Italia Viva: "Sanità regionale nel frullatore"
si chiedono risposte sul destino dell'Ospedale Cantù e del suo Pronto Soccorso "declassato" a Punto di Primo Intervento

"Sanità regionale nel frullatore": Italia Viva Abbiategrasso lancia una dura invettiva contro il Welfare lombardo. I fatti delle ultime settimane sull'errata classificazione della Lombardia in zona rossa nel mirino.
Italia Viva all'attacco
Una sanità regionale a pezzi, insomma.
"Non possono che aumentare lo sdegno e lo sconforto nei cittadini già duramente provati da mesi di pandemia. Non entriamo nel gioco del rimpallo delle responsabilità tra Giunta Regionale, ISS e Ministero della Salute; le ulteriori verifiche fatte in questi giorni stanno facendo emergere le responsabilità. Quel che tutti hanno avuto modo di vedere, però, è che lo stato di confusione, che permane nella gestione dell'emergenza, continua ad influire notevolmente anche sulla compromissione del tessuto sociale ed economico. Centinaia di attività commerciali hanno dovuto subire un ulteriore ed immotivato stop per giorni e giorni con conseguente danno economico. Per questo rimane lo sgomento, lo sdegno e non possiamo fare a meno di domandarci: perché ci ritroviamo ancora in questa situazione? La pandemia non dovrebbe essere più trattata come un’emergenza, è passato quasi un anno e c’era tutto il tempo per affrontare una pianificazione seria. Dopo 11 mesi di morte, sofferenze, dure restrizioni, oggi dovremmo essere nel tempo della cura, della resilienza, del conforto".
"Sanità regionale nel frullatore"
Una sottolineatura sul ruolo delle istituzioni locali, che dovrebbero fungere da "balsamo e soprattutto pensare a ricostruire - èl'affondo - Dovrebbe essere il tempo della ricostruzione della rinascita, ma paradossalmente ci troviamo ancora nel pieno della tempesta, che ha messo in luce quanto siano state inopportune molte scelte effettuate dalle Giunte di centrodestra che si sono succedute al governo della Regione Lombardia negli ultimi anni, in particolare con le giunte a guida leghista. Sotto tutti i punti di vista, da tempo, la sanità lombarda sembra essere finita in un frullatore. Troppa superficialità, tante responsabilità a livello organizzativo e nelle nomine di molti e ben pagati manager (per un totale di circa 11 milioni di euro all’anno) di cui 24 su 40 in quota Lega, spesso scelti semplicemente su criteri di fedeltà al partito del Presidente Fontana. Il problema non è il livello di qualità della sanità lombarda, che eccelle in Europa, ma della sua gestione, della sua organizzazione, delle scellerate scelte politiche di questi anni. Scelte sbagliate, soprattutto nella sua applicazione e a livello organizzativo e gestionale, anche in merito all’ultima riforma della sanità lombarda, bocciata anche a livello nazionale, che ha dimostrato tutte le sue pecche soprattutto nell’ambito della medicina territoriale".
Più coinvolgimento dei sindaci
Molti dindaci di Città Metropolitana di Milano, tra cui anche il sindaco di Morimondo (attualmente Presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Distretto Abbiatense), si sono espressi inviando una lettera lo scorso 25 novembre alla Giunta con la precisa richiesta di procedere ad una revisione della legge regionale 23/2015 sul modello sanitario lombardo. Tra le richieste un maggior coinvolgimento delle Amministrazioni locali e la necessità che le Assemblee dei Sindaci non si limitino più a funzioni di tipo consultivo, propositivo e partecipativo, ma si trasformino in organismi con un peso specifico nelle decisioni che riguardano l’assistenza sociosanitaria nei nostri territori.
"Si rende necessaria, pertanto, una revisione della legge che preveda un maggior coinvolgimento dei Comuni e dei loro Sindaci sulla programmazione e sulle scelte strategiche attraverso una serie di azioni volte a migliorare e, soprattutto, rendere più efficace il sistema di gestione della sanità locale", dice IV Abbiategrasso.
Il tema caldo del Cantù
Sguardo fisso dei renziani sulla città del Leone: "Gli abbiatensi stanno ancora attendendo risposte sul perché non sono mai arrivati i vaccini anti influenzali nei tempi preposti, considerato che migliaia di dosi sono rimaste inutilizzate con il conseguente spreco di migliaia di euro. Quel che sappiamo è che si stanno ancora aspettando risposte sul destino dell'Ospedale Cantù e del suo Pronto Soccorso "declassato" a Punto di Primo Intervento (nonostante le smentite e le pantomime successive). Su questi aspetti non si è ancora fatta chiarezza come richiesto anche con forza dal Comitato Intercomunale per il potenziamento dell’Ospedale Cantù. Tutti si chiedono perché non è ancora stato fatto tutto il necessario per dare operatività completa alla nostra struttura ospedaliera, operatività che ha diritto di avere per storia, territorio ed utenza. Pur plaudendo all’iniziativa del Sindaco Nai di chiedere subito un confronto con la neo assessora lombarda, ci domandiamo: basta cambiare la persona di riferimento in Regione perché le cose si risolvano? Eppure ricordiamo la stretta amicizia e stima reciproca con il precedente assessore Gallera, ormai diventato il solo capro espiatorio. Vedremo se da queste richieste sortiranno delle azioni visto che il Sindaco, nei giorni passati, ha posto la questione anche al Presidente Berlusconi. Come succede ormai da più di 3 anni e non solo sui temi dell’Ospedale, Signor Sindaco, Abbiategrasso
attende risposte. Una prima risposta con il coinvolgimento di chi rappresenta i cittadini sembra esserci stata qualche giorno fa visto che, dopo quasi un anno, è stata convocata la Consulta. Ci auguriamo che sia, davvero, solo il primo passo di un percorso, perché oggi come oggi, quella Consulta dovrebbe essere in convocazione permanente”.