Evaso dal Fatebenefratelli, preso a Palermo
E' stato rintracciato a Palermo. Voleva fuggire in Tunisia.
Ben Mohamed Ayari Borhane avrebbe dovuto scontare ancora 14 anni per traffico di droga. Ma evidentemente non poteva aspettare sino al 2032 in carcere. E così ha simulato un suicidio ed è evaso dal Fatebenefratelli.
Evaso dal Fatebenefratelli
Il 43enne tunisino nella notte del 17 maggio ha simulato un suicidio così da farsi portare d’emergenza all’ospedale Fatebenefratelli, dal quale poi se l’è data a gambe. Dopo la fuga dall’ospedale, l’uomo sarebbe arrivato a Palermo già il 20 maggio.
Preso a Palermo
Ieri sera, domenica 27 maggio, è stato trovato con un passaporto falso mentre era alla biglietteria del porto. Dietro al bancone c’era un agente della penitenziaria con altri uomini pronti ad arrestarlo. In seguito all’evasione, le indagini sono state coordinate dal capo del pool antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, e affidate al pm Ilaria Perinu, e hanno coinvolto la polizia penitenziaria con il supporto della Questura di Palermo. Borhane ora si trova nel carcere Santi Consoli.
Non era un evaso qualunque
Borhane non era un evaso qualunque. Fin dal 2014 era monitorato dalle forze dell’ordine per il suo fanatismo religioso, in un progressivo percorso di radicalizzazione che l’aveva portato, nel carcere di Opera, ad autoproclamarsi imam, predicando la Jihad, la «guerra santa» in nome di Allah. Inoltre in cella aveva manifestato a più riprese comportamenti estremamente violenti contro i secondini.