Ex Fornace, progetto sbagliato
Quello presentato dalla proprietà non tiene conto di alcuni vincoli emersi dalla Conferenza dei Servizi. E il Comune ne richiede la modifica
Quello presentato a novembre dalla proprietà non risponde alle richieste della Conferenza dei Servizi. E il Comune chiede di rivederlo o di tornare in Regione.
Ex Fornace storia infinita
Chi vive a Tradate o passa per la Varesina ha bene in mente quello che è oggi l'ex Fornace. Negozi vuoti, un plesso mai ultimato, cemento a vista e tanto abbandono. A funzionare sono rimasti pochi grossi marchi, le catene: McDonald, Old Wild West, Brico, Tigotà, Ao Mai, Casa, Ritmo Shoes e il multisala Starplex. Il centro non ha mai decollato, e nel 2015 è dovuto passare dalla Conferenza dei Servizi per la regolarizzazione di 8200 metri quadrati di licenze commerciali. Ad aprile però la rinascita sembrava vicina a quasi un anno dalla vendita alla Nisiro srl di Pierangelo Lumina (a quasi 12 milioni di euro) e la presentazione da parte della passata Amministrazione ad Abbiate del nuovo progetto per il rilancio.
Un progetto che non va bene
In Conferenza dei Servizi Regione, Comune, associazioni di categoria e Provincia erano state chiare. Lì erano definiti circa 550mila euro di oneri di compensazione, cifre a sostegno del commercio cittadino e di lavori necessari ai dintorni del centro. E vincoli per chi, all'asta, avrebbe poi acquistato la struttura. tra questi, la separazione dei parcheggi tra plesso A (quello mai ultimato ) e plesso B (quello col cinema) con una pista ciclabile. La richiesta di permesso lavori presentata ad aprile però prevedeva ben altro. Via la pista ciclabile in mezzo ai posteggi, e le metrature commerciali del secondo piano del plesso A spostate in una nuova struttura tra le due esistenti (nella foto, quella in arancione), lasciando spazio a un parcheggio coperto. Erano poi previsti il rifacimento delle facciate e l'eliminazione della vela all'ingresso, con la realizzazione di una vera piazza e l'adeguamento dei portici per renderli ancora più fruibili. E l'eliminazione del bar centrale, che originariamente avrebbe dovuto fare da "pilone" per un ponte mai realizzato.
O si cambia o si torna in Regione
Nella commissione richiesta dall'ex assessore Sergio Beghi martedì, l'assessore Claudio Ceriani è stato lapidario. "Così il progetto non risponde alle richieste della Conferenza dei Servizi. Abbiamo detto alla proprietà che o lo cambia o deve tornare in Regione". Un passaggio che prima o poi la Nisiro potrebbe comunque scegliere di fare. Gli 8200 metri quadrati regolarizzati sono solo una piccola parte di quelli contenuti nei due plessi, e tutti sono all'interno del plesso B. E di quelli, solo 2200 sarebbero ancora "liberi". "Se la proprietà è intenzionata a spostare le licenze da un plesso all'altro, o ad aumentarle, si dovrà tornare in Regione - ha continuato Ceriani - Sappiamo che ad oggi sta procedendo con l'acquisizione dei negozi all'interno della Fornace di proprietà di privati. Vedremo cosa intendono fare". Passaggio in Regione che, qualora si dovesse discutere l'apertura di nuove licenze, potrebbe comportare per la proprietà l'accordo per nuovi oneri di compensazione a vantaggio dei Comuni.