Torna la fiera della capra orobica (è il miglior animale… dopo la donna) VIDEO

La capra orobica? Sì stiamo palando di proprio lei. Quella del "pelo lungo e le corna belle". Quella che è il miglior animale al mondo... dopo la donna. Non siamo impazziti. E' che la manifestazione è diventata famosa un po' ovunque grazie a divertentissimi video.

Torna la fiera della capra orobica (è il miglior animale… dopo la donna) VIDEO
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Torna in Valsassina l’appuntamento con la tradizionale Mostra Regionale della Capra Orobica, organizzata a cura dell’Associazione Provinciale Allevatori di Como e Lecco. Le date da cerchiare sul calendario sono sabato 17 e domenica 18 novembre  e come di consueto la lacation sarà il comune di  Casargo. 

La Capra Orobica

La capra orobica? Sì stiamo palando di proprio lei. Quella del “vincitore categoria becchi”. Quella del “pelo lungo e le corna belle”. Quella “che è il miglior animale al mondo”… dopo la donna. No non siamo impazziti. E’ che la manifestazione è diventata famosa un po’ ovunque grazie a divertentissimi video, che sono diventati letteralmente  virali, che abbiamo deciso di riproporvi!

La razza orobica

La capra orobica ha corna imponenti che si torcono verso i lati, pelo lungo e mantello dai colori più svariati (grigio, beige, nero, marrone o pezzato) con prevalenza di nero-grigio nella parte posteriore e bianco-beige in quella anteriore. La storia di questa razza non è sicura, ma l’ipotesi più accreditata è che sia originaria della Val Gerola, in provincia di Sondrio. L’isolamento geografico di questa zona ha favorito, nel tempo, la sua diversificazione rispetto ad altre razze caprine e la sua rusticità le ha permesso di adattarsi bene ai pascoli impervi di queste montagne.
Allevata un tempo da ogni famiglia, oggi la capra orobica popola i pascoli delle alpi orobiche e delle aree alpine e prealpine nelle provincie di Sondrio, Bergamo e Lecco.
È una razza a duplice attitudine. Con il latte si producono formaggi a latte crudo tradizionali come il formagìn della Valsassina (un piccolo cilindro dalla pasta leggermente acidificata che si consuma dopo tre giorni), il matuscin della Valtellina (un cilindro appiattito, a coagulazione presamica, dalla stagionatura minima di un mese) e la roviola della Val Brembana (a forma di parallelepido e prodotto con la tecnica dello stracchino).
Si consuma anche la carne, utilizzando in particolare le capre a fine carriera per la produzione di salumi, tra cui il classico violino.

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