L'appello di Italia Viva

"Regione integri i fondi sulla non autosufficienza"

"Le associazioni stanno allertando sulla riduzione degli importanti sussidi per l'assistenza familiare a persone con gravissima disabilità".

"Regione integri i fondi sulla non autosufficienza"
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Appello per l'integrazione dei fondi propri di Regione Lombardia sulla non autosufficienza: è quello lanciato al Pirellone da Italia Viva zona Bareggio, Abbiatense, Magentino e Abbiategrasso.

L'appello di Italia Viva per integrare i fondi sulla non autosufficienza

Hanno scritto Mauro Foieni, presidente di Italia viva zona Bareggio, Sergio Corba, presidente zona Abbiatense, Alberto Fornaroli, presidente zona Magentino e Federico Veronelli, presidente Città di Abbiategrasso:

"Come cittadini nei comuni della nostra zona di Bareggio, Abbiatense e Magentino, ci troviamo a fronteggiare una situazione critica che richiede la vostra pronta attenzione e azione. Le associazioni del nostro territorio, tra cui a titolo di esempio la Uildm di Bareggio, ma sono numerose, stanno allertando sulla preoccupante riduzione degli importanti sussidi per l'assistenza familiare a persone con gravissima disabilità, che entrerà in vigore dal 1° giugno. Si tratta di tagli significativi, pari a 150 euro mensili per l'assistenza familiare e fino a 200 euro mensili per coloro con dipendenza vitale, come stabilito dalla delibera e approvata dalla Giunta regionale il 28 dicembre".

"Le considerazioni delle associazioni sono chiare"

Italia Viva si è quindi fatta portavoce delle preoccupazioni delle associazioni.

"La motivazione di tali tagli è legata all'aumento dell'offerta di servizi sociali integrativi dei Comuni, come previsto dal nuovo Piano Nazionale sulle non autosufficienze - hanno continuato - La riduzione dei contributi economici diretti è stata indicata come la fonte di finanziamento per questi servizi aggiuntivi. Tuttavia, sorge un problema cruciale: la sostituzione dei sussidi attuali con servizi sociali integrativi è praticamente impossibile con le risorse attualmente disponibili, creando un impatto negativo sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Le considerazioni delle associazioni del territorio sono chiare: anziché aumentare la possibilità di scelta delle persone, la riduzione dei fondi la diminuisce ulteriormente. Questa decisione penalizza ulteriormente le persone con disabilità, considerando anche la critica situazione nei nostri ospedali locali, dove mancano servizi essenziali come la possibilità di fare una tac o una visita ginecologica a causa dell'assenza di sollevatori. Questa mancanza rende estremamente difficile l'assistenza a domicilio per pazienti gravi. Il risultato tangibile di tali decisioni è la diminuzione dell'insufficiente aiuto già ricevuto dalle persone con disabilità molto gravi. Queste persone stanno pagando il prezzo per la mancanza di un adeguato supporto per svolgere attività basilari, come quelle legate alla cura igienico-personale quotidiana. Una situazione del genere è semplicemente inaccettabile".

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