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Autotorino investe nel futuro con BYD

Vanini: "Vogliamo continuare ad essere pionieri e innovatori. Oggi l’elettrificazione non è una sfida, ma un orizzonte reale"

Autotorino investe nel futuro con BYD
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Autotorino oggi è il leader dei dealer italiani con 64 sedi distribuite in 5 Regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia), nel 2022 ha venduto 54.700 auto tra nuove ed usate, vanta un fatturato di 1,6 miliardi di euro e occupa ben 2.050 collaboratori. L’azienda valtellinese ha alle spalle una storia di successi lunga quasi sessant’anni. Una storia nata all’inizio anche scommettendo negli Anni Ottanta in segmenti di nicchia come i fuoristrada e i Suv, nonché sull’importazione di vetture orientali. E oggi, forse come ieri, Autotorino ha stretto un’alleanza con BYD, produttore di automobili elettriche di Shenzhen nato soltanto nel 2003 e parte della BYD Company fondata nel 1995, una società manifatturiera cinese, quotata in Borsa a Hong Kong dal 2002. Un colosso che ha mosso i suoi primi passi come produttore di batterie ricaricabili, poi diventato anche produttore di auto elettriche e ibride, biciclette, carrelli elevatori, pannelli solari e che vanta un fatturato di 424 miliardi. Artefice di questa nuova sfida è Plinio Vanini, valtellinese doc, imprenditore visionario e presidente del Gruppo Autotorino.

Perché ha deciso di accettare questa sfida visto che nel 2022 in Italia il mercato delle auto elettriche rappresenta solo il 3,7% seppure in crescita?

"Autotorino è un’azienda di mobilità ed interpreta questa missione con un approccio che ne rispecchia il DNA: essere pionieri e innovatori – esordisce Vanini - Per questo, da anni, costruiamo ininterrottamente un percorso d’evoluzione consolidando reciprocamente le partnership con le Case che rappresentiamo, e che condividiamo con i nostri clienti; questo sia nell’offerta di prodotti in continua evoluzione, da quando abbiamo iniziato ad importare le prime auto giapponesi, a proporre modelli fuoristrada e Suv e via via arricchendo il ventaglio di marchi proposti ufficialmente, sia nel modello di relazione, interpretando la risposta alla mobilità non come cessione di un bene, ma come servizio sempre più all-inclusive. Oggi l’elettrificazione non è una sfida, ma un orizzonte reale. Lo dimostrano gli investimenti sostenuti dai costruttori e il fatto che i veicoli full-electric sono arrivati a rappresentare il 15% del mercato europeo. E lo scenario fa conoscere al pubblico nuovi player: tra questi BYD è “numero uno” mondiale, indicatori attuali alla mano e alla luce dei piani di sviluppo annunciati. Per questo l’abbiamo individuato quale partner di valore con cui arricchire, in modo complementare, il portafoglio brand di Autotorino".

Quali sono le differenze tra BYD e il produttore per eccellenza di auto elettriche come Tesla?

"È una differenza che nasce alla radice del progetto industriale: se guardiamo a questa realtà unicamente come produttore automotive, vediamo solo la punta di un iceberg. BYD è un pioniere negli ecosistemi energetici ad emissioni zero, con prodotti che vanno dalla generazione, allo stoccaggio e all'utilizzo, applicate nei settori di automobili, trasporto ferroviario, nuova energia ed elettronica. Il tutto grazie a una ricerca e sviluppo indipendente, che dal 1995 ad oggi ha permesso a BYD di diventare l'unica al mondo a padroneggiare integralmente nella propria filiera le tecnologie fondamentali dei veicoli a nuova energia come batterie, motori, sistemi elettronici di controllo e chip, con 28.000 brevetti proprietari e altri 40.000 depositati. Una filiera non solo industriale ma di conoscenza proprietaria, che conta sull’apporto 40.000 ingegneri e tecnici tra i 300.000 addetti impiegati nei siti di ricerca, produttivi e direzionali presenti in 70 Paesi nel mondo. Se parliamo di eccellenza, qui ne troviamo molti e profondi aspetti, probabilmente al momento non ancora evidenziati all’attenzione dei media e del pubblico".

Tra i marchi di Autotorino vi sono tutti i più importanti produttori mondiali: Mercedes, Bmw, Toyota, Stellantis… Perché allearsi con una casa automobilistica cinese?

"Se si vuole essere un player di mobilità capace di leggere e presidiare il mercato con successo, non si può escludere di valutare a prescindere ciò che accade nel mondo, nel panorama industriale, tecnologico, dei consumi e anche del costume. Occorre essere proattivi nei confronti dell’innovazione e coglierne i giusti segnali; creare alleanze intelligenti contribuisce a stimolare il settore, portandolo a rinnovarsi ed evolvere, con importanti benefici al consumatore finale. La differenziazione dell’offerta contribuisce, infine, a dialogare con un pubblico più ampio, al quale Autotorino dedica con il medesimo impegno e la medesima professionalità la capacità consulenziale dei propri collaboratori e l’organizzazione dei propri servizi, sia territoriali, sia digitali".

Il futuro dell’automotive sarà elettrico? Esclude che fra qualche anno il motore endotermico possa tornare competitivo grazie all’utilizzo dei biocarburanti o dell’idrogeno?

"Credo sia opportuno pensare al futuro con un approccio di neutralità tecnologica. Se tutto il sistema della mobilità individuale si indirizzasse esclusivamente sull’alimentazione elettrica, presenterebbe da un lato un’eccessiva mono-dipendenza e dall’altro si vedrebbe l’azzeramento di un percorso che ha permesso di raggiungere veramente la libertà di movimento delle persone, a partire proprio dalla scelta del tipo di vettura più confacente ai propri gusti e bisogni. Inoltre, significherebbe non considerare la ricerca tecnologica, sempre più rapida nel presentare vere e proprie “rivoluzioni”: le soluzioni applicate alla mobilità ne rispecchieranno i risultati e i tempi. Certamente l’elettrico, come lo stiamo conoscendo oggi, avrà un peso preponderante, alla luce degli ingenti investimenti in atto e previsti da parte di tutta l’industria automobilistica. Tuttavia, ribadisco, meglio non chiudere la porta a quanto possano evolvere le soluzioni attuali e a quanto la ricerca potrà proporre; il tutto in chiave complementare, per un mix che sia nel complesso sostenibile in ogni sfaccettatura: dalle materie prime alle fonti energetiche per l’alimentazione, sino a continuare nel garantire una vera libertà di scelta al consumatore".

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