I costi degli affidi mettono in crisi il bilancio
Il sindaco Fortunata Barni, che ha visto lievitare il resoconto economico comunale di 169mila euro, lancia un appello: "Lo stato ci deve aiutare"

Non solo le bollette e le spese sociali, tradizionali o eccezionali, colpiscono i bilanci dei Comuni. Può capitare, come a Robecco, che l’Amministrazione si trovi a dover far fronte a sentenze del Tribunale che gli affidano le spese per l’accoglienza in comunità di minori. Un’eventualità non rara per il soggetto, ma a Robecco diventa rilevante se si considera che sono ora sette i minori affidati di fatto al Comune, a cui si aggiunge anche un adulto.
I costi degli affidi mettono in crisi il bilancio
Una situazione che obbliga l’amministrazione di Fortunata Barni a rimandare progetti su cui già si stava lavorando perché, banalmente, i soldi devono essere utilizzati per pagare le rette che vanno dagli 80 ai 100 euro al giorno.
«Certamente è una scelta che il comune deve in qualche modo accettare – esordisce il Sindaco -, nel mio caso mi sento di dire anche di condividere, perché comunque se il giudice decide di tutelare dei bambini e delle mamme è perché lo reputa opportuno. Ed è lontano dal mio modo di vedere il pensare che dei bambini o delle mamme non debbano essere tutelate, questo è fuori discussione. D'altro canto però le amministrazioni oggi non riescono più a far fronte a queste spese. Per il Comune di Robecco l'inserimento in comunità di sette bambini e un adulto comporterà una spesa per quest'anno di oltre 90 mila euro e nel 2023, se i tempi in cui questi bambini dovranno rimanere in struttura saranno confermati, si tratta di una spesa che supera i 169 mila euro».
Spese non preventivabili che però il bilancio di Robecco potrà in qualche modo assorbire. «Per un comune piccolo come il nostro – prosegue il primo cittadino -, è stato fondamentale avere un bilancio solido, perché se questa tegola fosse arrivata con un bilancio al limite e a fronte anche del momento storico che stiamo vivendo, dove le utenze sono triplicate, dove anche come sindaci ci si sta interrogando sulle modalità per poter risparmiare, il rischio sarebbe stato quello del crollo finanziario. Noi questa volta ce la stiamo facendo, però io credo che queste scelte non possano ricadere solo sui Comuni».
L'appello del primo cittadino
Per Fortunata Barni il tema andrebbe gestito direttamente dagli Enti superiori: «Io credo che lo Stato debba essere l'organo preposto per intervenire su queste situazioni perché l'altro rovescio della medaglia è che comunque il sindaco si trova poi costretto a modificare la sua azione politica e gli interventi che aveva deciso di fare. Non le può più fare perché intervenire su un bambino diventa ovviamente prioritario. Dall'altra parte c'è un utenza che paga delle tasse e vorrebbe vedere dei servizi diversi e degli interventi diversi sul territorio, ma non si può fare diversamente. Il mio dispiacere più grande – chiosa Barni - è quello di non vedere poi realizzata tutta la programmazione che l'amministrazione si era data perché purtroppo dobbiamo tenere conto quest'anno delle utenze che si sono triplicate e di questa situazione che si è creata».