Genitori separati o divorziati, al via le domande per il contributo sull’affitto

L'iniziativa è partita ieri e le domande potranno essere inviate fino al 30 giugno 2019.

Genitori separati o divorziati, al via le domande per il contributo sull’affitto
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Un sostegno economico per i genitori separati o divorziati per l’abbattimento del canone annuo di affitto di immobili adibiti a propria abitazione.

Genitori separati o divorziati, al via le domande per il contributo sull’affitto

Anche sul territorio di Monza e provincia i genitori separati o divorziati in possesso dei requisiti richiesti possono presentare domanda per ottenere un contributo sull’affitto. L’iniziativa è partita ieri e le domande potranno essere inviate fino al 30 giugno 2019 anche online all’indirizzo www.siage.regione.lombardia.it.

Come funziona

Si tratta di un provvedimento a sportello e pertanto sarà erogato sino ad esaurimento delle risorse assegnate da Regione Lombardia alle Ats. Il contributo erogato al genitore separato/divorziato è calcolato sulla base del canone annuo di locazione che risulta dal contratto di affitto in essere stipulato dal genitore richiedente. Il contributo concesso, pari al 30% del canone di locazione annuo, non può essere superiore a 2mila euro in caso di canone calmierato e a 3mila euro in caso di canone a prezzo di mercato.

Genitori in situazioni di grave marginalità

Tale contributo è assegnato per un’annualità, in due tranche, ad eccezione del genitore separato o divorziato in condizione di grave marginalità sociale al quale può essere riconosciuto tale beneficio per un biennio. In caso di durata del contratto inferiore all’anno, il contributo è calcolato proporzionalmente. Al genitore in condizione di grave marginalità può essere ulteriormente concesso un contributo annuo fino a mille euro, al fine di superare lo stato di difficoltà.  Sia per la concessione del contributo biennale per il canone, sia per accedere all’ulteriore beneficio, il genitore in condizione di grave marginalità deve condividere un progetto personalizzato predisposto dagli operatori di territorio (Comune, ASST, Ente accogliente, ecc.) e sottoscrivere il patto di corresponsabilità.

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