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Ridotto in fin di vita per vendicare una molestia: sei arresti

Le indagini sono partite da un accoltellamento nei pressi della stazione avvenuto a novembre.

Ridotto in fin di vita per vendicare una molestia: sei arresti
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Una spedizione punitiva ai danni di un pakistano che, con alcuni suoi connazionali, avrebbe abusato di una ragazza ancora minorenne. Questa in sintesi l'indagine "All about love", condotta dai Carabinieri della Compagnia di Rho sotto il coordinamento delle Procure della Repubblica presso il Tribunale Ordinario e Minorile di Milano, che ha portato complessivamente all’emissione di misure cautelari a carico di sei persone.

"All about love", tutto è partito da Novate

Le indagini hanno avuto inizio il 12 novembre 2019, quando alle 20 circa, alcuni passanti avevano allertato i Carabinieri e il personale sanitario del 118 per un ragazzo trovato sanguinante e in stato di semi incoscienza, riverso su una panchina nei pressi della stazione ferroviaria di Novate Milanese. Il giovane è stato poi trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano a causa di una vistosa ferita da arma da taglio sul fianco destro. Gettato nel parco, i Carabinieri hanno trovato un coltello a serramanico con evidenti tracce di sangue, verosimilmente utilizzato per ferire il giovane.

Ragazzo aggredito

Le circostanze hanno permesso quindi di appurare che il ragazzo, un pakistano di diciannove anni, era stato vittima di un’aggressione ad opera di due soggetti, che gli avevano sferrato una coltellata al fianco destro, mentre si trovava in compagnia di una ragazza italiana minorenne. La giovane, sentita nell’immediato come testimone dei fatti, dichiarò che quella sera aveva incontrato su appuntamento il pakistano per acquistare da lui un iPhone, che lei avrebbe poi voluto regalare al suo fidanzato, rivelando tuttavia in quella circostanza che lo straniero fosse a lei già noto in quanto aveva abusato sessualmente di lei unitamente ad altri suoi connazionali diversi mesi prima, evento di cui non aveva mai fatto parola con nessuno. Aggiunse che il suo fidanzato, unitamente ad un suo coetaneo, l’avevano accompagnata all’appuntamento rimanendo a debita distanza, ed entrambi erano poi intervenuti aggredendo il giovane pakistano perché questi aveva riprovato a mettere le mani addosso, accorrendo a un suo grido d’aiuto, e che nella colluttazione lo stesso pakistano, alla vista dei due, avrebbe estratto un coltello ferendosi accidentalmente all’addome.

Una versione poco credibile

I due ragazzi, identificati poco dopo e sentiti nel merito, confermavano questa versione dei fatti, che tuttavia è apparsa da subito poco credibile e che infatti veniva smentita successivamente grazie all’attività d’indagine, che permetteva quindi di risalire al reale movente e alle circostanze esatte di quanto accaduto.

Un accurato piano di vendetta

Quella sera di novembre, infatti, si è trattato dell’esito di un accurato piano di vendetta, architettato dalla ragazza minorenne unitamente al suo fidanzato ai danni del pakistano, per punirlo della violenza sessuale da questa subìta nel gennaio 2019, quando, come poi acclarato nelle indagini, dopo una serata in discoteca, aveva invitato a casa sua alcuni ragazzi pakistani, i quali avevano abusato di lei approfittando del suo stato di ebbrezza. Mossi da ciò, quindi, i due ragazzi italiani avevano organizzato l’agguato nei minimi dettagli, pianificando altresì di rubare l’Iphone che la minorenne aveva finto di voler acquistare esclusivamente per avere un pretesto per incontrare il pakistano in un luogo appartato appositamente da lei individuato, con la speranza di riuscire altresì ad asportare il denaro contante che lo stesso avrebbe sicuramente portato con sé.

Tragedia sfiorata

Spedizione punitiva che poi ha sfiorato la tragedia, come testimoniato dalle condizioni cliniche del ragazzo pakistano, il quale, a causa di quella coltellata e senza l’intervento chirurgico svolto d’urgenza dal personale sanitario, sarebbe sicuramente morto.

La minorenne e il pakistano ai domiciliari

Gli esiti delle indagini, svolte dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Rho sotto il coordinamento della Procure della Repubblica, hanno consentito quindi di far luce sull’intera vicenda, portando all’esecuzione di due provvedimenti cautelari, in forza dei quali sono stati tratti in arresto e sottoposti al regime degli arresti domiciliari:  La ragazza minorenne, la quale in concorso con il fidanzato e il suo amico, sono stati ritenuti responsabili a vario titolo di tentato omicidio, tentata rapina, porto abusivo d’arma bianca; il ragazzo pakistano, vittima della spedizione punitiva, in concorso con altri 2 suoi connazionali, di violenza sessuale di gruppo aggravata commessa ai danni della minorenne.

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