Parco del Roccolo

"Fanghi tossici, pronti a costituirci parte civile nel processo"

Nel caso in cui le indagini confermino lo spandimento di fanghi inquinanti anche in terreni della sua area l'ente agirà di conseguenza.

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Il Parco del Roccolo pronto a costituirsi parte civile in un eventuale processo, nel caso in cui le indagini confermino lo spandimento di fanghi inquinanti anche in terreni della sua area. Lo annuncia il comitato di coordinamento tramite il capo di convenzione, il sindaco di Canegnate Roberto Colombo, che dice di attendere che agli atti sia tolto il segreto istruttorio prima di agire.

L'inchiesta sui fanghi tossici

La comunicazione segue la notizia di una operazione dei Carabinieri Forestali del Gruppo di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Mauro Leo Tenaglia. Oltre 12 milioni di euro di profitti illeciti, 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze inquinanti (l’equivalente di 5mila tir), spacciati per fertilizzanti e smaltiti su circa 3mila ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna: sono questi i numeri dell’imponente traffico illecito di rifiuti, realizzato tra il gennaio del 2018 e l’agosto del 2019, su cui si sono concentrate le articolate indagini svolte.

Toccati anche Altomilanese, magentino e Abbiatense

I veleni arrivavano anche sul territorio dell’Altomilanese e su quello del Magentino-Abbiatense: gli uomini dell’Arma hanno accertato che i fanghi spacciati per fertilizzante sono stati venduti anche ad aziende agricole di Parabiago, Canegrate, Magenta, Abbiategrasso, Bareggio, Boffalora, Robecco e Mesero.

 

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