Confartigianato, Massetti: “Made in Italy, export e sfide globali: servono regole su misura per le PMI”
Dalla tutela dell'artigianato alla crisi geopolitica, passando per il Salone del Mobile, i dazi USA e la polizza catastrofale: l'analisi a tutto campo del vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese.

Il protagonismo alla Giornata del Made in Italy, il successo al Salone del Mobile e la presenza delle PMI al Fuori Salone, i numeri positivi di Pasqua, i timori per i dazi, il quadro geopolitico complesso e la discutibile polizza per gli eventi catastrofali. Eugenio Massetti, vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese, nonché presidente di Confartigianato Lombardia e della sua territoriale bresciana, parla a tutto campo sui temi che stanno a cuore delle micro imprese.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente promosso la seconda edizione della Giornata del Made in Italy. Iniziativa che ha visto protagonista con diversi eventi anche Confartigianato. Su questa partita la sua Organizzazione è da sempre favorevole…
“Questa è una battaglia che ci vede impegnati da molti anni: le potenzialità del nuovo Regolamento UE 2023 che estende le Indicazioni Geografiche (IG) ai prodotti artigianali e industriali aprono una nuova stagione per la tutela del sapere fare italiano. Le Indicazioni Geografiche non sono solo uno strumento giuridico ma un veicolo di identità, cultura e valore economico. Il Made in Italy vale per tutti, dall’industria all'artigianato passando per il turismo e su questa partita strategica mi corre l’obbligo di ringraziare l’ex ministro e attuale vice presidente del Parlamento Europeo, Raffaele Fitto, con il quale abbiamo una condivisione che dura da molti anni.
Questa opportunità ci salverà da tantissime situazioni di concorrenza sleale, di prodotti che arrivano dall’estero senza alcuna certificazione e permetterà di frenare l’italian sounding che vale oltre 11 miliardi di euro all’anno. Ci auguriamo solo che il Governo, prima di approvare la legge, predisponga un provvedimento a misura di PMI e non delle grandi aziende come avviene spesso: deve diventare una conquista per tutti, non un privilegio per pochi. Di questo provvedimento beneficeranno i prodotti e i territori di provenienza con un vantaggio rispetto alla concorrenza”.
La Giornata del Made in Italy viene celebrata nel giorno della nascita di Leonardo Da Vinci…
“Che noi abbiamo sposato… Leonardo è stato il primo grande artista artigiano vero e per questo è considerato un po’ il protettore della nostra categoria”.
Da poche settimane è calato il sipario sul Salone del Mobile e sul Fuori Salone. Con quale bilancio per il mondo dell'artigianato?
“Questa è la fiera internazionale di settore più importante al mondo, è una vetrina che ha permesso a tante imprese artigiane di farsi conoscere, di fare il salto di qualità e diventare le star che sono oggi. L’edizione 2025 ha registrato grande entusiasmo, ha visto clienti e buyer arrivare da ogni angolo del pianeta e anche le nostre imprese hanno fatto buoni affari. Gli artigiani del settore legno arredo fanno cose straordinarie, pezzi unici ricchi di qualità, creatività e innovazione: come Confartigianato faremo ancora di più per favorire la loro partecipazione a questo grande evento”.
E anche i consumi pasquali sono andati bene…
“Solo in Lombardia operano oltre 6.000 pasticcerie e imprese del settore dolciario. La tavola di Pasqua ha visto protagonisti 271 prodotti lombardi della tradizione. La produzione dolciaria e della pasticceria artigianale si è confermata protagonista dei consumi pasquali di qualità, anche se le materie prime sono aumentate tantissimo. Farina e cioccolato costano tanto, ma l’ingrediente più caro e ricercato è la manodopera. Panettieri - che ormai fanno tutto, dai panettoni alle colombe, passando alle uova - e pasticceri fanno della qualità il loro mantra e sono disposti a pagare molto bene i loro collaboratori: il problema è che fanno molta fatica a trovare personale. Senza contare tutti gli altri problemi…”.
Infatti la situazione geopolitica ed economica non è delle migliori. E come se non bastasse sono arrivati pure i dazi di Donald Trump. Quali sono le ricadute per il comparto artigiano?
“I primi a pagare sono proprio gli artigiani, le micro e piccole imprese che faticano ad esportare se non attraverso le proprie filiere. Le regioni più esposte per la maggiore quota export sono la Lombardia con 13,5 miliardi (20,5% del totale nazionale), seguita da Emilia Romana con 10,7 miliardi e Toscana con 10,2 miliardi. Dobbiamo essere i primi a guardare a nuovi mercati. Le scelte adottate dal presidente degli USA hanno conseguenze tragiche persino per i suoi stessi elettori: ci sono risparmiatori americani che hanno investito in Borsa e si trovano con perdite tra il 20 e il 30% Dall’altra parte abbiamo Vladimir Putin che è più pazzo di Donald Trump, ma è più furbo: entrambi stanno costruendo il loro business sulla pelle degli altri, il primo attraverso una drammatica guerra che non vuole fermare, il secondo attraverso scelte economiche disastrose. In questo quadro il più moderato appare il leader cinese Xi Jinping. Ed è tutto dire…”.
Come possiamo uscirne?
“Sono un europeista convinto, Usa e Russia vogliono dividerci perché ci temono, perché siamo la culla della democrazia, ma anche se qualche leader occidentale rincorre Trump e Putin dobbiamo restare uniti per essere più forti. Spero solo che finiscano le guerre in corso, si trovi una soluzione per l’Ucraina e non esploda un altro conflitto visto il momento particolarmente carico di tensione e le incertezze che si registrano soprattutto nei Paesi asiatici: Corea, Hong Kong, Taiwan”.
A livello economico che anno sarà?
“Le difficoltà non mancano, ma resto positivo: abbiamo traguardato Pasqua e il mondo non si è fermato. Non si ferma la ricerca, non si ferma l’utilizzo della AI, con tutti i rischi e i pregi connessi all’intelligenza artificiale”.
Come se non bastassero tutte queste complessità ora c’è pure la polizza per gli eventi catastrofali, anche se l’obbligo per le PMI è slittato all’1 gennaio 2026...
“Questo tema coinvolge 4 milioni di imprese che si vedrebbero accollare un costo complessivo di 2,5 miliardi. Per gli artigiani si va da un minimo di 500 euro a un massimo di 12 mila euro all’anno. Ma perché dobbiamo far pagare alle imprese i disastri dei vari Governi che si sono succeduti? Giusto assicurarsi contro gli eventi catastrofali ma in tante zone d’Italia assistiamo a incuria che genera frane, smottamenti, allagamenti… Di prevenzione non se ne parla, e dobbiamo pagare noi?
Gli eventi estremi nel periodo 2022-2024 sono aumentati del 130% rispetto al triennio precedente. Il 94% dei Comuni italiani per effetto del cambiamento climatico è esposto a frane, alluvioni e erosioni. Il 6% delle abitazioni sono assicurate contro le calamità naturali e il 5% delle PMI ha copertura catastrofale. Mi sembra l’ennesimo balzello a carico delle imprese”.