la sentenza

Stilista impiccata: per la Corte fu suicidio

Un verdetto, quello emesso dal gup Raffaella Mascarino lo scorso anno che non aveva ritenuto Venturi colpevole di omicidio

Stilista impiccata: per la Corte fu suicidio
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Stilista impiccata, pubblicate le motivazioni: per la Corte fu suicidio, Stalking? «Inesistente». Nel caso era coinvolto l’ex fidanzato di Benusiglio, Marco Venturi di Magenta, assolto in Appello «perché il fatto non sussiste»

Stilista impiccata: per la Corte fu suicidio

A poco più di un mese dalla sentenza di Appello che aveva assolto il magentino Marco Venturi nel caso della stilista Carlotta Benusiglio, trovata impiccata all’alba del 31 maggio 2016 in piazza Napoli a Milano, sono state pubblicate anche le motivazioni della sentenza.

Come riportato dall’agenzia Ansa, secondo la Corte d’Assise d’appello di Milano le «prove raccolte si dirigono tutte, senza eccezioni, verso l'atto anti-conservativo», ossia il suicidio, e la presunta «persecuzione» da parte del compagno, di cui si parla nella sentenza di primo grado basata su «illazioni», è «inesistente».

La decisione della Corte

Un documento di 175 pagine all’interno delle quali la Corte ha spiegato che neanche dalle «informazioni più interessatamente “colpevoliste”» è «possibile desumere che Carlotta Benusiglio fosse persona “succube” al volere altrui, né di Marco Venturi, né degli altri con cui, in concomitanza temporale, intratteneva relazioni».

Venturi, che come detto all'epoca dei fatti era fidanzato con la stilista, era stato condannato in primo grado a sei anni nel mese di giugno del 2022. Un verdetto, quello emesso dal gup Raffaella Mascarino lo scorso anno che non aveva ritenuto Venturi colpevole di omicidio, ma responsabile della morte della stilista causata da altri reati dolosi, quali stalking e lesioni, ai sensi dell’articolo 586, ovvero «morte come conseguenza di altro delitto».

"Il fatto non sussiste"

Il mese scorso però ed in particolare nella giornata di mercoledì 11 ottobre, il nuovo verdetto del Tribunale di Milano ha cambiato totalmente le carte in tavola. La Corte d'Assise d'Appello ha infatti assolto il magentino, con la formula «perché il fatto non sussiste», da tutte le imputazioni. Da quella originariamente contestata di omicidio volontario, per il quale la Procura generale aveva chiesto 30 anni, e da quella di «morte come conseguenza di altro reato», per il quale come già detto il magentino era stato condannato a 6 anni in primo grado. Inoltre Venturi è stato assolto anche dall'accusa di stalking nei confronti della fidanzata. Infine è stato prosciolto «per non doversi procedere» per prescrizione da un episodio di lesioni nei confronti della giovane, mentre un altro episodio per lo stesso reato era già caduto in primo grado.

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