Il dottor Balaban racconta il genocidio del suo popolo a Tradate
Il medico, artista e scrittore, tradatese d’origine armena parlerà dell’Armenia e delle sofferenze raccolte nel suo libro “Senza patria”.
Il dottor Balaban ospite lunedì in villa Truffini per raccontare il genocidio del suo popolo.
Il dottor Balaban si racconta nella serata in Truffini
Cesare Balaban, un tradatese di origine armena racconta il genocidio del suo popolo nella serata di lunedì 23 aprile.
La storia dell’Armenia prima nazione cristiana
L’Armenia fu la prima nazione nel 301 d.c. ad adottare il cristianesimo fondato da S.Gregorio l’Illuminatore, venendosi a trovare geograficamente chiusa fra paesi non cristiani, che hanno sempre cercato di imporre la propria supremazia politica e religiosa.
Nel 1915, il governo turco nel tentativo, ben riuscito, di trasformare l’Impero Ottomano dissolto, in una nazione turca, organizzò il genocidio degli Armeni, eliminandone dalla Turchia un milione e mezzo (ma il governo turco nega tuttora tale evento). Il genocidio non è solo una pulizia etnica ma è l’atto programmato e studiato di un governo di eliminare totalmente un popolo dalla sua terra, insieme alla sua storia e alla sua cultura. Il genocidio lascia un’indelebile ferita nei superstiti per molte generazioni come nel caso di Cesar Balaban, che non per caso ha riportato le sue sofferenze nel suo libro “Senza Patria”.Insperabilmente, dopo la caduta dell’Unione Sovietica dal 1991, l’Armenia è diventata una repubblica indipendente; tuttavia, è ancora circondata da nazioni mussulmane ostili.
Biografia del dottor Balaban, ex chirurgo del Galmarini
Cesar Balaban, è nato nel 1950 ad Aleppo, in Siria, da una famiglia di origine armena sopravvissuta al genocidio del 1915.
Frequentato American Aleppo College dal 1963-69, dove ha ottenuto diploma di “High School” nel 1968. Trasferitosi nel 1969 in Italia, con l’intenzione di raggiungere in seguito gli Stati Uniti, non prosegue il viaggio, ma decide di completare gli studi medicina a Parma e a Milano, conseguendo la specializzazione in chirurgia. Chirurgo universitario dal 1976 al 1981, dal 1981 al 2009 opera all’ospedale di Tradate. Andando in pensione si dedica alla scrittura e alla pittura pubblicando il libro “Senza patria” e con i suoi acquarelli impressionistici espone in mostre internazionali.Cresce fra tre culture diverse: quella armena della sua famiglia, quella araba della nazione-natale e quella americana della scuola che ha frequentato.
Grazie alla moglie italiana e alla sua lunga permanenza in questo paese, può considerare l’Italia la sua patria adottiva, nonché la sua quarta radice culturale.