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Denuncia una truffa e viene arrestato per false vendite di Bit-Coin

Truffatore e truffato erano entrati in competizione.

Denuncia una truffa e viene arrestato per false vendite di Bit-Coin
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Denuncia una truffa e viene arrestato 22enne catanese per false vendite di Bit-Coin.

Denuncia una truffa e viene arrestato per false vendite di Bit-Coin

Nell’agosto del 2018 le Forze dell’ordine erano intervenute a Milano su segnalazione di un giovane catanese di 22 anni che aveva dichiarato di essere stato vittima di un tentativo di truffa. Avrebbe infatti dovuto vendere una consistente somma in Bit-Coin a due cittadini rumeni i quali avevano cercato di pagare con denaro falso. Quando si era rifiutato di procedere alla vendita, i due sarebbero passati alle vie di fatto: prima esplodendo a vuoto un colpo di pistola, rivelatasi poi una scacciacani, e successivamente inseguendolo per le vie della città. La sua versione dei fatti non aveva però del tutto convinto gli inquirenti i quali hanno accertato che, in realtà, il giovane aveva scelto con poca cura le proprie vittime: si trattava infatti di “colleghi” dediti, a loro volta, ad acquistare le cosiddette cripto valute consegnando denaro falso. In poche parole, truffatore e truffato erano entrati in competizione.

Sempre lo stesso modus operandi

Dall’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, gli investigatori del
Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano hanno ricostruito altri sette “colpi” messi a segno, tra il giugno 2018 ed il marzo 2019, grazie ai quali l’arrestato poteva permettersi alberghi di lusso e potenti auto sportive. Gli è stata sequestrata una Porsche Panamera, acquistata con il provento delle truffe. Seguendo sempre lo stesso copione, l’indagato pubblicava annunci su social network ove si proponeva di vendere Bit-coin a prezzi vantaggiosi. Una volta stabilito il contatto con il compratore, nel corso del primo incontro, eseguiva una transazione dimostrativa. A quel punto carpita la fiducia della vittima, si faceva consegnare la somma pattuita a fronte di una schermata raffigurante l’apparente versamento di moneta virtuale a favore del wallet che aveva fornito al truffato.

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