L'evento

Presentato al Meet il primo report di Over, l'Osservatorio vulnerabilità e resilienza

"Fare un rapporto e costituire un osservatorio è sempre importante. Non tanto per il racconto dell'esistente quanto per l'anticipazione del futuro"

Presentato al Meet il primo report di Over, l'Osservatorio vulnerabilità e resilienza
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Il ceto medio fa fatica e i caregiver sono sempre più schiacciati dalle fatiche quotidiane. Anche nella “ricca” Lombardia, sempre più il disagio economico si lega a problematiche sociali, lavorative, abitative, sanitarie, educative, secondo la nota tendenza delle vulnerabilità a sommarsi, moltiplicarsi. L’instabilità reddituale, la crescita del lavoro povero, l’aumento del costo della vita, la difficile tenuta abitativa, la faticosa conciliazione tra cura e lavoro, l’espandersi delle non autosufficienze: un tempo queste criticità venivano in qualche modo fronteggiate dalle famiglie, nel ruolo tradizionale di ammortizzatore sociale. Ora è sempre meno così: si pensi alla riduzione dell’ampiezza media familiare, all’aumento delle famiglie unipersonali, all’impatto che hanno separazioni e divorzi sulla tenuta socio-economica delle persone, in una regione in cui nascono ventimila bambini in meno all’anno rispetto a soli dieci anni fa, e dove gli over 65enni aumentano al ritmo di oltre sessantamila ogni dodici mesi.

Presentato al Meet il primo report di Over, l'Osservatorio vulnerabilità e resilienza

Spaccati questi che emergono dal primo report di Over, Osservatorio vulnerabilità e resilienza nato dall'alleanza tra le Acli - Associazione cristiana lavoratori italiani della Lombardia insieme agli Enti di ricerca Irs - Istituto per la Ricerca sociale e Ars - Associazione per la ricerca sociale. Un lavoro quanto mai attuale, suffragato dai numeri, quello presentato nella mattinata di lunedì negli spazi del Meet a Milano. Un'indagine curata da Daniela Mesini, Sergio Pasquinelli, Giulia Assirelli, Francesca Pozzoli.

Alla presentazione hanno preso parte in rappresentanza di Acli Lombardia e il presidente Martino Troncatti e Giuseppe Imbrogno. Ad intervenire nel corso della mattinata sono stati l'assessore del Comune di Milano Lamberto Bertolé che ha sottolineato l'importanza sociale che riveste il lavoro svolto.

"Fare un rapporto e costituire un osservatorio è sempre importante. Non tanto per il racconto dell'esistente quanto per l'anticipazione del futuro. In quest'ottica il fattore resilienza sta a dirci una cosa: bisogna essere capaci di rispondere alle crisi e agli shock. Arrivare preparati alle sfide future".

Infatti:

"Abbiamo davanti una fase di riduzione della popolazione complessiva. Saremo 5 milioni in meno e la fascia della popolazione anziana è destinata ad aumentare. Gli anziani saranno quindi più soli, con meno figli e mostreranno difficoltà nell'avere un sistema informale di cura vicino a loro. Questi dati ci dicono che bisogna anticipare i cambiamenti. Non ci sarà più alternativa secca domicilio-rsa ma bisognerà valorizzare l'assistenza domiciliare e la presenza di luoghi territoriali che consentano alle persone di stare più a lungo nel proprio domicilio".

Dal canto suo l'assessore regionale Elena Lucchini ha fatto presente che:

"Regione Lombardia ha messo in campo misure e tanti investimenti importanti tra cui il supporto alla genitorialità, al sostegno abitativo dei genitori separati, fino ad arrivare alla misura Nidi gratis, che ha permesso di azzerare le rette degli asili nido".

Il lavoro analizzato trae spunto da un campione decisamente significativo, pari ad un terzo dei dichiarativi 730 elaborati dai Caf Acli in tutto il territorio nazionale e a circa il 10% di quelli complessivamente pervenuti all’Agenzia delle Entrate dal territorio lombardo in ciascuno dei tre anni. Il 76% del suddetto campione, corrispondente a poco meno di 300mila contribuenti, è costituito da coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi in tutti e tre gli anni di nostro interesse ed è su questo panel, degli stessi cittadini lombardi, che si è concentrata l’analisi longitudinale dei reddito e delle scelte di spesa.

I soggetti che compongono questo panel rappresentano una significativa porzione del ‘ceto medio’ lombardo, caratterizzato da un reddito medio di circa 26mila euro annui, decisamente in linea con i dati del Mef relativi alla totalità dei contribuenti lombardi (25.780 euro per il 2020 e 25.330 per il 2021). Più di un contribuente su 5 appartiene alla categoria dei ‘vulnerabili’ (22%) cioè di coloro che assommano a redditi piuttosto bassi (inferiori a 14mila euro annui), anche qualche altra forma di disagio economico o sociale, quali carichi di cura importanti in età potenzialmente più critiche. Si tratta di 65mila contribuenti che, se proiettati sul totale dei contribuenti lombardi, consentono di stimare 900mila persone in Lombardia con un reddito per due volte e mezzo più basso di quello del resto della popolazione (9.399 euro contro 22.572 nel 2021).

Il report presenta inoltre i risultati della più estesa ricerca mai realizzata sui caregiver lombardi, prendendo come punto di riferimento gli utenti dei Patronati Acli delle province lombarde che tra il 2021 e il 2022 hanno fatto domanda di prestazioni di invalidità civile, con particolare riferimento all’indennità di accompagnamento, con una attenzione specifica alle prestazioni richieste per anziani ultra 65enni.

Hanno risposto all’indagine quasi duemila soggetti, a fronte di un universo stimato di quasi 400mila persone. Nella grande maggioranza dei casi (75%) l’attività di cura è svolta dai figli dell’anziano, mentre nell’11% dei casi sono i coniugi o partner a prestare assistenza. Secondo il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti, invece, è necessario agire in base ad un orizzonte temporale più ampio, poiché

"Se lasciamo le disuguaglianze lì dove sono oggi, che Paese possiamo costruire? Serve piuttosto finanziare connessioni, andare in una direzione di lavoro comune. Perché più si è fragili e soli e più lo si diventa. La sfida che abbiamo di fronte è quella di trovare altre risorse, metterle a fattor comune fornendo una chiave di lavoro più connettiva".

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