Serata con degustazione

A lezione di birra con Antares

Interessante incontro a Legnano con il mastro birraio Emanuele Loaldi per imparare a riconoscere gli aromi e il gusto dei luppoli e cereali nell'amata bevanda.

A lezione di birra con Antares
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La botanica della birra. E' il tema che è stato illustrato durante la serata di lunedì 3 aprile nella sede dell’Associazione Antares di Legnano.

A lezione di birra

Si è trattato di una lezione sull’antica bevanda tenuta dal mastro birraio Emanuele Loaldi, che vanta un’esperienza consolidata nel Birrificio di Legnano.
Nel suo intervento iniziale Loaldi ha spiegato che lo scopo della serata non sarebbe stato capire la distinzione tra una birra chiara o scura, ma fare una riflessione sui diversi stili esistenti.
Dentro una birra non ci sono solo degli ingredienti, ma dei processi e una storia che nasce da lontano.

La storia della birra

Nel 4000 a.C. in Mesopotamia era diffusa una bevanda derivata dalla fermentazione dei cereali, la cui tecnica era stata mutuata anche in Egitto, dove era considerata "bevanda sacra" e amata dai Faraoni. Nell’Alto Medioevo l’arte della birra fu perfezionata dai Celti, soprattutto in Gallia e in Irlanda. Tra il 629 e il 643 i monasteri erano fucine birrarie e il più antico era quello di Montecassino dove nacque la prima birra di abbazia. Intorno all’anno 1000 comparve la figura del mastro birraio e la produzione diventò più simile a come la conosciamo oggi, e con l’andare del tempo fu regolata da leggi precise.
Nel 1516 fu stilato l’Editto sulla purezza, firmato da Guglielmo IV di Baviera, nel quale si stabilì che la birra doveva essere prodotta solo con malto d’orzo, luppolo e acqua, fissandone il prezzo.
Nel 1664, parte dei monaci cistercensi, guidati da Armand le Bouthillier dell’abbazia di Notre Dame de La Trappe in Normandia, fondò l’ordine dei Trappisti.
A partire dall'VIII secolo alcune invenzioni diventarono pietre miliari nell’evoluzione della birra: il termometro di Fahrenheit (1760), la macchina a vapore di Watt (1765), il densimetro (1770) e gli studi di Pasteur sui lieviti.
Il ‘900 è stato il periodo delle scoperte scientifiche riguardanti i processi biochimici, dei trasporti veloci e della nascita dei colossi globali: nasceva così la Craft Revolution (birra prodotta artigianalmente).

La birra artigianale

Con la Craft Revolution c’è stato il ritorno alla produzione della birra "artigianale", rispetto alle produzioni industriali dove vengono rimossi i lieviti e utilizzati il riso e mais rispetto ad altri cereali: questo ha determinato una differenza non solo sulla qualità ma anche sul gusto della birra.

Gli elementi essenziali della birra

Sono quattro gli ingredienti: acqua, cereali, lievito e luppolo. Nelle prime produzioni non tutti gli elementi erano conosciuti come i lieviti, e venivano utilizzate piante diverse per dare aromi alla birra come il Gruit.
Il Gruit è un termine di origine tedesca che indicava originariamente la combinazione di tre erbe: mirto di palude, achillea millefoglie e rosmarino di palude. L’uso stagionale di tali piante e le caratteristiche ridotte nell’uso brassicolo, ne hanno ridotto l’impiego.
Con la scoperta del luppolo si è individuato un elemento equilibratore dei diversi gusti (dolce e amaro) che aveva le caratteristiche delle piante utilizzate in precedenza. Un ingrediente amaricante, aromatizzante, antiossidante e conservante la cui produzione è condizionata dal caldo.
E’ una pianta che cresce in Italia, ma per la produzione della birra viene importata dall’estero. Si utilizza il fiore della pianta, in particolare quella femminile che si distingue da quella maschile per il colore.
Circa tre anni fa, ha raccontato Loaldi, è stata prodotta dal Birrificio di Legnano una birra con la parte verde della pianta appena colta, dando alla bevanda una sensazione molto piacevole di freschezza.

Come degustare una birra

Il maestro birraio ha spiegato i tre passaggi per "gustare" una birra:
• Esame visivo, per capire se la birra è torbida, osservare la quantità di schiuma e la limpidezza;
• Esame olfattivo, per annusare gli aromi sprigionati dal bicchiere per effetto dell’aroma del luppolo;
• Esame gustativo, dove entrano in funzione i vari gusti di birra (dolce, amaro, acido, salato e umani).

E alla fine, un brindisi!

l pubblico ha apprezzato la lezione del mastro birraio, che ha saputo raccontare con passione la storia della birra e i tecnicismi della produzione proiettando slide molto accurate.
Dopo la teoria, si è passati alla pratica con un "buon bicchiere di birra" offerta da Loaldi per brindare a una serata tutta da bere!

 

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