioranza che si "sLega"?

Una spaccatura è stata già resa pubblica nell’ultimo mese di campagna elettorale per il Consiglio di Regione Lombardia

Senago, una maggioranza che si "sLega"?
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Ma cosa sta succedendo all’interno della sezione Lega di Senago? Accordi non rispettati, lettere al segretario comunale, frecciatine sui social. Una spaccatura che è sempre più palese agli occhi dei cittadini e che ora... è entrata anche in Consiglio comunale.

La sezione commissariata

Le sezione senaghese della Lega è commissariata già da un anno. Molto fumo fin dall’inizio sulla ragione specifica. Ma finché i panni sporchi "si lavano" in via Repubblica 33, nessuno ha niente da dire. Purtroppo, però, la tensione interna tra i vari componenti della maggioranza è palpabile.

Le elezioni regionali

Una spaccatura è stata già resa pubblica nell’ultimo mese di campagna elettorale per il Consiglio di Regione Lombardia. Riccardo Pase, consigliere uscente sarebbe dovuto essere il candidato della città: ex assessore, ex braccio destro del sindaco Magda Beretta, senaghese doc, che nell’ultima legislatura ha cercato di ottenere il massimo dei finanziamenti per la città. E invece no: solo una parte della sezione lo ha sostenuto. L’altra, invece, ha chiesto ai cittadini di votare Jari Colla di Cusano Milanino, fino al 2022 componente della Camera dei deputati per la Lega. Anche il sindaco ha fatto pubblicamente endorsment per lui. La stabilità della Lega sembrava già venir meno agli occhi dei senaghesi, ignari delle dinamiche interne della sezione. Ma il peggio doveva ancora venire.

La Commissione Antimafia

In occasione della prima Commissione Antimafia che aveva all’ordine del giorno la nomina del presidente, succede l’imprevedibile. La maggioranza, compatta, aveva deciso (sembrerebbe in seguito ad accordi leciti che ordinariamente si prendono in occasioni simili) di candidare e votare la consigliera Ornella Lavadini della Lista civica Beretta sindaco.  Al momento della commissione, però, Concetta Timpanaro della Lega, alza la mano e si candida come presidente. Al di là della sorpresa, arriva il momento delle votazioni. Concetta Timpanaro viene votata da tutta la minoranza e "vince" la nomina. Un comportamento strano e insolito, che mostra pubblicamente ancora un volta che la maggioranza non è sulla stessa linea d’onda. E dà il sentore, tra le righe, che qualcuno della maggioranza vada a braccetto con l’opposizione.

Il Consiglio comunale

Si pensa che il peggio sia giunto al termine e invece arriva il Consiglio comunale.
Prende la parola il consigliere di minoranza Giuseppe Sofo mettendo in luce questa frattura nell’ala destra del parlamentino.  E lancia la bomba:

"A dimostrazione di questa divisione interna nella sezione della Lega, c’è una lettera firmata dal consigliere Alessio Riva indirizzata al segretario comunale Redaelli molto forte".

Sofo, dunque, ha chiesto l’accesso agli atti (con un numero di protocollo a lui noto) e ha ottenuto il testo della lettera.

La lettera del capogruppo Alessio Riva (Lega)

"A seguito di quanto accaduto durante la Commissione Antimafia con la presente sono a comunicarle che il consigliere Timpanaro non rappresenta più la Lega in Consiglio comunale e non fa più parte del suddetto gruppo consiliare. [...] Ritengo di assoluta gravità che un consigliere della Lega prenda evidenti accordi con l’opposizione pur di avere la presidenza di una commissione consiliare. Infine, altro aspetto gravissimo compiuto dal consigliere Timpanaro è il non rispetto degli accordi di maggioranza. Da tutto ciò traggo l’evidente ed inevitabile conseguenza che il consigliere Timpanaro abbia deciso di autoescludersi dal gruppo della Lega e dalla maggioranza per passare all’opvposizione, pertanto ribadisco quanto premesso e chiedo ulteriormente che a partire già dal prossimo Consiglio comunale la sua postazione venga spostata dai banchi della maggioranza a quelli della minoranza".

Accordi alle spalle del partito?

L’accusa del Capogruppo della Lega Riva è molto grave: la consigliera Timpanaro tratterebbe con la minoranza alle spalle della propria fazione politica.

"In realtà è andata così - ci spiega la consigliera - Prima di entrare in Commissione Antimafia ho ricevuto la telefonata dal mio segretario, il commissario della sezione Fabio Boniardi, e mi ha detto di candidarmi. Così ho fatto. Ho semplicemente eseguito le linee del partito".

Secondo ciò che dice lei, non c’è stata nessun’altra «riunione» in cui si è deciso un altro nome:

"Vorrei capire anche io di che accordi parla il Capogruppo Riva. Le parole della sua lettera sono molto forti. Io non ho nessun rapporto con la minoranza se non rapporti di cordialità. Non capisco tutte queste polemiche, io non sono qui per rappresentare i miei interessi ma quelli di Senago".

In ogni caso, secondo lei la Lega in città non si presenta come fragile:

"Abbiamo dimostrato proprio nelle ultime elezioni che siamo il primo partito di Senago - ha continuato Timpanaro - Quindi, non ritengo che la Lega sia fragile. Spaccata? Sì, è inutile negarlo. Ma per il bene del mio Comune metterò in secondo piano i miei rapporti personali con il mio Capogruppo e continuerò il lavoro in un’ottica di collaborazione. Soprattutto, secondo me, la Commissione Antimafia è basata su questo principio".

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