LUTTO NELLA CHIESA

È morto Benedetto XVI, il Papa emerito

Fu eletto Papa il 20 aprile del 2005 le dimissioni nel 2013 lasciando il posto a capo della Chiesa Cattolica a Jorge Bergoglio, Papa Francesco

È morto Benedetto XVI, il Papa emerito
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È morto a 95 anni Joseph Ratzinger. Il papa emerito Benedetto XVI

Si è spento alle 9.34 si era ritirato a vita privata dopo le dimissioni del 2013

Benedetto XVI si è spento oggi a Roma alle 9.34, così come confermano fonti del Vaticano. L'ex pontefice di origine tedesca, che si era ritirato a vita privata dopo le "dimissioni" nel 2013, con la rinuncia al ministero petrino, lasciando il posto a capo della Chiesa Cattolica a Jorge Bergoglio, era da tempo malato, ma le sue condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime ore

Viveva nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano

"Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni". È quanto ha di chiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Figlio di un commissario di gendarmeria e di una ex cuoca

Classe 1927, Joseph Aloisius Ratzinger nacque a Marktl am Inn, in Baviera, terzo figlio di un commissario di gendarmeria, anti-nazista, e di una ex cuoca. Fu ordinato diacono nel 1950 e l'anno successivo, all'età di 24 anni, fu ordinato presbitero assieme a suo fratello maggiore Georg.

Fu eletto Papa il 20 aprile del 2005 dopo i funerali di Giovanni Paolo II

Venerdì 8 aprile 2005, come decano del Sacro Collegio, Ratzinger presiedette i funerali di Giovanni Paolo II. Qualche giorno dopo, il 20 aprile, fu eletto Papa durante il secondo giorno del conclave. Scelse il nome di Benedetto XVI, come ha spiegato in seguito lui stesso, "per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale".

Il messaggio dell'Arcivescovo di Milano Mario Delpini

Mi faccio voce di tutta la Diocesi di Milano per esprimere un tributo di riconoscenza nei confronti di Benedetto XVI. La Chiesa tutta deve essere molto riconoscente a un uomo che ha testimoniato una coerenza esemplare con la propria coscienza, una coerenza che lo ha reso limpido e fermo nelle scelte, disponibile anche all’inedito per testimoniare la sua fedeltà e responsabilità. La Chiesa deve essere molto riconoscente a un teologo che ha perseguito instancabilmente la ricerca del volto del Dio di Gesù Cristo e del linguaggio adatto per tradurre in parole comprensibili la riflessione teologica, confrontandosi con franchezza e lucidità con il pensiero contemporaneo, le sue meravigliose conquiste e il suo preoccupante smarrimento. La Chiesa tutta deve essere molto riconoscente al prete, al Vescovo, al Papa che ha vissuto il suo ministero con serietà, lucidità, passione per l’unità della Chiesa: rigoroso nei pensieri, straordinariamente preciso, chiaro e incisivo nella predicazione e nella stesura dei documenti, ha condotto la Chiesa nella fedeltà al Signore. Ma la Chiesa ambrosiana ha motivi propri per essere grata a Papa Ratzinger. Molti di noi, infatti, incoraggiati dai nostri docenti nei primi anni del percorso teologico, hanno incontrato il suo insegnamento, specie con Introduzione al Cristianesimo, e vi hanno trovato una guida per tutto il percorso di formazione teologica. L’amicizia fedele durata decenni tra il cardinale Angelo Scola e Joseph Ratzinger si è espressa anche in questi ultimi anni come vicinanza cordiale, ma soprattutto ha propiziato la presenza a Milano del futuro Benedetto XVI per l’aggiornamento del clero e per alcuni eventi particolari, come il funerale di don Giussani. L’evento più clamoroso è stata la sua partecipazione, da Papa, all’Incontro mondiale delle famiglie che si è tenuto a Milano nel 2012: è stato un momento memorabile per il suo discorso alla Messa conclusiva a Bresso, per il suo stupore entrando nello Stadio di San Siro per l’incontro dei cresimandi. Commossi per la sua testimonianza di libertà spirituale noi lo accompagniamo con la preghiera, perché dopo esser stato umile servitore nella vigna del Signore, riceva il premio delle sue fatiche e del suo amore per Gesù e per la Chiesa.

 

 

 

 

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