Scuolabus non passa, il Comune caccia l'azienda

E' successo a Cairate, dove dopo l'ennesimo disagio provocato a studenti e famiglie l'amministrazione Mazzucchelli ha deciso di rescindere il contratto di appalto

Scuolabus non passa, il Comune caccia l'azienda
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Scuolabus non passa, il Comune caccia l'azienda

scuolabus trasporto scolastico

 

Fin dall'inizio, il nuovo servizio ha dato problemi

Lo scuolabus non passa, il Comune chiede la rescissione del contratto. Dopo meno di quattro di mesi sul territorio e un servizio che fin dall’inizio ha dato problemi, la nuova azienda che ha vinto la gara di appalto per il trasporto scolastico è stata fermata dall’amministrazione comunale. Una scelta forte, ma inevitabile: l’avviso con un sms inviato lunedì alle 7, attraverso il quale veniva comunicato al Comune il mancato passaggio del bus quella stessa mattina, va ad aggiungersi in modo decisivo ai già troppi i disagi provocati alle famiglie e agli episodi ripetuti che avrebbero palesato l’incapacità di rispettare gli standard qualitativi espressi nel bando di gara. Che l’azienda con sede in Puglia si era aggiudicato a luglio grazie all’offerta più bassa.

Il sindaco Paolo Mazzucchelli contro il criterio della gara al ribasso

Ed è proprio questo il criterio che il sindaco Paolo Mazzucchelli contesta: «E’ la dimostrazione che non è vero che chi meno spende, meglio spende. Già in estate quando abbiamo visto che l’esito della gara consegnava il trasporto scolastico a un’azienda non del territorio ci siamo preoccupati. Abbiamo da subito chiesto garanzie e vigilato. Ma al primo giorno di servizio tutti i nostri dubbi hanno trovato purtroppo certezza, con una serie di problematiche che in questi mesi abbiamo cercato di superare, con buonsenso e senso di praticità. Ma non è stato sufficiente». Il maggior ribasso ha portato al peggior servizio e a rimetterci, in disagi e preoccupazioni, sono le famiglie cairatesi: «Non è ammissibile che un genitore porti il figlio alla fermata senza la certezza che il bus passi e lo porti a scuola. In Giunta siamo tutti genitori e abbiamo condiviso con determinazione il provvedimento immediato, affidando al segretario comunale e al legale dell’ente la verifica degli estremi per rescindere il contratto di appalto». Che in questi giorni è passato alla seconda azienda in graduatoria, la stessa che per anni ha svolto il servizio scuolabus, con sede in Provincia di Varese, e che è subentrata. Definitivamente? Lo deciderà il giudice.

Ora la parola passa al Tar

«Dipende dal Tar, al quale l’azienda ha già fatto ricorso. Se il tribunale darà subito ragione al Comune, la situazione è risolta. Ma se verrà chiesta una sospensiva per una più accurata valutazione degli elementi, fino al successivo pronunciamento il servizio dovrà essere restituito a chi ha vinto il bando. Con tutte le conseguenze. Ma purtroppo in questo Paese chi sbaglia non paga. E sarà difficile garantire un servizio efficiente se la legge dà una seconda possibilità a chi ha già dimostrato di non essere in grado di farlo».

Assessori tutti i giorni alla fermata del bus

Mazzucchelli ribadisce l’impegno dell’amministrazione: «Fin dal primo giorno di scuola e per un mese e mezzo gli assessori Pugliese e Morosi, che sono anche mamme, si sono presentate tutte le mattine alla fermata dell’autobus per verificare il servizio. Che ha avuto mancanze e ritardi, con tanto di incontri per chiarire e suggerimenti per migliorie con l’azienda, ma anche con denunce ai Carabinieri per minori lasciati alla fermata...». Fino all’ennesimo disagio di lunedì mattina, con il tardivo avviso del mancato passaggio del bus mandato via sms e gli alunni arrivati a scuola a lezioni iniziate.

Un salto nel vuoto

«Per noi questo nuovo appalto è stato un salto nel vuoto – ammette il sindaco – obbligato dalla legge. Condivido il principio in base al quale occorre un criterio per regolare il come vengono spesi i soldi pubblici, ma credo si debba concedere alle amministrazioni di fare gare a invito verso aziende del territorio, stabilendo prima a livello regionale un costo standard entro il quale le offerte dovranno restare per salvaguardare le risorse pubbliche».

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