Fondazione Cariplo in mostra con 13 storie di strada

Esposta fino al prossimo 1 settembre, la mostra raccoglie 52 immagini di vita reale scattate da persone ai margini della società.

Fondazione Cariplo in mostra con 13 storie di strada
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Fondazione Cariplo in mostra con 13 storie di strada.

Senza dimora

È stata presentata nella mattinata di ieri, lunedì 27 maggio, alle Gallerie d’Italia - Piazza Scala, sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo, la mostra fotografica "13 Storie dalla Strada. Fotografi senza fissa dimora", un viaggio lungo un anno nell’universo sociale e urbano della Fondazione Cariplo condotto da 13 fotografi senza fissa dimora. Curata da Dalia Gallico e aperta al pubblico dal 28 maggio al 1 settembre, l'esposizione nasce dalla collaborazione con Ri-scatti Onlus, che dal 2015 porta avanti progetti di integrazione sociale attraverso la fotografia.

Raccolta di progetti

I visitatori potranno trovare in mostra 52 immagini inedite scelte tra i 9800 scatti che i 13 autori hanno realizzato nel corso di un anno, fotografando 13 progetti scelti fra i 1500 che Fondazione Cariplo porta avanti ogni anno, tra cui la comunità allegra di un orto urbano, il volo di un acrobata, un appartamento dove vivono ragazzi disabili e il volto di una scienziata.

L'intervento di Guzzetti

Della mostra il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ne ha sottolineato lo spirito di fondo. «Ho sempre pensato che per risvegliare le coscienze dovremmo portare gli ultimi, i più deboli, nel centro delle nostre città. Quando questo accade li allontaniamo perché ci dà fastidio vedere persone fragili davanti alle vetrine sfavillanti che magari ci chiedono l’elemosina. Questa mostra fotografica ha invece il grande merito di aver portato gli ultimi al centro in un modo diverso, da protagonisti, riservando loro il palcoscenico che di solito si lascia ai grandi fotografi". "Un gesto simbolico - ha continuato Guzzetti-, nato per farci pensare, un dono capace di cambiare le nostre giornate. Se varcheremo la soglia delle Gallerie d’Italia, pensando di vedere capolavori di grandi fotografi, forse non li troveremo, ma saremo testimoni di una meraviglia più rara: vedremo foto bellissime perché chi le ha scattate ha usato quel pertugio di luce per risalire dal baratro, e poi lo ha trasformato in uno scatto, anzi in un riscatto".

 

 

 

 

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