Focolaio Sars-CoV2 in un allevamento di visoni a Cremona, Brambilla: "Chiuderli e non riaprirli mai più"
Tutti gli animali dell’allevamento coinvolto dalle positività sono stati abbattuti, e i prodotti potenzialmente infetti sono stati sottoposti a specifici trattamenti.
A seguito della conferma di focolai di SARS-CoV-2 in allevamenti di visoni olandesi, danesi e spagnoli, a partire dal mese di Maggio 2020 il Ministero della Salute ha disposto un’intensificazione della attività di sorveglianza in tutti gli allevamenti di visoni del territorio nazionale. L'Onorevole Brambilla torna all'attacco sul tema: "Chiuderli tutti e non riaprirli mai più".
Gli allevamenti di visoni in Lombardia
Nella seconda metà del 2020 erano presenti in Lombardia 3 allevamenti di visoni con animali, uno in provincia di Brescia e due in provincia di Cremona. L’attività di sorveglianza disposta dal Ministero ha dunque coinvolto i Dipartimenti Veterinari delle ATS di Brescia e Val Padana, che hanno condotto, secondo le indicazioni ministeriali formulate a tutela della salute pubblica, visite ispettive in tali allevamenti al fine di valutare lo stato sanitario degli animali, di escludere sintomatologia compatibile con infezione da SARS-CoV-2 ed incrementi sospetti nella mortalità.
Tali attività sono state svolte in coordinamento con i Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria delle ATS, affinché fosse verificata anche l’adozione delle misure preventive atte a impedire o comunque a limitare la possibilità di un eventuale contagio uomo/animale.
Scoperto focolaio di Sars-CoV-2 ad agosto 2020
Queste verifiche hanno permesso di evidenziare, nel mese di agosto 2020, un focolaio di SARS-CoV-2, con alcune deboli positività, in un allevamento di visoni della provincia di Cremona, e la contestuale positività asintomatica in un dipendente.
La Direzione Generale Welfare ha quindi coinvolto il Ministero della Salute e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna (IZSLER), con cui si sono condivise le misure operative per la gestione della positività messe in atto dal Dipartimento Veterinario competente per territorio in coordinamento con il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria.
Tali misure erano finalizzate a contenere l’infezione ed impedire o comunque limitare il contatto uomo/animaleattraverso l’applicazione di rigide misure di biosicurezza.
Abbattuti tutti gli animali coinvolti
Come disposto con Ordinanza del Ministero della Salute del 21 novembre 2020, tutti gli animali dell’allevamento coinvolto dalle positività sono stati abbattuti, e i prodotti potenzialmente infetti sono stati sottoposti a specifici trattamenti, secondo le indicazioni definite dal Ministero della Salute con IZSLER.
Presenti due allevamenti di visoni in Lombardia, uno a Cremona
Attualmente in Regione Lombardia sono quindi ancora presenti due allevamenti che detengono visoni, uno in provincia di Brescia ed uno in provincia di Cremona, per un totale di circa 3.400 animali.
Questi allevamenti sono sottoposti ai vincoli di cui all’Ordinanza Ministeriale 21 novembre 2020, la cui validità è stata prorogata al 31 dicembre 2021 dall’Ordinanza del Ministero della Salute 25 febbraio 2021, e alla attività di vigilanza disposta dal Ministero della Salute con nota n. 27663 del 21 dicembre 2020.
In particolare, tali misure prevedono:
• Il divieto di far riprodurre gli animali presenti;
• visite ispettive da parte dei Dipartimenti Veterinari delle ATS ogni 15 giorni, con contestuale esecuzione di tamponi sugli animali;
• l’obbligo di consegnare tutti gli animali morti all’IZSLER per approfondimenti diagnostici;
• l’adozione di un piano di biosicurezza aziendale, contenente le misure da adottare per prevenire l’introduzione di SARS-CoV-2 e le azioni per limitare la sua eventuale diffusione nell’allevamento o da questo verso l’esterno;
• specifiche misure igieniche e utilizzo di adeguati DPI per gli operatori;
• screening periodici con tamponi antigenici su tutto il personale che lavora negli allevamenti.
