Caso Accam: il MoVimento 5 Stelle dice la sua

"La vicenda del “termovalorizzatore” Accam sta arrivando ad un punto cruciale."

Caso Accam: il MoVimento 5 Stelle dice la sua
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Accam è una società nata per volontà pubblica, con capitale pubblico, con una missione pubblica al servizio del territorio e che da tempo ha perso ogni utilità. Al contrario Accam si dimostra una realtà inefficiente sia dal punto di vista delle finanze pubbliche , sia dal punto di vista ambientale della salute pubblica.

Caso Accam

"I Sindaci del territorio decisero di far concludere l’esperienza Accam nel 2017. Ciò avrebbe comportato l’utilizzo dei fondi che Accam avrebbe dovuto aver accantonato per la bonifica del terreno su cui giace, la liquidazione della società e dei dipendenti ( attualmente 27). Invece ci si accorse a poche settimane da tale termine che la società versava in difficoltà economiche ( o almeno così venne dichiarato ai quattro venti) e che l’unico modo per non farla fallire era posticiparne la chiusura di 4 anni. I sindaci ci credettero e votarono da soci per il prolungamento. A neanche 2 anni da tale “sofferta decisione” in una sorta di deja vu, il Consiglio di Amministrazione della società pubblica “in-house” si dichiara incapace di portare a liquidazione la società e a chiudere l’impianto. Motivi principali addotti sono le solite difficoltà finanziarie ( peggiorate nel frattempo) , la mancanza di fondi per la bonifica ( mai accantonati finora?) e la salvaguardia dei 27 posti di lavoro ( che già stanno beneficiando di una proroga sulla naturale scadenza)."

Queste le parole iportavoce Nazionali MoVimento Cinque Stelle l'onorevole Niccolò Invidia, l'onorevole Riccardo Olgiati e i portavoce Comunali MoVimento Cinque Stelle Alto Milanese il conigliere Emanuele Brunini (Comune di Magnago) il consigliere Edi Camillo (Comune di Nerviano), il consogliere Fabrizio Poncato (Comune di Fagnano Olona) e il consigliere Christian Vitali (Comune di Parabiago).

Il Movimento 5 Stelle non si fida di Antonelli

"Accam è una società nata per volontà pubblica, con capitale pubblico, con una missione pubblica al servizio del territorio e che da tempo ha perso ogni utilità. Al contrario Accam si dimostra una realtà inefficiente sia dal punto di vista delle finanze pubbliche , sia dal punto di vista ambientale della salute pubblica. Questo, Antonelli, sindaco di Busto Arsizio in quota Forza Italia, lo sa bene , ma fingendo nulla fosse, attacca il Movimento 5 Stelle, comitati cittadini, Legambiente , opposizioni, e persino la sua
maggioranza e gli altri sindaci soci , appellandoli pubblicamente “teste di cazzo”. Possiamo fidarci di chi non ha risolto nulla finora, ha aggravato la situazione e, nonostante il ruolo istituzionale locale , ha un tale censurabile contegno? Noi non ci fidiamo, i cittadini non hanno bisogno di Accam e vi spieghiamo perché. Non esiste alcun “rischio mercato” per il ciclo integrato dei rifiuti per il nostro territorio. Non è vero che le tariffe che Accam applica ai propri comuni soci siano le più competitive del mercato. Infatti diversi Comuni soci non conferiscono in Accam e altri vorrebbero andare sul mercato a negoziare tariffe più concorrenziali, senza sentirsi “moralmente” impegnati a rifocillare le ciminiere di Borsano. Al contrario è vero che lo stesso CDA aveva proposto di alzare le tariffe applicate ai Comuni soci ( ed hai cittadini) in maniera addirittura retroattiva!! Non è vero che Accam potrà sopravvivere restando pubblica ed “in-house” con questi livelli di conferimento e con il trend virtuoso della raccolta differenziata nei comuni. Si vuole far diventare Accam privata, con l’ingresso di soci privati e assoggettarla alle logiche del lucroso business dello smaltimento, piuttosto che a quelle dell’equo servizio al territorio."

"Antonelli fa finta di non sapere"

"Antonelli fa finta di non sapere, lancia allarmi ed intanto si fa autorizzare a prorogare fino al 2027 l’affitto del terreno su cui giace l’impianto e si propone di rastrellare le quote di tutti quei comuni che trovano più conveniente conferire altrove. Perché lo fa? Forse perché anche Antonelli pensa di uscire da Accam, ma non subito e non al prezzo che verrà riconosciuto agli altri. Forse il sindaco Antonelli pensa che avere un pacchetto di quote acquistate a bilancio a poco, sia un’ opportunità da cogliere al volo incentivando gli altri a vendere. Ogni Socio che lascia la propria quota, ingrossa quella di chi rimane ( se non intervengono acquirenti esterni) ed un domani potrebbe sempre arrivare un “cavaliere bianco” a comprarsi il pacchetto completo e ad assicurare gli introiti da affitto terreno. Certo, chi acquisterebbe mai quote di una azienda che ha i giorni contati ed in liquidazione? 2021 è troppo poco, 2027 è una data su cui si potrebbe ragionare e poi chissà, potrebbe andare avanti 30anni come suggerito dallo stesso Antonelli. Lui il sindaco candidato alla guida della Provincia, tutte queste cose le sa, ma ovviamente racconta ai cittadini e ai colleghi sindaci tutta un’altra storia. Antonelli si barrica all’interno del Comune di Busto, schierando le forze dell’ordine mentre chiude l’accesso dell’assemblea della società pubblica Accam ai suoi cittadini, giornalisti , consiglieri comunali e persino a parlamentari della Repubblica Italiana che “vengono a creare disturbo” al suo delirio di onnipotenza. Antonelli ignora le regole della trasparenza, della democrazia e anche di essere un “Primo Cittadino” di una città inserita nel territorio dello Stato Italiano. “Vada dalla Cerini ( consigliera 5 Stelle ndr) a rompere le balle , non venga da me”, “ io qui sono il padrone di casa e le dico che Lei deve andarsene” oppure “i parlamentari hanno la Camera ed il Senato , io non vado da loro“ comandando le Forze dell’Ordine con frasi come “ voi potete anche andare adesso, questi qui
non ci fanno paura”. Per Antonelli le assemblee di una società pubblica in-house sono un fatto “privato”, non sono ammessi testimoni e il sito istituzionale del Comune di Busto il suo blog da cui lanciare attacchi politici. “La voce del padrone” fu il primo LP in vinile a superare il traguardo del milione di copie vendute in Italia. Era il 1981 ma sembra di risentirlo nell’aria."

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