Magenta

Dare dignità con le borse lavoro: a Magenta si può

E' la numero uno della San Vincenzo, Gabriella Cellamare a tracciare i contorni dell'iniziativa

Dare dignità con le borse lavoro: a Magenta si può
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Dare dignità con le borse lavoro. E' la numero uno della San Vincenzo, Gabriella Cellamare a tracciare i contorni di un'iniziativa che ha preso forma nel primo lockdown e che oggi vorrebbe estendere il più possibile: quella delle borse lavoro. Un progetto che apre una finestra su una realtà finora nascosta o poco evidente, quella della povertà nel nostro territorio.
Che deve fare i conti, suo malgrado, con sacche diffuse di lavoro nero e a giornata che con il lockdown prima e la zona rossa poi, si sono tradotte in una ondata devastante di disoccupazione «non protetta», ossia di una quantità di lavoratori che non usufruiscono dei cosiddetti ammortizzatori sociali.

Dare dignità con le borse lavoro

«Questa situazione mi ha cambiato la prospettiva – spiega Cellamare – Oggi ci troviamo ad aiutare decine di famiglie che non possono arrivare a fine mese perché i genitori non possono lavorare. Pulizie, muratori... A casa, senza cassa integrazione, naturalmente, alcuni fermi ancora dal primo lockdown. Un mondo sommerso che ora ci esplode davanti agli occhi».
Si tratta di mamme e papà, per lo più italiani (circa il 70%), costretti a chiedere i pacchi alimentari delle rete caritativa per riempire la dispensa.
«Prima tiravano il fine mese in qualche modo, ma ora non hanno più fonti di reddito. Accumulano debiti, per affitti, bollette, spese necessarie – prosegue – E allora ci siamo chiesti come aiutarli, in maniera dignitosa. Perché anche questo conta, anche l'aspetto psicologico del poter dire “riesco a mantenere la mia famiglia”».

Il progetto

E così, già in primavera la rete delle associazioni caritative, con la parrocchia, ha istituito la borsa lavoro. Piccoli assegni mensili da 350 euro per 4 ore giornaliere di lavoro: «Abbiamo incontrato la disponibilità della Cooperativa del sole, che si occupa della manutenzione del verde di molti Comuni e di privati. Sono gli autori degli orti di Citylife, per intenderci. Questo piccolo aiuto non è solo economico, ma dona anche dignità e carica emotiva. Un conto è farsi pagare le bollette, un altro alzarsi e andare a guadagnarsi i soldi necessari per farlo». Una ventina le borse finanziate, di almeno tre mesi l'una, e l'ambizioso sogno di poterne offrire ancora molte, con l'aiuto della comunità. «C'è un fondo parrocchiale preposto, in cui ognuno può dare ciò che desidera, in base alle proprie possibilità – continua Cellamare – Soldi rendicontati e usati con attenzione, ci tengo a dire. Anche perché oggi le risorse sono poche e van dosate: chi chiede aiuto, e rifiuta il lavoro, perde il diritto ad essere sostenuto». Per questo serve promuovere sempre più borse lavoro, differenziate sulla base di esigenze diverse: «Sta per partire un bel progetto con la Cooperativa del sole che prenderà in carico la pulizia di chiesa e oratori della nostra città – chiosa – Si fatica sempre più a trovare volontari per la pulizia, in questo modo le persone avranno un lavoro, finanziato col fondo parrocchiale e gestito dalla Cooperativa: speriamo di aiutare qualche mamma». Sono le famiglie con più figli a vivere maggiormente il dramma della povertà, come evidenzia la numero uno di San Vincenzo. «Il Banco alimentare ci rifornisce il 23 novembre, ma già martedì 17 qualcuno mi ha chiamato perché ha la dispensa vuota».

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