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Picchiato e accoltellato, dopo quasi due anni arriva la conferma: La morte di Stefano Marinoni è un omicidio

Depositato dalla superconsulente anatomopatologa Cristina Cattaneo il verbale dell'autopsia effettuata sul corpo del ragazzo

Picchiato e accoltellato, dopo quasi due anni arriva la conferma: La morte di Stefano Marinoni è un omicidio
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Era uscito di casa dicendo che sarebbe tornato dopo mezz'ora è stato trovato morto sotto un traliccio dopo otto giorni.

Picchiato e accoltellato, la morte di Stefano è stata una morte violenta

Picchiato e poi accoltellato per poi essere ritrovato senza vita ai piedi di un traliccio in un campo tra Arese e la frazione rhodense di Passirana. Sembra essere arrivata alla conclusione la vicenda di Stefano Marinoni il 22enne di Baranzate ritrovato senza vita nel luglio 2019. La famiglia del giovane aveva sempre rifiutato l'ipotesi del suicidio e ora, dopo la deposizione del verbale dell'autopsia l'ipotesi dell'omicidio diventa sempre più una realtà. Verbale dell'autopsia quello depositato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo che "parla" di vari traumi concentrati sul collo e sull’addome e di ferite da armi da taglio, eteroinferte, sempre negli stessi punti.

Era uscito di casa dicendo che sarebbe tornato dopo mezz'ora

Stefano Marinoni la sera del 4 luglio, quando è morto, aveva un appuntamento con la persona che diventerà il suo assassino una persona ancora sconosciuta alle indagini. Era uscito di casa dicendo alla madre che sarebbe tornato per cena, dopo mezz'ora. Arriva  a bordo della sua Smart, lascia il cellulare in auto, chiude la portiera con le chiavi che poi mette in tasca, dove saranno trovate. Incontra una o forse più persone. Le telecamere. Nel luogo in cui il giovane ha trovato la morte non ce ne sono e quelle sul tragitto riprendono a tratti l’auto: c’è lui alla guida, è solo.

Il suo corpo ritrovato il 12 luglio tra Rho e Arese

Il suo corpo viene ritrovato il 12 luglio. L’avanzato stato di decomposizione non permette subito di vedere le ferite da arma da taglio al petto. Per questo motivo il pm Clerici lo rubrica come suicidio. Poi una prima analisi del corpo mostra segni che non convincono i carabinieri. A distanza di un anno e mezzo la relazione definitiva racconta l’altra verità

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