Le visite nell'Abbiatense del giovane "influencer di Dio"

Le meditazioni del beato Carlo Acutis nell'Abbazia di Morimondo

Carlo Acutis, stroncato a 15 anni dalla leucemia nel 2006 e recentemente divenuto Beato, amava rigenerarsi spiritualmente nell'Abbazia di Morimondo

Le meditazioni del beato Carlo Acutis nell'Abbazia di Morimondo
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Carlo Acutis, stroncato a 15 anni dalla leucemia nel 2006 e recentemente divenuto Beato, amava rigenerarsi spiritualmente nell'Abbazia di Morimondo

Le meditazioni del beato Carlo Acutis nell'Abbazia di Morimondo

«Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e poi non si preoccupano della bellezza della propria anima?». Era questa la domanda ricorrente che Carlo Acutis rivolgeva alle persone che lo circondavano: eppure lui era solo un ragazzo di 15 anni e chissà cos’altro avrebbe potuto domandare, se soltanto la leucemia fulminante non l’avesse portato via a mamma Antonia e papà Andrea in appena 3 giorni, il 12 ottobre 2006.

Quattordici anni dopo, durante una partecipata cerimonia svoltasi ad Assisi il 10 ottobre scorso, la ricorrenza è stata celebrata in concomitanza con la sua beatificazione voluta dalla Chiesa Cattolica, ed ora non soltanto è venerato, ma potrebbe diventare nientemeno che «patrono di internet»: e in effetti, per questo primo millennial innalzato agli onori degli altari, il «ruolo» sarebbe quanto mai appropriato.

Nato il 3 maggio del 1991 in una famiglia di origini torinesi, dopo il trasferimento a Milano il piccolo Carlo, fin da piccolissimo, già manifestava una fortissima attrazione per la fede, andando alla messa tutti i giorni. A sette anni – anziché dieci, e in via del tutto speciale – ottenne la Prima Comunione e da adolescente sviluppò una passione non comune per l’informatica, iniziata in tenera età ed accresciuta con lo studio, utilizzata soprattutto come strumento di testimonianza di Gesù e della Madonna, che viveva con assoluta devozione.

Ancora in vita, si spese personalmente pregando per l’intercessione dei santi in favore di persone malate, a quanto sembra ottenendo stupefacenti guarigioni: ma «tanti miracoli nemmeno sono entrati nel processo di canonizzazione», ha detto recentemente la madre Antonia, tant’è che l’unico ufficialmente riconosciuto pare sia avvenuto il 12 ottobre 2013 in Brasile, in occasione del settimo anniversario della sua morte. Qui, un bimbo di 6 anni, Matheus, nato con il pancreas biforcuto, sarebbe guarito proprio implorando il beato Carlo Acutis.

Durante lo speciale televisivo «Carlo Acutis – La mia autostrada per il cielo», andato recentemente in onda su TV2000, è stata sottolineata la ripetuta presenza del beato presso l’abbazia di Morimondo, sorta di meta prediletta in cui rigenerarsi spiritualmente e mentalmente, arrivando dal caos della metropoli milanese. «Se Carlo Acutis ha frequentato l’abbazia di Morimondo, penso l’abbia fatto in maniera privata, come fanno migliaia di persone abitualmente», spiega don Mauro Loi, sacerdote del borgo dal lontano 1990 fino al 2017, lasciando intendere di non aver mai incrociato il percorso di santità del beato fra le mura del complesso monastico.

Di sicuro, come don Mauro suggerisce, anche Carlo avrà certamente assorbito quell’incantevole atmosfera che rende suggestiva la località, e dove l’ «ora et labora» riecheggia nei boschi secondo i ritmi delle stagioni, che da secoli fanno da cornice al monastero. Del resto, «da qualunque punto di vista la si guardi, la vita è sempre fantastica», sosteneva il beato. Peccato che «tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie», si sentì dire un giorno Antonia dal figlio Carlo, ignara che un giorno sarebbe diventato venerabile, o meglio «influencer di Dio».

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