Pogliano

"Il sindaco non ha pagato le tasse, non può fare il primo cittadino"

Lavanga dà la colpa a un'interpretazione della legge ma assicura: "Pagherò in un'unica rata al più presto".

"Il sindaco non ha pagato le tasse, non può fare il primo cittadino"
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Il sindaco di Pogliano Milanese, Carmine Lavagna, nell'ultimo Consiglio comunale ha riconosciuto un debito contratto nei confronti della pubblica amministrazione. L'opposizione cittadina di Vivere Pogliano attacca il primo cittadino evocandone addirittura  l'incompatibilità con il il ruolo istituzionale.

Sindaco incompatibile perché moroso? Vivere Pogliano: "Non ha pagato 64mila euro di tasse, non può fare il primo cittadino"

L'attacco al primo cittadino è stato sferrato dal centrosinistra cittadino in un durissimo comunicato stampa

"Il signor Lavanga non ha pagato Imu e Tasi, come da lui stesso dichiarato, per un totale di 64.000 euro nei confronti del Comune di Pogliano Milanese. Il Ministero degli Interni e la Prefettura hanno confermato che in caso di rateizzazione del debito la causa di incompatibilità viene meno solo al pagamento dell'ultima rata. Questa vicenda fa emergere chiaramente il conflitto di interessi in cui si trova il sindaco Lavanga in quanto operatore economico nel settore edile ed immobiliare, che già in precedenza avevamo sollevato come gruppo consiliare di Vivere Pogliano. E quando Lavanga afferma per giustificarsi che 'i primi cittadini in Italia non hanno gli stessi diritti dei comuni cittadini", noi gli ricordiamo semplicemente che il sindaco ha gli stessi doveri di tutti gli altri cittadini. Bisognerebbe avere maggiore rispetto per le persone che puntualmente pagano le tasse o per quelle che, in un momento di difficoltà, chiedono le rateizzazioni preventivamente. Con quale credibilità questa Amministrazione potrà in futuro chiedere ai cittadini di pagare regolarmente le tasse dovute? A quali e quanti servizi i cittadini hanno dovuto rinunciare in questi anni a causa di quelle tasse che non sono state pagate dal primo cittadino?

Il sindaco: "Pagherò al più presto"

"Non ho mai inteso approfittare delle cariche politiche che ho ricoperto e non intendo farlo nemmeno stavolta - ha scritto Lavanga al Prefetto - Pertanto pagherò al più presto e in un'unica soluzione il mio debito tributario indebitandomi con i miei fornitori e togliendo queste risorse alla mia azienda che di tutto avrebbe bisogno, in questo momento particolare di uscita da un periodo di estrema difficoltà economica, tranne che di questo. Il mio errore è stato quello di fidarmi di un funzionario pubblico che mi ha consigliato di rateizzare il debito anziché andare in contenzioso con l'Amministrazione richiedente. In tale ultimo caso sarei rimasto tranquillo nella mia carica di sindaco senza assilli circa l'incompatibilità".

Lavanga si è poi lasciato andare a uno sfogo: "I sindaci sono un bersaglio, il centro del bersaglio contro cui scagliare la freccia dell'interpretazione della legge che tutto annulla, che mette un sindaco con le spalle al muro e lo fa passare come  un approfittatore, qualcuno che sfrutta la sua posizione per farla franca. Per questo anticipo che farò ogni sforzo per pagare il dovuto e togliere dalla mia testa questa spada di Damocle che il Ministero e la sua Prefettura, con l'ausilio del vecchio segretario comunale, mi avete imposto con un'interpretazione della legge secondo me ingiusta".

 

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