«Raccogliete l’appello silenzioso delle persone anziane e sole»

«Raccogliete l’appello silenzioso  delle persone  anziane e  sole»
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Il tradizionale messaggio di Natale del prevosto, don Gianluigi Frova, alla città di Rho

Il messaggio ai rhodensi di don Gianluigi Frova

«Lo aspettavamo proprio! Aspettavamo questo 25 dicembre per trovare un Bambino, “Verbo fatto carne”. Si è fatto carne, debolezza, rischio di contagio, preoccupazione, paura - questo il messaggio del Prevosto di Rho per Natale - Per questo è Salvatore per l’umanità: non è un Dio freddo davanti al nostro grido soffocato, ma una roccia di carne che tende la mano alle nostre paure e fatiche. Verbo fatto carne, che porta conforto attraverso la sua Presenza, riferimento sicuro per il cuore fragile che abbiamo scoperto in noi. Da questo annuncio inaudito possiamo raccogliere autentica speranza».

Rialziamoci e continuiamo a vivere

I Vescovi lombardi nel loro messaggio dello scorso 17 settembre hanno parlato dello «stupefacente spettacolo della solidarietà» che è emerso nei mesi del lockdown di primavera. «Io continuo a vedere questo spettacolo, nascosto ma clamoroso, anche in questi tempi difficili e commoventi. Vedo la vitalità dei bambini e dei ragazzi nelle scuole, la potenza della preghiera degli anziani che non possono uscire di casa, la fedeltà di tanti che rimangono al loro posto per consentire a tutti noi di vivere in questa città, la costanza del personale sanitario che continua il proprio servizio senza il clamore dei mesi primaverili ma con la medesima intensità, la fantasia dei giovani nel trovare nuove forme di servizio e di amicizia, la grandezza di cuore di chi, pur nelle grandi difficoltà economiche del momento, riesce a donare a chi è più povero, l’amore piangente di chi ha vissuto un lutto e tra le lacrime si rialza per continuare a vivere».

Aiutiamo con dei piccoli gesti le persone sole

Quindi il Prevosto ha concluso con un invito: «Ci sono tanti anziani soli che vivono in città, persone senza parenti prossimi, forse con acciacchi o malattie e soprattutto con una profonda sensazione di isolamento pesante da portare nel cuore. Invito tutti a raccogliere l’appello silenzioso che nasce da queste fragilità. Le forme possono essere svariate, rispettose delle prescrizioni sanitarie, ma riempite di tanto cuore: una telefonata alla vicina di casa, un disegno di auguri preparato dai bambini ed infilato sotto la porta (“auguri da Michele e Gaia, del 3° piano”), un fiore appeso alla maniglia, fino a gesti di maggiore vicinanza che ciascuno saprà inventare. E’ prezioso poter trasmettere una preghiera, un sorriso, un dono che li conduca a dire: “qualcuno si è accorto di me”. Ci sono tante luci nascoste e splendide che brillano tra noi. C’è speranza per tutti, a Rho».

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