Covid e mobilità: l'impatto del virus sul modo di spostarsi a Milano

Covid e mobilità: l'impatto del virus sul modo di spostarsi a Milano
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Lavoro, sport, vita sociale: il Coronavirus ha stravolto le nostre abitudini. Il periodo di pandemia globale che stiamo attraversando, infatti, ha influenzato e continua a influenzare tutti gli aspetti della nostra vita. Una delle attività più frequenti (soprattutto in grandi metropoli come Milano), che svolgiamo tutti i giorni senza darci peso, ma che è invece profondamente mutata durante il periodo di lockdown, è quella legata agli spostamenti.

L’impatto del lockdown sulla mobilità a Milano

La società di Ricerca sul Sistema Energetico (RSE, gestita da Gestore Servizi Elettrici, ovvero l’ente pubblico incaricato di studi e documentazione su fonti rinnovabili ed efficienza energetica) ha condotto uno studio sull’impatto del lockdown e dello smart working sulla mobilità milanese e sulle sue conseguenze in termini di consumi energetici. Da tali osservazioni emergono dati interessanti: si stima, infatti, che all’esordio della pandemia in Lombardia si sia avuta una riduzione della mobilità pari al 25% rispetto al periodo pre Covid; riduzione che è poi salita al 55% durante il mese di marzo. I dati testimoniano quindi come le severe limitazioni alla circolazione e l’adozione da parte di molte aziende, sia pubbliche che private, di forme di lavoro agile (l’ormai familiare smart working) abbia non sorprendentemente portato a una progressiva e rilevante diminuzione degli spostamenti.

Mezzi pubblici a capienza ridotta

Non tutti i lavoratori, però, sono potuti ricorrere alla modalità di lavoro agile, a causa dell’incompatibilità della mansione oppure per decisione del datore di lavoro. Chi ha dovuto continuare a recarsi fisicamente sul posto di lavoro, scegliendo di utilizzare i mezzi pubblici, ha dovuto però affrontare i disagi causati dal Covid anche in questo settore: la capienza di metro, tram, filobus e autobus a Milano è stata infatti all’inizio ridotta drasticamente al 25%, per poi risalire al 60% a metà estate, all’80% in settembre e infine diminuire nuovamente fino al 50% con il DPCM del 3 novembre. Per numerosi lavoratori, la scelta più semplice per recarsi a lavoro senza rischiare sanzioni (o peggio ancora il contagio) è quindi utilizzare il proprio mezzo privato. Chi non ne era già in possesso ha allora dovuto considerare il modo migliore di procurarsi un’automobile, e non poche persone hanno optato per un noleggio a lungo termine, piuttosto che orientarsi verso il classico acquisto.

Noleggio a lungo termine: come funziona?

Il noleggio a lungo termine è una soluzione che ha avuto e sta avendo un successo notevole in Italia, tra i professionisti con partita IVA (a cui all’inizio era esclusivamente rivolta) ma anche tra i privati, in particolare giovani. Se si sceglie una formula di noleggio a lungo termine senza anticipo a Milano, per esempio, si avrà a disposizione a noleggio, senza versare alcun anticipo, la vettura desiderata, a fronte del pagamento di un canone mensile fisso,che comprende anche bollo, assicurazione e diversi servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria. I vantaggi economici sono quindi notevoli, visto che il canone è fisso (al contrario di una rata d’acquisto, che può variare nel tempo) e comprensivo di numerosi servizi che, in caso di acquisto, sarebbero a carico dell’automobilista. Al termine del contratto di noleggio a lungo termine, si potrà poi decidere di stipularne un altro con un nuovo modello: in questo modo l’automobilista può cambiare vettura con più frequenza e avere a disposizione modelli più performanti in termini di prestazioni, comfort ed emissioni.

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