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Il primario: "Vacciniamo i giovani della movida"

il nosocomio verso l'apertura del quarto reparto Covid.

Il primario: "Vacciniamo i giovani della movida"
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Il terzo reparto Covid è ormai colmo e, lunedì, si rischia di aprire il quarto. Al Fornaroli, la lotta al virus continua senza sosta, con grande consapevolezza dei mezzi e «con la stanchezza che ci buttiamo alle spalle», come sottolinea il primario Nicola Mumoli. Negli ultimi giorni, ricoveri altalenanti: «Un giorno 9, uno 7 e uno 13 – dice – Poi a fine giornata esulti perché sono arrivate solo 2 persone, ma la notte devi fare i conti con la realtà, e ne ricoveri 7». Il 70% dei ricoverati ha il casco, ci sono persone giovani, di mezza età, e anche una centenaria. Testimonianza che il virus non guarda la carta d’identità: «Quando colpisce è una guerra tra te e lui, vince chi è più forte – fa notare il dottore – E’ una questione genetica, spesso a parità di condizioni un paziente sopravvive e uno no. Ciò che attesto è che, a fronte di casi più gravi, registriamo per fortuna meno decessi». Mumoli soddisfatto degli standard di cura raggiunti: «Cortisone e ossigeno le nostre armi contro il Covid – prosegue – penso che le cure sperimentali che ogni giorni spuntano in tv siano un fuoco di paglia. L’altra arma si chiama vaccinazione di massa».

Il primario: "Vacciniamo i giovani della movida"

Il primario non nasconde il suo punto di vista: «Sono d’accordo nel tutelare i più fragili, ma credo sarebbe stato utile vaccinare in massa i più esposti, coloro che girano e portano in giro in virus. Chi lavora e i giovani della movida, quelli, insomma, che fanno assembramenti a forniscono al Covid terreno fertile per diffondersi».

Nel mirino dei negazionisti21

Un’analisi che arriva a fronte dell’ormai difficoltà nel far rispettare il lockdown: «Nessuno più si chiude in casa. Non ci sono più gli eroi, non c’è più la paura, eppure il virus colpisce ancora». Mumoli, per le sue idee, è finito nel mirino dei negazionisti: insulti e attacchi per aver detto che AstraZeneca è sicuro. «Credo ci sia stata una gogna mediatica, con responsabilità miste dei media e dei medici. Noi dovremmo imparare a discutere le questioni scientifiche nelle sedi appropriate e non nei salotti televisivi, dove invece vanno fornite informazioni chiare e univoche». Ma come legge questa terza ondata? «Intensa, ma non solo per le varianti. Ma il virus è a spirale, potrebbe entrare in fase calante già a metà aprile, complici vari fattori, su tutti l’aumento degli immuni, vaccinati e anche ex malati con anticorpi. Il virus avrà meno appigli».

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