"Conta su di te" Locate Varesino in prima linea contro le violenze sulle donne

Ahimsa propone per domenica "Conta su di te" una serie di eventi dedicati alla cura del corpo, dell’anima e della mente

"Conta su di te"  Locate Varesino  in prima linea contro le violenze sulle donne
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"Conta su di te, il rispetto dell’altro nasce dalla stima di se stesso". E’ il titolo dell’evento promosso dall’associazione Ahimsa  a Locate per la giornata internazionale contro le violenze sulle donne

Coltivare la stima di sé stessa, come aiuto al contrasto alle violenze sulle donne

Il 25 novembre è la giornata internazionale dell’eliminazione delle violenze sulle donne. Locate è in prima linea anche quest’anno con l’associazione Ahisma (e il patrocinio del Comune) che dedicherà domenica 26 novembre una serie di eventi dedicati alla cura del corpo , dell’anima e della mente con l’ evento «Conta su di te».  Si aprirà alle 14.45 con un fash mob in piazza Sant’Anna e continuerà nella palestra della scuola primaria  con un’esposizione di vari stand (dal salone di bellezza, al trattamento shiatsu, alla lezioni di autodifesa) con la possibilità di assistere all’esecuzione di body painting ( l’arte di dipingere sul corpo) con le artiste Cristina Fanni e Valentina  Katie. Il pomeriggio si concluderà con lo spettacolo teatrale  “Violenza non è rispetto” a cura della professoressa Rita Guarini  e con la lettura e l’interpretazione di alcune poesie scritte da giovani ragazze e da una donna che ha subito violenza e che ha usato la scrittura come forma terapeutica.

 

Non è una festa ma un momento di riflessione

«Non è una festa, ma vuole essere una dedica a tutte le donne uccise, umiliate, maltrattate e che hanno bisogno di essere aiutate a uscire dalla situazione di violenza che stanno vivendo», spiega la presidente di Ahimsa Michela Esposito che da alcuni anni opera a Locate anche attraverso uno sportello di ascolto e supporto.

 Crescono nella Bassa Comasca i casi di violenze sulle donne

«Anche nei nostri paesi le violenze sono in aumento e le richieste di aiuto sono sempre più numerose, comprendono donne di qualsiasi fascia di età e condizione sociale ma principalmente, quello che vediamo e ascoltiamo. E’ pochissimo rispetto al sommerso e, comunque la cultura della non violenza è ancora poca e poco sentita e il concetto  “i panni sporchi si lavano in famiglia” continua a prevalere», precisa Esposito. Per le donne è  ancora forte la  resistenza a denunciare chi le maltratta e le umilia e alcuni dei motivi che determinano questa resistenza sono il timore per il partner, per quello che succederà dopo; la vergogna, il dovere nei confronti dei figli per paura che gli vengano tolti o che soffrano maggiormente e allo stesso tempo la speranza che il partner cambi, che il suo sogno d’amore non si infranga.

Ecco qualche via d’uscita: chiamare il 1522 o rivolgersi ad un centro antiviolenza (come quello di Locate), oppure a Polizia e Carabinieri, in qualsiasi caso chiedere aiuto per capire e trovare una soluzione che permetta di ritornare a condurre una vita tranquilla e serena.

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