Dopo l’insulto razzista va in scena la “Partita della pace”

"Team86 Villasanta" e Canegrate hanno giocato una partita amichevole per ribadire che la pallacanestro non deve dividere ma unire.

Dopo l’insulto razzista va in scena la “Partita della pace”
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Da un brutto episodio di razzismo durante una partita di basket può nascere una bellissima storia di sport e amicizia. LEGGI QUI

Una pagina di sport scritta a quattro mani dai dirigenti del “Team86 Basket Villasanta” e dai rivali del “Canegrate”. Le due formazioni femminili, che militano nel campionato di Serie B, ieri sera, martedì, hanno organizzato una partita amichevole a Villasanta durante la quale le due atlete protagoniste del diverbio si sono abbracciate in campo e si sono stette la mano per chiudere una bruttissima vicenda.

La vicenda

Dopo gli insulti razzisti arrivano le scuse da parte della società di pallacanestro Canegrate e della giocatrice che aveva dato della «Negra di m….» ad una avversaria.
Un bel gesto per rimediare ad un’uscita assolutamente condannabile, ma probabilmente dettata dall’adrenalina e dalla tensione dell’immediato post partita.
Quello che è accaduto al termine della partita Canegrate- Team86 Villasanta di pallacanestro femminile, giocata nel tardo pomeriggio di due domeniche fa a Legnano, è un fatto molto grave ma che, in realtà, c’entra poco con le brutte storie di razzismo.

L’offesa

Seppur grave, l’offesa rivolta da una delle «Bulldogs» di Canegrate ad una ragazza di colore 17enne del «Team86» , entra nella sfera di quelle forti emozioni che si vivono quando si è totalmente «avvolti» da tutto ciò che avviene in campo e che, talvolta, ti fa pronunciare parole ed esprimere concetti senza che il cervello sia collegato. Parole e concetti che non appartengono al tuo modo di essere ma che, purtroppo, una volta espressi scatenano il putiferio. Perché questo è successo domenica al termine di Canegrate-Villasanta, partita valida per il campionato nazionale di Serie B femminile e che la compagine brianzola si è aggiudicata col punteggio finale di 61-34.

Poco prima di rientrare negli spogliatoi, forse anche per l’amarezza del risultato, forse per altri motivi legati a «storie di campo», una giocatrice del Canegrate aveva insultato pesantemente una ragazza del «Team 86»: «Sei una negra di m…», aveva detto, aprendo un inatteso e poco gradevole «tempo supplementare» della partita. La protagonista subito dopo si era reso conto di aver fatto la frittata e aveva cercato immediatamente di riparare, chiedendo di incontrare la giocatrice del Villasanta per scusarsi. Non essendoci riuscita, le aveva, inviato un messaggino.
La società villasantese, però, molto scossa da quanto accaduto, aveva consegnato al mondo social un «post» quantomai eloquente.

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Lo sfogo del Team 86

“Ci sono cose che non dovrebbero essere ascoltate, ci sono cose non dovrebbero essere pronunciate, ci sono cose che non dovrebbero esistere. Ogni domenica si entra nei palazzetti tutti accomunati dalla stessa passione, dalla stessa voglia di giocare e di assistere allo sport «più bello del mondo. Le parole ascoltate stasera rivolte alla nostra giocatrice non sono ammissibili. L’unica diversità che si è vista in campo non era nel colore della pelle, ma nell’educazione, nell’intelligenza e nella capacità di condividere l’amore per lo sport. Non esistono giustificazioni per le parole pronunciate e questo gesto non può passare inosservato. Certe cose non devono esistere”.

La lettera di scuse

Il primo passo è stato compiuto dalla stessa giocatrice canegratese che scrive una lettera di scuse e la recapita ai diretti interessati:

“Sono io la giocatrice di Canegrate coinvolta nello spiacevolissimo episodio successo la scorsa domenica nell’immediato dopo-partita – si legge nella lettera – Scrivo perché ritengo giusto scusarmi, oltre che direttamente con la mia avversaria, anche con il Team 86 Basket Villasanta per il mio comportamento ingiustificatamente offensivo. Lo faccio non solo perché penso sia doveroso farlo, ma soprattutto perché ne sento sinceramente il bisogno. Ci tengo a precisare che quanto accaduto domenica non rispecchia minimamente la persona che sono. Non riesco ancora a rendermi conto di come sia stato possibile che quelle parole siano uscite dalla mia bocca, considerando che non riflettono assolutamente il mio pensiero. È stato un comportamento sicuramente dettato dal nervosismo della partita, anche se totalmente censurabile. Il fatto che tutto ciò sia successo su un campo da basket, mi fa stare ancora peggio: lo sport che amo e che ho più amato in tutti questi anni è riuscito a tirar fuori un comportamento che non mi appartiene. Spero possiate tutti comprendere le mie parole e accettare le mie più sincere scuse per l’accaduto”.

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