"Per migliorare bisogna cambiare"

Bonomi a Legnano: "Basta buttare miliardi in misure che non hanno funzionato"

Il presidente nazionale all'assemblea generale di Confindustria Alto Milanese torna a pungolare la politica: "Noi imprenditori facciamo la nostra parte, lei non freni".

Bonomi a Legnano: "Basta buttare miliardi in misure che non hanno funzionato"
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Bonomi a Legnano per l'assemblea generale di Confindustria Alto Milanese.

Bonomi al Tirinnanzi: "Nessuno più di noi imprenditori ha a cuore la crescita del Paese"

"Nessuno più di noi imprenditori ha a cuore la crescita e il cambiamento del Paese. Lo abbiamo dimostrato anche nei momenti più difficili, tenendo aperte le nostre imprese, non per fare profitto ma per garantire beni e servizi essenziali quali farmaci e dispositivi di protezione individuale quando l’Italia non li aveva più...". A parlare così nella mattinata di oggi, mercoledì 3 novembre 2021, è stato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, giunto al Teatro Tirinnanzi per partecipare alla 76esima assemblea annuale dell’associazione. "Tutti dovremmo guardare al bene del nostro Paese, invece la politica fa la battaglia delle bandierine. In 160 anni dall’unità d’Italia, non siamo stati capaci di rispondere a quattro grandi problemi italiani: di genere, generazionali, di territorio e di competenza. Ma ai partiti interessa di più l’effimero consenso elettorale. E la politica è ancora alle prese con questioni come reddito di cittadinanza (provvedimento al quale siamo favorevoli ma che ha dimostrato di non riuscire a intercettare gli incapienti del Nord del Paese e di essere diventato un disincentivo al lavoro nel Meridione) e prepensionamenti, quando per quest’ultimo punto ci sono già otto sistemi. Nella legge di bilancio ci dovrebbe essere attenzione ai giovani, alle donne, ai lavoratori a tempo determinato, che in questa crisi soffrono maggiormente. Con i navigator ci sono stati 423 assunti, nel triennio 2019-2021 sono stati stanziati 516 milioni. Vuol dire che ognuno ci è costato 400mila euro all’anno. Si vogliono investire quattro miliardi nei centri pubblici per l'impiego: ma non avviene li l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Niente per giovani e donne: tutti parlano di loro ma che cosa hanno stanziato? 416 milioni per incentivare l’acquisto della prima casa e dieci giornate di congedo parentale... su 23 miliardi non credo sia quella la misura".

"Con queste misure si dà un calcio alla lattina, non si affrontano i problemi"

Bonomi sottolinea che la priorità del mondo imprenditoriale è "creare più lavoro, non mandare in pensione prima". E a questo proposito non risparmia una stoccata ai sindacati: "Qualche mese fa, quando si parlava dello sblocco dei licenziamenti, i sindacati prospettavano una strage, un taglio di due milioni di posti di lavoro. Invece la corsa a licenziare non c'è stata affatto, anzi servono lavoratori che facciamo fatica a trovare. Noi imprenditori vogliamo crescere e assumere, non licenziare". "Con queste misure si dà un calcio alla lattina, non si affrontano i problemi e si continuano a dare schiaffi a giovani e donne - ha proseguito il numero uno di Confindustria - Quello che serve è un taglio importante al cuneo contributivo, eventualmente limitato a giovani e donne, per mettere loro più soldi in tasca. Ma non ne abbiamo sentito parlare. Credo ci sia anche una mancanza di capacità e di visione del paese. La strada per rispondere ai giovani inoccupati, ai neet, all’abbandono scolastico non è continuare a mettere soldi su risorse che non hanno funzionato. I dati parlano chiaro: quanto a disoccupazione giovanile siamo secondi in Europa, quasi al 30%, quando la media europea è del 16".

"La vera sfida è fare le riforme che aspettiamo da 25 anni: lo dobbiamo ai giovani"

"In un periodo di grande cambiamento come l'attuale, non dobbiamo pensare di mantenere il lavoro com'era, né tanto meno di tornare a uno spirito di lotta tra servi e padroni - ha detto ancora Bonomi - Per far fronte alle nuove sfide dobbiamo mettere al centro le persone, la formazione e l'occupabilità. Noi ci riconosciamo nel presidente Mario Draghi quando ha detto che la crescita la fanno gli italiani e le italiane. Le transizioni vanno accompagnate da obiettivi non velleitari. La vera sfida è fare le riforme che aspettiamo da 25 anni. E trasformazione lo possiamo fare solo se stiamo insieme in una grande partnership pubblico-privato, quel nuovo Patto per l'Italia del quale anche il premier Draghi condivide lo spirito. L'importante non è andare tutti d'accordo, ma andate tutti nella stessa direzione. Questo Paese non l'ha capito e stiamo mettendo a rischio le nuove generazioni. Gli imprenditori hanno tanti sogni grandiosi: realizzarli vuol dire fare il bene dell'Italia. La ripresa nel triennio 2015-2017 l'ha fatta l'industria manifatturiera: lo dicono i numeri. Per questo diciamo che aiutare l'industria aiuta il Paese. Un domani, quando i giovani ci chiederanno dov'eravamo noi quando c'erano il Next generation Eu e il Pnrr noi vogliamo poter rispondere loro: 'Abbiamo fatto quello che c'era da fare'".

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