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Piaghe da decubito "perché lasciato solo": la denuncia di una figlia dopo le dimissioni del padre dall'ospedale Sacco

«Capisco le problematiche di queste settimane, in piena emergenza Coronavirus ma è assurdo che una persona di 86 anni entri in ospedale per essere curato ed esca in queste condizioni»

Piaghe da decubito "perché lasciato solo": la denuncia di una figlia dopo le dimissioni del padre dall'ospedale Sacco
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«Signora oggi dimettiamo suo papà, i due tamponi sono negativi, lo rimandiamo a casa». E’ durata poco la felicità di Maria Lania una donna rhodense che poche ore dopo l’arrivo a casa del padre, dopo 15 giorni di ricovero all’ospedale milanese Sacco, si è messa le mani nei capelli a causa delle condizioni fisiche in cui era ridotto il padre.

Piaghe da decubito "perché lasciato solo": la denuncia

Piaghe da decubito, se così si possono chiamare vista la grandezza, su tutto il corpo. «Piaghe che si possono spiegare solamente in un modo, nei quindici giorni passati in ospedale mio padre è stato lasciato da solo - afferma la donna». Ma andiamo con ordine, era lo scorso 26 aprile quando l’uomo di 86 anni allettato, che vive insieme alla figlia, ha accusato problemi respiratori.
La chiamata al medico di base, poi l’ambulanza e il ricovero all’ospedale milanese Sacco. «Dopo la visita in pronto soccorso alla quale a causa dell’emergenza Coronavirus non abbiamo potuto partecipare - racconta la figlia di Natale Lania mio padre è stato ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza per una serie di esami tra cui quello del tampo che è risultato negativo per due volte». Dal 26 aprile a venerdì 8 maggio, il tempo in cui il pensionato rhodense è rimasto in cura nel reparto di medicina dell’ospedale Sacco, i parenti hanno avuto notizie sulle condizioni di salute dai medici del reparto. Tutto questo fino a venerdì scorso quando hanno ricevuto la telefonata dalla caposala del reparto di medicina d’urgenza del nosocomio milanese che annunciava le dimissioni dell’uomo e il trasferimento a casa, a Rho, in ambulanza. «Quando è arrivato a casa - racconta la figlia del pensionato rhodense -, i soccorritori dell’ambulanza ci hanno consegnato tutta la documentazione e ci hanno detto che mio padre avrebbe bisogno dell’ossigeno» Ma le sorprese, purtroppo, sono arrivate dopo poche ore che l’uomo era tornato a casa. «Ci ha detto che aveva bisogno di fare i bisogni - racconta la donna -, e quando gli abbiamo tolto i pantaloni e il pannolone abbiamo scoperto delle cose assurde.
Delle vere e proprie ferite, la pelle completamente lacerata all’altezza dell’osso sacro e della schiena. Non piaghe da da decubito ma una infezione dovuta a una infezione, con molta probabilità al fatto che mio padre è stato lasciato per ore con il pannolone sporco, senza essere cambiato, ore, diverse ore - commenta la donna». Piaghe che parlano da sole come dimostrano le foto che la figlia del pensionato rhodense ha girato alla nostra redazione, al suo legale di fiducia e nei prossimi giorni presenterà anche ai responsabili del commissariato di Rho-Pero dove effettuerà una denuncia contro la dirigenza dell’ospedale milanese. «Quando è entrato in ospedale mio padre non era assolutamente in queste precarie condizioni fisiche - afferma la donna -, può confermarlo anche l’infermiera che ogni giorno viene a casa nostra per prendersi cura di lui.
Capisco le problematiche di queste settimane, in piena emergenza Coronavirus ma è assurdo che una persona di 86 anni entri in ospedale per essere curato ed esca in queste condizioni».
Dal punto di vista polmonare, invece, nulla da eccepire alle cure effettuate dai medici del nosocomio Sacco, il pensionato è tornato nella sua abitazione situata nel quartiere di San Giovanni a Rho e grazie anche all’aiuto dell’ossigeno è tornato a respirare da solo.

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