Ad oggi, l’attività condotta dai Dipartimenti Veterinari può essere riassunta come segue:
• ispezioni effettuate: 38;
• animali testati: 1.440;
• carcasse di animali morti inviate all’IZSLER: 22.
L’attività di vigilanza, fino a questo momento, non ha evidenziato alcuna criticità.
L'infezione può essere trasmessa all'uomo dai visoni
Ciò premesso, le attuali evidenze scientifiche hanno dimostrato che l’infezione può essere trasmessa dall’uomo ai visoni, e che solo in alcuni casi da questi può essere ritrasmessa all’uomo.
In base alle misure preventive adottate dal Ministero della Salute ed attuate dai Dipartimenti Veterinari delle ATS, in coordinamento con i Dipartimenti di Prevenzione, ed agli esiti di tale attività, è possibile considerare trascurabile il potenziale rischio sanitario legato al Covid-19 di tali allevamenti, che restano comunque costantemente monitorati.
Si evidenzia comunque che Regione Lombardia intende chiedere al Governo di procedere alla dismissione definitiva degli allevamenti di visone e degli animali da pelliccia, al fine di prevenire future zoonosi, tutelando la salute delle persone. La dismissione di queste strutture dovrà essere accompagnata da ristori immediati.
L'Onorevole Brambilla" Stop agli allevamenti di visoni"
“Se c'è una cosa che questa terribile pandemia dovrebbe averci insegnato è l'assoluta necessità di cambiare, radicalmente, il nostro rapporto con la natura e tutti i suoi esseri viventi. Quando pensiamo di potercene approfittare senza alcun ritegno e senza alcun rispetto per la sofferenza degli esseri senzienti che condividono con noi il pianeta ne subiamo, prima o poi, le conseguenze. Per questo chiedo al governo di prendere coraggio e di decidere, fin da subito, la chiusura definitiva di tutti gli allevamenti di visoni sul territorio nazionale”.
Lo dice l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commentando la notiziadell'individuazione di un focolaio di Sars-Cov-2 in un allevamento di visoni di Cremona, con la contestuale positività asintomatica di un dipendente. Gli animali coinvolti sono stati tutti abbattuti e i prodotti potenzialmente infetti sottoposti a specifici trattamenti.
“Questi provvedimenti emergenziali – sottolinea l'ex ministro del Turismo – che si traducono peraltro nello sterminio di migliaia di animali innocenti, rischiano di essere anche inutili sul lungo periodo come strumenti di contenimento del virus se non vengono accompagnati da un piano preciso per terminare, per sempre, l'allevamento di visoni e di tutti gli animali da pelliccia".
Una richiesta lanciata più volte nel tempo
"Per questo, già in occasione delle prime notizie sui contagi in allevamenti olandesi nel maggio del 2020, avevo chiesto, con un'interrogazione formale ai ministri delle Politiche agricole e della Salute, se non fosse opportuno chiudere per sempre le 13 strutture italiane tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Abruzzo, dove sono ancora allevati i visoni. Al momento l'allevamento è invece solo sospeso, fino a dicembre di quest'anno. Oggi, alla notizia del focolaio di Cremona, non posso che rilanciare la richiesta di una legislazione che vieti per sempre l’allevamento e il commercio di animali per la produzione di pellicce. Regione Lombardia ha già chiesto al governo di procedere alla dismissione degli allevamenti sul proprio territorio, ma non basta: serve una legge quadro nazionale che obblighi la chiusura definitiva, stabilisca come ricoverare i visoni ancora vivi, nella piena tutela delle norme anti-contagio, e preveda adeguati ristori per la riconversione delle attività.
"È fondamentale ricordare - conclude la presidente di LEIDAA - che le sofferenze inflitte agli animali non hanno alcuna giustificazione etica, a maggior ragione se servono ad alimentare un’industria voluttuaria e palesemente in declino. Non è nemmeno pensabile che, ogni anno, centinaia di migliaia di animali soffrano e vengano uccisi per essere trasformati in capi d'abbigliamento che nessuna persona di buonsenso e buongusto acquisterebbe mai".