La picchiava e insultava sotto gli occhi dei figli: condannato

Tre anni e mezzo di carcere al 35enne tradatese per maltrattamenti e violenza. Risarcimento per la donna 32enne e per i suoi ex suoceri.

La picchiava e insultava sotto gli occhi dei figli: condannato
Pubblicato:
Aggiornato:

 

Per tre anni ha maltratto la moglie, picchiandola, moriscandola e persino puntandole un coltello alla gola. Per due volte era finita in ospedale. Era arrivato anche a costringere la figliola di 3 anni ad insultare la madre. Dopo la separazione aveva perseguitato anche i suoceri. Alla fine il 35enne di Tradate è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione e a risarcire le parti offese.

Stalking e violenza, condannato

Per almeno tre anni maltrattò la moglie, minacciandola, picchiandola, morisicandola, puntandole un coltello alla gola. Vessazioni e insulti atti ad umiliarla costringendo anche la figlia di soli 3 anni a dire parolacce alla madre. Poi, dopo la separazione, iniziò a perseguitare sia la sua ex, sia i genitori di lei, con minacce e telefonate a tutte le ore del giorno e della notte. “Sfregerò con l’acido vostra figlia....” terrorizzandoli perchè intervenissero per una riconciliazione della coppia. Riconciliazione avvenuta una prima volta (dalla nuova relazione nacquero altri due figli), ma poi sfociata in una seconda separazione.

La sentenza

L’inferno per la famiglia del tradatese è finito nei giorni scorsi nell’aula del tribunale di Varese. Il 35enne è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione per i reati di stalking, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Una pena severa: il  Pm Marco Brunoldi aveva chiesto una condanna a 3 anni.

Il giudice Orazio Muscato ha inoltre stabilito un risarcimento provvisionale di diecimila euro alla ex, costituitasi parte civile con l’avvocato Daniele Angelo Beretta, e altrettanti  ai suoi ex suoceri.

Di parere opposto il difensore, l’avvocato Fabio Stefanetti, secondo il quale mancava l’elemento soggettivo, cioè la volontà e la coscienza del 35enne di commettere il reato, essendo tutta la vicenda avvenuta in un contesto familiare caratterizzato da gravi conflittualità.

Tre anni di violenze e maltrattamenti

La 32enne, madre di tre figli, era continuamente assoggettata ad un clima di terrore. Ingiurie e minacce dettate dalla sua contrarietà al fatto che lui si guadagnasse da vivere spacciando droga o perché chidesse spiegazioni dopo aver scoperto dei sex toys tra le sue cose. La donna diverse volte era stata presa a calci e pugni, morsicata e l’uomo le aveva persino sbattuto la testa contro il parabrezza. In un’altra occasione le aveva puntato il coltello da cucina alla gola. Oltre a iminacce di morte quando lei voleva allontanarsi da lui per tornare a vivere coi genitori. La donna, nel dicembre del 2013 e nella primavera del 2014, era finita in ospedale due volte con traumi alla schiena, alle gambe e al viso, ed era stata poi dimessa con prognosi rispettivamente di 10 e 5 giorni. Liti furiose avvenute sotto gli occhi della figlia di tre anni, in un’occasione costretta a ripetere l’insulto “putt...” alla madre.

Perseguiva anche i suoceri

Alla separazione poi l’uomo ha iniziato a prendersela anche con gli ex suoceri, minacciandoli ed insultandoli e tempestandoli ripetutamente di telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Tutto per convincere i suoceri a parlare con la figlia e a farla ritornare da lui, minacciando anche di sfregiare la stessa con l’acido se ciò non fosse avvenuto.

Seguici sui nostri canali